Esuberanza & sobrietˆ
Riapre in via Montenapoleone la boutique di BULGARI, rivisitata secondo i canoni estetici di Peter Marino e piena di rimandi al design e all’architettura milanese dagli anni Trenta ai Settanta. In un omaggio sontuoso alla città.
Citazioni. sopra: sala della Collezione Alta Gioielleria. a sinistra: scorcio del giardino verticale creato dell’artista giapponese Azuma Makoto. Lampada Arco dei Fratelli Castiglioni (Flos), sedute di Ico Parisi (1951), tavolino di Gio Ponti (1931). a destra: la sala Bagutta, con il tavolo ispirato ai lavori di Angelo Mangiarotti (Agape). pagina seguente, in basso: particolare di una vetrina Alta Gioielleria.
È stata inaugurata il 28 novembre la boutique Bulgari in via Montenapoleone a Milano, sviluppata intorno all’idea di bellezza eclettica e globale di Peter Marino comune a tutti gli altri negozi della maison (e all’estetica stessa di Bulgari): si parte dall’arte, e la si sviluppa nei volumi, nelle proporzioni, nelle geometrie e negli arredi. Risultato, uno spazio estremamente Bulgari e, contemporaneamente, estremamente milanese, pensato come un omaggio alla città e agli uomini che hanno scritto la storia del design. Primo fra tutti Piero Portaluppi e la sua Villa Necchi Campiglio: i soffitti e le pareti divisorie in bronzo sono decorati con un motivo a losanga (che è anche tipico dei gioielli Bulgari), la parete di specchi (ai quali è stata aggiunta come decoro la stella della maison) delle sale vendita ricorda quella della villa. «Nel ripensare lo spazio abbiamo introdotto il concetto di promenade, liberando la parte centrale per ottenere un effetto grandioso ma conservando ai lati molte altre stanze, tutte da esplorare», spiega Silvia Schwarzer, Bulgari Senior Director of Architecture and Visual. Nell’ingresso le collezioni storiche, Diva’s Dream e Serpenti, esposte in counter liberamente ispirati alle opere di Carlo Scarpa, sono inserite in un ambiente luminosissimo, con travertino bianco per i pavimenti, breccia di Seravezza per le porte, porfido rosso per la stella a otto punte intarsiata nel pavimento. Domina lo spazio dall’alto un grandioso lampadario originale che Gio Ponti realizzò su commissione (insieme ad altri, di cui tre, enormi, si trovano nella boutique di New York) negli anni ’60 per Villa Nemazee a Teheran. «In ogni stanza abbiamo voluto un
Segni distintivi. a destra: particolare della galleria degli accessori, con il soffitto a volta con il tipico motivo Bulgari a losanghe. sotto: tavoli di vendita custom ispirati a Franco Albini. Lampade originali di Angelo Brotto (1960). in basso: la sala Montenapoleone con lo spettacolare lampadario disegnato da Gio Ponti nel 1960. Sulla parete in fondo, Birth of Venus di Andy Warhol (1984). oggetto unico e non replicabile legato profondamente a Milano», spiega Silvia Schwarzer. Ecco quindi il tavolo originale di Paolo Buffa (1940) nel giardino d’inverno, le sedute, di Ico Parisi, le librerie e i tavoli di Mangiarotti. Sempre nel giardino d’inverno si trova, sopraelevata su un piedistallo come un’opera d’arte, la poltrona Proust di Alessandro Mendini. «È un prototipo del 1978, dipinto a mano da sua nipote, che il proprietario della ditta MIM di Roma, specializzata in design e modernariato, voleva mettere all’asta», racconta Schwarzer. «L’abbiamo presa e messa qui». Il disegno del pavimento in marmo Lasa lavorato a mosaico innestato su marmi Bois Jourdan e porfido si prolunga alla parete di fondo, incorniciando l’installazione floreale dell’artista giapponese Azuma Makoto: «Partendo da un disegno di Portaluppi, l’artista ha lavorato con la geometria della natura realizzando un’opera che ha i colori di Roma e porta un po’ di verde in un interno milanese, continuando a cambiare nel tempo», dice Schwarzer. I colori di Roma, in un preciso momento della giornata, li ha voluti Peter Marino per le stanze di vendita, spazi necessariamente più intimi: i tessuti e i preziosi velluti che ricoprono le sedute di Ico Parisi replicano la luce aranciata dei tramonti sul Tevere. □