Un importante progetto made to measure per la villa di in cui abitò Bette Davis. HOLLYWOOD
A Hollywood la villa che fu di Bette Davis è stata completamente restaurata e riarredata (dallo spazio architettonico al più piccolo dettaglio) da VISIONNAIRE in un grande progetto “made to measure”.
Tra il 1934 e il 1936, quando ci abitò Bette Davis, la villa su North Beverly Hills Drive aveva ancora l’aspetto coloniale spagnolo che conferitole dal suo progettista, John Byers, autore di moltissime residenze di lusso nella Los Angeles degli anni ’20 e ’30. Oggi, dopo il restauro globale a opera dell’architetto Roman James, la mansion, totalmente riarredata dal team di Visionnaire L.A. per esplicita richiesta di James, è un edificio ipermoderno californiano con volumi modulati a seguire il profilo delle colline che gioca molto sull’unione tra indoor e outdoor. «Tutto è nato dalla voglia di realizzare un interior project non monotono e non caratterizzato da interni minimalistici freddi», dice Roman James.
Novecento metri quadrati in attesa di abitanti, perché verrà messa in vendita a 45 milioni di dollari dopo essere apparsa nel programma Million Dollar Listing presentato da Josh Altman di Douglas Elliman Real Estate: «Nel mio immaginario la casa è stata progettata pensando a un ricco scapolo o a una famiglia che non vive a L.A. e la utilizza come seconda casa», dice James.
«La casa è stata interamente sventrata e rinnovata», aggiunge Eleonore Cavalli, art director di Visionnaire. «Ci siamo occupati dell’intero progetto, dal living all’illuminazione, alle zone notte, fino al dehors. La richiesta del cliente è stata “semplicemente” quella di uscire dagli schemi di un arredo che per troppo tempo ha dettato legge a Los Angeles. E siamo riusciti a entusiasmarlo. Il progetto è stato portato avanti a quattro mani per realizzare un interior di grande impatto
scenografico enfatizzato dall’enorme lampadario all’ingresso», spiega.
L’entrata, infatti, è dominata da un mastodontico lampadario Brunilde trentacorno, realizzato su misura in taglia XXXL per riempire la doppia altezza con una finitura in nickel nero dialogando, come una scultura aerea, con gli altri oggetti della collezione d’arte presenti nella villa.
Scenografico per scelta e per appartenenza culturale (siamo pur sempre nella casa di una “divina”) l’interior, “made to measure”, rende protagoniste soprattutto le luci. «Come i lampadari Bird, in cristallo e ornati in piume di gallo nella versione in bianco e in nero per le stanze da letto, o Brando, lo chandelier da 32 luci con paralumi in onice velluto disegnato da Samuele Mazza, che si trova nella zona pranzo ed è capace di creare un’atmosfera calda e naturale», racconta Eleonore Cavalli. La palette predominante di crema e oro, con variazioni dal miele a varie tonalità di beige, parte dall’onice della tavola da pranzo e si diffonde in tutti gli ambienti. Anche nella “Cinema room”, preceduta da un lungo corridoio in cui sono incorniciate foto di scena e
ritratti di Bette Davis. Dentro, su tre file come in una sala visione, sono disposti grandi divani Reymond beige, con meccanica interna per regolare col telecomando l’inclinazione del poggiatesta e la profondità di seduta. L’illuminazione soft è data dalle applique Amanda disegnate da Philippe Montels («Un tributo allo stilista Paco Rabanne perché le barrette di alluminio vestono la luce come in un abito sartoriale d’alta moda»). L’ingresso della villa è circondato da uno spazio verde costituito soprattutto da piante mediterranee. L’allure degli anni ruggenti è garantita dalla piscina circolare, elemento architettonico principale della facciata. «Ho realizzato una infinity pool di acqua salata con una piattaforma per permettere a chi è in piscina di guardare verso il tennis, dove c’è un bancone per consentire il servizio bar anche sul campo», racconta Roman James. «Circondata da fontane e illuminata di sera, dà un tocco più europeo alle linee minimaliste e moderne della villa», conclude Eleonore Cavalli.