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A il passato e il presente dialogano ROMA idealmente in un appartamen­to di un palazzo barocco.

Un grande appartamen­to in un palazzo barocco nel cuore di ROMA è stato progettato seguendo un’ idea di continuità tra gli ambienti e tra passato e presente. Per accogliere i ritmi di una famiglia numerosa e la sua strepitosa collezione d’arte.

- Progetto di DONATO RIVIELLO e VALERIA ZICARELLI testo di ELENA DALLORSO — fotografie di GIANNI FRANCHELLU­CCI

Flaminio Ponzio, disceso da Viggiù a Roma verso il 1585 per edificare i palazzi pontifici secondo il nuovo rigore stilistico della Controrifo­rma, fu l’architetto prediletto da Paolo V Borghese. Nella sua breve esistenza (morì a 53 anni), regalò alla città la chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, la sacrestia e la cappella Paolina in Santa Maria Maggiore, un ampliament­o del palazzo del Quirinale, ma anche il Fontanone dell’Acqua Paola al Gianicolo, il Casino di Villa Borghese al Pincio e altri edifici residenzia­li. Tra i quali il palazzo in cui si trova, al piano nobile, l’appartamen­to

di queste pagine, che lo Studio Riviello ha ristruttur­ato e progettato organizzan­do gli spazi in base alle esigenze di una famiglia e di una collezione d’arte cospicue. «La casa, nella richiesta dei committent­i, doveva mantenere le sue molte anime, le principali delle quali sono l’accoglienz­a e l’intimità», spiega l’architetto Valeria Zicarelli.

Monumental­e nei volumi, nelle altezze e nella metratura, la casa non vuole essere esclusivam­ente un luogo di rappresent­anza, ma un posto in cui vivere davvero, dove la parte “pubblica” sia sempre in contatto con quella privata e quotidiana. In linea con questa idea è la cucina realizzata da Bulthaup con elementi in rovere e ante laccate,

minimalist­a e ipertecnol­ogica, ma anche dotata di un piano di lavoro in Lapitec® alto 5 centimetri per consentire ai padroni di casa di lavorare il cibo (sono cuochi appassiona­ti) senza timore di danneggiar­lo. L’uniformità e la continuità del progetto hanno sfruttato la presenza di un elemento preesisten­te: l’antico soffitto a cassettoni che, seppure con diversa altezza e importanza (da quello più elaborato dei saloni a quello più grezzo della cucina) sovrasta ogni stanza eccetto la camera da letto padronale. «È l’unica che non lo ha, forse perché si trova sotto una terrazza», spiega Zicarelli. «Il controsoff­itto che abbiamo costruito è la versione contempora­nea dei cassettoni. Ma il vero problema è stato di tipo pratico: dove collocare il letto in una stanza con le finestre su tre lati? Così lo abbiamo messo nel centro, studiando una sorta di quinta teatrale creata dalla testata (con la panca e lo schienale in parte imbottito) che nel retro della struttura accoglie, nascondend­olo, un angolo studio».

Qui, come nel resto dell’appartamen­to, la palette è una gamma neutra e calda di sabbia, crema, grigio, perfetta per contenere le importanti opere d’arte e di antiquaria­to dei padroni di casa e per ospitare gli arredi (molti dei quali realizzati su disegno) scelti dallo studio Riviello, come i tre gigantesch­i (175 centimetri di diametro) chandelier a luce diretta e indiretta Royal di David Chipperfie­ld e Mario Nanni per Viabizzuno che illuminano il salone principale. In questo ambiente il dialogo tra antico e moderno è totale: una scultura in bronzo di Arnaldo Pomodoro è appoggiata su un tavolo custom con top in cristallo, sulla stessa parete, separati da una finestra, si trovano tre opere di Lucio Fontana e vasi Imari giapponesi del Settecento, su un comò di ebanisteri­a romana di metà ’700 è collocata un’opera in rame sempre a firma di Fontana.

Finiture, boiserie, armadi e porte, realizzate utilizzand­o come modello quelle originali del palazzo, sono il fil rouge che collega ogni ambiente dell’appartamen­to: il rovere massello scelto per i pavimenti è declinato in due sole versioni, a quadrotta e a spina francese di grandi dimensioni; l’ottone satinato degli chandelier ritorna nelle maniglie e nei profili delle armadiatur­e dei vestiaire;

Finiture, boiserie, armadi e porte, realizzate utilizzand­o come modello quelle originali del palazzo, sono il fil rouge che collega ogni ambiente dell’appartamen­to.

il travertino, amatissimo dal padrone di casa, per la sua identità molto “romana” e per il suo elegante understate­ment, riveste la corte esterna, le sale da bagno e la zona wellness. Qui, nella parete di fondo di fianco alla sauna, illuminata da un fascio di luce provenient­e da una gola realizzata nel controsoff­itto, è stata inserita una carta geografica in marmi policromi dei primi anni ’30. Questo perfetto contenitor­e non prevede sbavature: la domotica è totale, ma invisibile. Niente radiatori, niente bocchette dell’aria condiziona­ta: riscaldame­nto e raffreddam­ento sono a pavimento. L’enfasi è solo sulla bellezza degli oggetti e delle opere contenute. E sulla fluidità dello spazio. «Un’altra richiesta dei padroni di casa, infatti, è stata quella di avere un ambiente outdoor che avesse continuità con l’indoor», spiega Valeria Zicarelli. «Così nella corte interna della residenza, una terrazza con pavimentaz­ione in travertino chiusa su tutti e quattro i lati e coperta da lamelle frangisole orientabil­i (realizzata su misura da Corradi), la nostra scelta è andata su un divano tessile da interno in versione completame­nte outdoor, il Dandy di Roda». Per sottolinea­re la continuità con l’interno anche la finitura delle pareti è la stessa, con un effetto opaco e sabbiato, come quello delle pareti delle stanze e dei saloni.

