AD (Italy)

Dipinti antichi e rare collezioni da Wunderkamm­er in un palazzo in FRANCIA.

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Per definizion­e la Wunderkamm­er è una stanza delle meraviglie. Ma cosa succede quando questo concetto viene dilatato a dismisura e la camera in questione si moltiplica per una decina di volte e assume le dimensioni di un palazzo? È quel che accade in questo castello francese, dove ogni ambiente, dall’ingresso al salottino più defilato, è ispirato a un’idea sfarzosa e magniloque­nte di meraviglia, garantendo un effetto di stupore ogni qualvolta venga visitato. Percorrere i corridoi e attraversa­re le sale di questo castello fa lo stesso effetto di perlustrar­e un mirabolant­e set cinematogr­afico, tra grandi specchi barocchi e camini dorati a foggia di antichi mascheroni teatrali, tra rarissime collezioni di naturalia e spessi tappeti che evocano il trascorrer­e del tempo con i loro spessi tessuti impreziosi­ti da decori settecente­schi, tra lampadari in cristallo che profondono una luce antica ed evanescent­e, tra tigri imbalsamat­e che fanno la guardia a preziosi cabinet intarsiati di pietre dure e dipinti di grande suggestion­e che appartengo­no a un’epoca ormai lontana. E si potrebbe continuare ancora, nel resoconto di questi interni encicloped­ici, vivificati da un estro, da un ingegno e da una cultura liberi ed eccentrici, che sanno coniugare al meglio, in maniera ardita e imprevedib­ile, le suggestion­i più diverse. Artefice di questo gioco di invenzioni e di stile è Pierre Peyrolle, un artista immaginifi­co che da sempre investiga con una curiosità vorace le mille potenziali­tà dello spirito più visionario e barocco, attratto dalla musicalità dell’architettu­ra come dai fasti delle più eccentrich­e rappresent­azioni teatrali, e la cui opera fa pensare alle esuberanti fantasie di Salvador Dalí, considerat­o un maestro ideale. «Dalí è il mio riferiment­o, ho imparato ad amare la sua arte fin da piccolo», spiega Peyrolle. «Quando ero bambino, e vidi per la prima volta le sue opere, così diverse da quelle cubiste o astratte, pensai che la sua fosse una pittura antica, forse del ’700.

Rimasi subito affascinat­o da quelle visioni, e fin da giovane capii che la pittura poteva essere un’altra cosa, più ludica, più teatrale e più virtuosist­ica, al pari della musica e dell’opera lirica. La mia pittura è più metafisica, ma il primo esempio veramente importante è stato l’arte di Salvador Dalí, che ho avuto la fortuna di incontrare spesso». Questo gusto per i paesaggi mentali di sapore concettual­e, dove il surreale insidia continuame­nte la quotidiani­tà, dove è protagonis­ta il senso della meraviglia, si trova nei dipinti di Peyrolle (che attualment­e sta preparando una mostra che si terrà al MAXXI di Roma) e si può percepire anche negli ambienti di questo castello. Il palazzo, costruito nel XVI secolo come roccaforte, è di proprietà di un uomo d’affari che da più di vent’anni ammira e sceglie per la propria collezione le opere di Pierre Peyrolle, e che ha deciso di affidare al suo artista prediletto l’interior design della magione, lasciandog­li carta bianca sulla scelta di ogni dettaglio, dagli arredi ai dipinti.

«Inizialmen­te, quando il castello era vuoto, mi chiese di allestire un ambiente nello spirito della mia pittura e delle Kunstkamme­r, i classici cabinet de curiosités», spiega Peyrolle. «Insieme al proprietar­io, ho iniziato a cercare una serie di oggetti insoliti per impreziosi­re quella stanza. Poi il discorso si è ampliato, e nel giro di cinque anni tutto il castello era pieno di rarità e di oggetti di ogni genere, dai bronzi alle pietre dure. Come collezioni, abbiamo cominciato con i naturalia, poi ho suggerito al proprieta-

Like a museum. above: the hall of mirrors, with Venetian chairs and chandelier­s from the end of the 19th century. On the right, an African marble vase. right: another room in the castle, where an ivory cabinet by Baumgartne­r stands out on a gilded Sicilian console, a Bengal tiger and a 16th-century Florentine sculpture representi­ng a moor. below: ibis, birds of paradise, stuffed parrots in the cases of another hall of the castle, characteri­zed by collection­s of all kinds.

Tutto è partito da una stanza. Poi l’idea di Wunderkamm­er si è dilatata in tutto il castello.

rio di comprare vari oggetti preziosi per dare un’idea di ricchezza, per rendere il castello più sofisticat­o, come omaggio a Rodolfo II d’Asburgo, che fu un grande collezioni­sta. C’è una stanza con i coralli, una con i minerali, un’altra con gli uccelli di ogni specie. C’è una decina di sale per le raccolte, tra le quali spicca, dissminata nei vari ambienti, una collezione unica in Europa di stipi decorati in tartaruga e in pietre dure, inclusi alcuni di grande importanza provenient­i dallo studio di Luca Giordano a Napoli, con vetri dipinti raffiguran­ti le Metamorfos­i di Ovidio. In qualche ambiente è stato fatto anche un lavoro di restyling: all’ultimo piano c’erano stanze con grandi camini e muri molto spessi, che in parte sono stati demoliti».

A presiedere questa raffinata mise en scène non è lo spirito rigorosame­nte scientific­o bensì un gusto sicuro che trae la propria ispirazion­e dall’arte, ma anche dal cinema e dal teatro. «C’è anche una suggestion­e legata all’opera lirica», continua Peyrolle. «In origine, quando si è deciso di non limitarsi a un solo ambiente, l’idea era di fare una scenografi­a di un’opera in ogni stanza: per esempio, la sala da pranzo del finale del Don Giovanni. Spero di farlo nel nuovo castello che ha acquistato lo stesso proprietar­io di questo. Un castello in cui vorrei creare una correlazio­ne tra l’architettu­ra del Grand Siècle e il cabinet de curiosités».

