La tradizione degli chalet viene reinterpretata a , in un progetto di gusto contemporaneo. COURCHEVEL
Uno chalet controcorrente e pieno di invenzioni: lo sviluppo in verticale, l’uso creativo di materiali e colori, l’originale suddivisione degli spazi. A COURCHEVEL , un progetto che mette in dialogo, con gusto e ironia, la cultura della montagna con la cr
Creatività contemporanea. a destra: la zona scala a uno dei piani della casa. La balaustra in ferro battuto è realizzata su disegno dall’officina metallurgica AMC Bergeron di Rochechinard, che ha lavorato anche per il museo del Qatar a Doha. Specchio “brinato” di Laurent Pernot, galleria Odile Ouizeman. La porta scorrevole è realizzata con pannelli di legno di recupero. a sinistra: all’ingresso, un montonescultura di Hanns-Peter Krafft. Panchetta Odds & Ends di Jo Meesters. Opera luminosa di Caroline Baup. Il pavimento è in placche di ardesia. La parete e il soffitto invece sono rivestiti in doghe effetto rame.
Candice e Marc, i proprietari della casa fotografata in queste pagine a Courchevel, stazione di sport invernali in Savoia, sono da sempre innamorati della montagna. Lui è del luogo e da anni svolge attività di guida d’alta quota; lei, invece, è montanara d’adozione ma appassionata di questa terra almeno quanto lui. Qui a Courchevel, dove un tempo c’era la fattoria della famiglia di Marc, i due hanno creato l’Hameau de Marcandou (“Borgo di Marcandou”), tre chalet di lusso che funzionano un po’ come un residence. A poca distanza hanno poi costruito la loro dimora personale, mettendo in pista lo stesso gusto, la stessa cura per il dettaglio: la tradizione degli chalet è reinventata, resa contemporanea da accostamenti e inserimenti inattesi, da tocchi d’ironia e da una scelta eclettica di pezzi di design d’autore. L’edificio, chiamato Uummannaq (“cuore” nella lingua della Groenlandia), è stato realizzato a sei mani insieme all’architetto Olivier Gay, un amico d’infanzia di Marc che li ha aiutati anche nella realizzazione dell’Hameau de Marcandou. La superficie del lotto di terreno ha obbligato la scelta di costruire una struttura su più livelli: tre piani da 36 metri quadrati in cui sono distribuiti tre camere, servizi e un living. L’elevazione conferisce alla struttura un aspetto quasi da capanna sull’albero, valorizzato da grandi vetrate che sfruttano al massimo gli affacci sul panorama circostante. Creare ambienti distinti in una superficie ridotta avrebbe potuto portare a un effetto di parcellizzazione degli spazi: questo è stato evitato grazie all’apertura del volume della scala, che attraversa in verticale l’edificio e culmina nel grande soggiorno sottotetto, dove la balaustra in ferro battuto diventa un elemento decorativo che dà eleganza e fluidità.
«Lo chalet doveva corrispondere all’immagine che abbiamo della vita in montagna», spiega Candice. «Non volevamo uno spazio 100% legno: è una soluzione apprezzabile per una casa di vacanza, ma vissuta tutto l’anno può diventare soffocante». E così, questo materiale viene utilizzato con parsimonia, mentre l’uso di una vasta gamma di altre materie e finiture dà ritmo e respiro a questo progetto d’interni: il pavimento dell’ingresso è in ardesia multicolore, il bagno in pietra di Vals, le ringhiere della scala in metallo, alcune pareti sono intonacate e altre dipinte in colori caldi e naturali. Nel soggiorno, il pavimento è in parquet trattato in due modi diversi: in una parte della stanza è lasciato al naturale, in un’altra è protetto da una vernice che gli dà un tono ramato. Colori autunnali che creano l’atmosfera accogliente desiderata dalla coppia.
Oltre a questi toni caldi e avvolgenti, l’impressione di calore è data anche dai materiali che sono stati utilizzati, frutto di un’attenta scelta. Pellicce sintetiche e pelli di animali invitano gli ospiti a sedere vicino al caminetto, dove si passano serate all’insegna del relax. Mentre, sempre nel soggiorno, un divano dalle proporzioni generose, rivestito con un tessuto a grandi fiori, offre ai visitatori un abbraccio a cui è difficile resistere. L’atmosfera viene creata anche dagli oggetti: a una parete, una testa di camoscio (in cartapesta, però) come trofeo, una vecchia poltrona con la struttura fatta interamente di corna d’alce: i riferimenti alla natura sono molti. Come quelli al design contemporaneo: nel soggiorno si riconoscono una credenza disegnata da Sebastian Wrong insieme all’artista Richard Woods, e poi un divano dei fratelli Campana, un lampadario di Marcel Wanders; nel bagno padronale il lampadario è un classico di Ingo Maurer, con le lampadine alate che spiccano il volo. Come un’eco sulla neve, la camera da letto principale si veste di bianco. Sul letto, la spessa coperta in mohair è un baluardo nella stagione fredda. Un bozzolo prezioso e raffinato, come questa casa.
Il legno, materiale montano per eccellenza, viene utilizzato con parsimonia. E l’uso di una vasta gamma di altre materie e finiture - ardesia, pietra di Vals, vernici colorate, metallo lavorato dà ritmo e respiro a questo progetto d’ interni.