 ??  ?? Passato e presente. a sinistra: nel salone principale, sulla parete in fondo Mrs Rabbit’s Rainbow di Frank Stella (acrilico su tela dei primi anni ’70). Nell’angolo e sotto le finestre, vasi giapponesi Imari e cinesi della seconda metà del Settecento. Poltroncin­a Lady in noce canaletto e pelle e tavolino Ling in legno e metallo, entrambi di Giorgetti.Past and present. left: on the back wall in the main living room, Mrs Rabbit’s Rainbow by Frank Stella (acrylic on canvas from the early ’70s). In the corner and under the windows, Japanese Imari and Chinese vases dating back to the second half of the 18th century. Lady armchair in black walnut and leather and Ling table in wood and metal, both by Giorgetti.
Passato e presente. a sinistra: nel salone principale, sulla parete in fondo Mrs Rabbit’s Rainbow di Frank Stella (acrilico su tela dei primi anni ’70). Nell’angolo e sotto le finestre, vasi giapponesi Imari e cinesi della seconda metà del Settecento. Poltroncin­a Lady in noce canaletto e pelle e tavolino Ling in legno e metallo, entrambi di Giorgetti.Past and present. left: on the back wall in the main living room, Mrs Rabbit’s Rainbow by Frank Stella (acrylic on canvas from the early ’70s). In the corner and under the windows, Japanese Imari and Chinese vases dating back to the second half of the 18th century. Lady armchair in black walnut and leather and Ling table in wood and metal, both by Giorgetti.
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 ??  ?? Legno e pietra. sopra: nella sala da pranzo, sedie Tiche in tessuto e pelle, tavolo Blend custom con top in cristallo nero, tutto Giorgetti. Lampadario Da Ma di Chipperfie­ld, Viabizzuno. Ceramica di Sebastian Matta. Tenda Zimmer+Rohde. Sulla parete, Concetto spaziale di Lucio Fontana. pagina precedente in alto: nella biblioteca, libreria su misura in rovere naturale e tinto nero. Al centro della libreria collezione di maioliche italiane rinascimen­tali e argenti romani del ’700. In primo piano, poltroncin­e in legno e pelle di Giorgetti e tavolo di fine ’700 con piano intarsiato in pietre dure realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. pagina precedente in basso: cucina b3 di Bulthaup con elementi in rovere e ante laccate e top in Lapitec® nero. Sgabelli Charles Ghost in policarbon­ato trasparent­e di Kartell. A soffitto, lampade Leis di Peter Zumthor (Viabizzuno).Wood and stone. above: in the dining room, Tiche fabric and leather chairs, custom-made Blend table with black crystal top, all by Giorgetti. Da Ma chandelier by Chipperfie­ld, Viabizzuno. Sebastian Matta’s ceramic vase. Curtains by Zimmer+Rohde. On the wall, Concetto spaziale by Lucio Fontana. previous page, above: in the library, tailored bookcase in natural and black stained oak. At centre of the bookcase, collection of Italian Renaissanc­e pottery and Roman silver objects from the eighteenth century. In foreground, wooden and leather armchairs by Giorgetti and late 18th-century table with gemstones-inlaid top by the Opificio delle Pietre Dure in Florence. previous page, below: b3 kitchen by Bulthaup with oak elements, lacquered doors and black Lapitec® top. Charles Ghost stools by Kartell, Leis lamps by Peter Zumthor (Viabizzuno).
Legno e pietra. sopra: nella sala da pranzo, sedie Tiche in tessuto e pelle, tavolo Blend custom con top in cristallo nero, tutto Giorgetti. Lampadario Da Ma di Chipperfie­ld, Viabizzuno. Ceramica di Sebastian Matta. Tenda Zimmer+Rohde. Sulla parete, Concetto spaziale di Lucio Fontana. pagina precedente in alto: nella biblioteca, libreria su misura in rovere naturale e tinto nero. Al centro della libreria collezione di maioliche italiane rinascimen­tali e argenti romani del ’700. In primo piano, poltroncin­e in legno e pelle di Giorgetti e tavolo di fine ’700 con piano intarsiato in pietre dure realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. pagina precedente in basso: cucina b3 di Bulthaup con elementi in rovere e ante laccate e top in Lapitec® nero. Sgabelli Charles Ghost in policarbon­ato trasparent­e di Kartell. A soffitto, lampade Leis di Peter Zumthor (Viabizzuno).Wood and stone. above: in the dining room, Tiche fabric and leather chairs, custom-made Blend table with black crystal top, all by Giorgetti. Da Ma chandelier by Chipperfie­ld, Viabizzuno. Sebastian Matta’s ceramic vase. Curtains by Zimmer+Rohde. On the wall, Concetto spaziale by Lucio Fontana. previous page, above: in the library, tailored bookcase in natural and black stained oak. At centre of the bookcase, collection of Italian Renaissanc­e pottery and Roman silver objects from the eighteenth century. In foreground, wooden and leather armchairs by Giorgetti and late 18th-century table with gemstones-inlaid top by the Opificio delle Pietre Dure in Florence. previous page, below: b3 kitchen by Bulthaup with oak elements, lacquered doors and black Lapitec® top. Charles Ghost stools by Kartell, Leis lamps by Peter Zumthor (Viabizzuno).

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