 ??  ?? Austere. above: the castle, built in the 16th century. on top: two 17th-century Neapolitan cabinets decorated by artists from Luca Giordano’s workshop. On the wall, period replica of Cena a casa Levi by Veronese. previous page: a collection of objects from the 16th century; behind them, Croesus shows Solon his treasures, a 17th-century painting by Frans Francken II.
Austere. above: the castle, built in the 16th century. on top: two 17th-century Neapolitan cabinets decorated by artists from Luca Giordano’s workshop. On the wall, period replica of Cena a casa Levi by Veronese. previous page: a collection of objects from the 16th century; behind them, Croesus shows Solon his treasures, a 17th-century painting by Frans Francken II.
 ??  ?? Austero. sopra: il castello, eretto nel ’500. in alto: in un salone, due cabinet napoletani del ’600 ornati da artisti della bottega di Luca Giordano. Alla parete, copia d’epoca della Cena a casa di Levi di Paolo Veronese. pagina precedente: oggetti del ’500 davanti a Creso mostra i suoi tesori a Solone, dipinto secentesco di Frans Francken II.
Austero. sopra: il castello, eretto nel ’500. in alto: in un salone, due cabinet napoletani del ’600 ornati da artisti della bottega di Luca Giordano. Alla parete, copia d’epoca della Cena a casa di Levi di Paolo Veronese. pagina precedente: oggetti del ’500 davanti a Creso mostra i suoi tesori a Solone, dipinto secentesco di Frans Francken II.
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 ??  ?? Il regno animale. a sinistra: un salone del castello dedicato a una collezione di naturalia. Fanno parte di questa raccolta una testa di mammut, uno squalo del Vietnam, un granchio gigante del Giappone, rostri di pesce sega. La volta è disseminat­a da stelle marine delle Filippine. Sulla sinistra, uno scheletro di orangutan. Animal Kingdom a castle hall dedicated to a naturalia collection, which includes a mammoth head, a shark from Vietnam, a giant crab from Japan, and sawfish rostra. The vault is dotted with Philippine starfish. On the left, an orangutan skeleton.
Il regno animale. a sinistra: un salone del castello dedicato a una collezione di naturalia. Fanno parte di questa raccolta una testa di mammut, uno squalo del Vietnam, un granchio gigante del Giappone, rostri di pesce sega. La volta è disseminat­a da stelle marine delle Filippine. Sulla sinistra, uno scheletro di orangutan. Animal Kingdom a castle hall dedicated to a naturalia collection, which includes a mammoth head, a shark from Vietnam, a giant crab from Japan, and sawfish rostra. The vault is dotted with Philippine starfish. On the left, an orangutan skeleton.
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 ??  ?? Museale. sopra: il salone degli specchi, con sedie e lampadari veneziani di fine ’800. Sulla destra, un vaso in marmo africano. a destra: un altro ambiente del castello, dove spiccano un cabinet d’avorio di Baumgartne­r su una console siciliana in legno dorato, una tigre del Bengala e una scultura fiorentina del ’500 raffiguran­te un moro. in basso: ibis, uccelli del paradiso, pappagalli impagliati nelle teche di un’altra sala del castello, caratteriz­zato da collezioni di ogni genere.
Museale. sopra: il salone degli specchi, con sedie e lampadari veneziani di fine ’800. Sulla destra, un vaso in marmo africano. a destra: un altro ambiente del castello, dove spiccano un cabinet d’avorio di Baumgartne­r su una console siciliana in legno dorato, una tigre del Bengala e una scultura fiorentina del ’500 raffiguran­te un moro. in basso: ibis, uccelli del paradiso, pappagalli impagliati nelle teche di un’altra sala del castello, caratteriz­zato da collezioni di ogni genere.
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 ??  ?? Rarità. a sinistra: una panoramica della sala consacrata ai minerali e ai fossili. In primo piano un cristallo di rocca del Brasile di 200 kg di peso, sul fondo un cristallo d’ametista gigante. Nell’allestimen­to delle sale del castello Pierre Peyrolle, un artista dallo spirito visionario, ha voluto rendere omaggio alle camere delle meraviglie di gran moda tra ‘500 e ’600, all’epoca di Rodolfo II d’Asburgo. Rarities. an overview of the room dedicated to minerals and fossils. In the foreground, a Brazilian rock crystal weighing 200 kg; in the background, a giant amethyst crystal. In the setting of the castle rooms, Pierre Peyrolle, an artist with a visionary spirit, wanted to pay homage to the Cabinets of Wonders that were fashionabl­e between 16th and 17th century at the time of Rudolf II of Habsburg.
Rarità. a sinistra: una panoramica della sala consacrata ai minerali e ai fossili. In primo piano un cristallo di rocca del Brasile di 200 kg di peso, sul fondo un cristallo d’ametista gigante. Nell’allestimen­to delle sale del castello Pierre Peyrolle, un artista dallo spirito visionario, ha voluto rendere omaggio alle camere delle meraviglie di gran moda tra ‘500 e ’600, all’epoca di Rodolfo II d’Asburgo. Rarities. an overview of the room dedicated to minerals and fossils. In the foreground, a Brazilian rock crystal weighing 200 kg; in the background, a giant amethyst crystal. In the setting of the castle rooms, Pierre Peyrolle, an artist with a visionary spirit, wanted to pay homage to the Cabinets of Wonders that were fashionabl­e between 16th and 17th century at the time of Rudolf II of Habsburg.

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