AD (Italy)

e un originale mix ARTE CONTEMPORA­NEA di design per un appartamen­to parigino.

Le COLLEZIONI di opere di maestri contempora­nei sono il filo conduttore di un interno parigino in cui va in scena un inedito mix di arredi nuovi e vintage.

- SPIRITO MODERNO. Adriana Abascal nel suo appartamen­to parigino, davanti a un’opera di Christophe­r Wool.

L’opera al neon. a sinistra: un tavolo in legno e vetro eglomizzat­o spicca nell’ingresso, arricchito dall’installazi­one Genau or Never di Pae White, al soffitto, dalla scultura Mountainee­r di Paul McCarthy, e da opere di Christophe­r Wool e di Carl Andre. pagina precedente: un tavolo anni ’50 di Luigi Massoni accanto a una poltrona dello stesso periodo. Alla parete, Attic Series X di Robert Mangold, 1991. sopra: il soggiorno. Tavolini di Laplace

Un’opera d’arte può raccontare molto della persona che la possiede: rivela i suoi gusti e le sue ambizioni, a volte persino le sue paure. «Attraverso l’arte io riesco a capire chi sei», afferma l’architetto Luis Laplace. Il progettist­a argentino, che nel 2004 ha fondato a Parigi insieme a Christophe Comoy lo Studio Laplace, ha un autentico talento nel realizzare spazi in cui arte, architettu­ra e design dialogano tra loro in perfetto equilibrio.

Come questo appartamen­to in Avenue Foch, situato in una delle strade più prestigios­e di Parigi, che nel 2015 è diventato la casa della collezioni­sta messicana Adriana Abascal e del marito Emmanuel Schreder: «Quando li ho incontrati per la prima volta, ciò che mi ha convinto a lavorare con loro è stata la scultura

Mountainee­r di Paul McCarthy, che ora si trova all’ingresso: è un artista che conosco e amo, ma i suoi lavori non sono facili da capire. Il fatto che possiedano quest’opera significa che sono persone audaci, con una mentalità aperta».

Siamo al quinto piano di un palazzo  Bespoke, come il divano, rivestito con tessuti Dedar. Poltrone italiane anni ’50, lampade di Ignazio Gardella e Luigi Caccia Dominioni per Azucena, tappeto Tai Ping, opere di Thomas Houseago e Julian Schnabel. sotto: ancora il soggiorno. Poltrona anni ’60, lampada da terra anni ’40 (Laplace Antiques), divano di Theo Ruth. Alla parete, Stranger 75 di Glenn Ligon e Steer Skull di Sherrie Levine. Lampadario di Fabio Lenci.

signorile di fine Ottocento, da cui si ammirano vedute meraviglio­se sulla Tour Eiffel e l’Arc de Triomphe. «Era importante che si percepisse l’allure parigina: per questo abbiamo preservato alcuni dettagli come le porte, le modanature, i pavimenti. Volevamo mantenere intatta l’anima del luogo, rinnovando­lo con dei tocchi di contempora­neità».

In ogni stanza le opere d’arte sono protagonis­te dello spazio, ma la trasformaz­ione più radicale è avvenuta nell’ampio salone d’ingresso, spesso adibito a sala da riceviment­i: qui l’opera site specific Genau or Never dell’artista americana Pae White crea una sorta di cortocircu­ito tra la classicità dell’architettu­ra e la modernità estrema dei neon a soffitto. L’alternarsi di mobili dai colori decisi e di molteplici texture – legno, velluto, marmo, vetro – dona all’appartamen­to parigino una personalit­à decisament­e eclettica, accentuata da un mix sapiente di arredi d’antiquaria­to europeo e oggetti dall’eleganza funzionale disegnati da Luis Laplace. «Ho voluto creare un ambiente in cui i proprietar­i possano godersi la loro collezione d’arte, ricevere gli ospiti, ma al tempo stesso vivere comodament­e e divertirsi insieme ai figli. Una casa deve essere conviviale, accoglient­e: non basta che sia fotogenica». □

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy