In una mostra a Milano le opere dei maestri italiani del ROMANTICISMO.
Per la prima volta a Milano una straordinaria mostra racconta il contributo italiano all’arte del ROMANTICISMO, il movimento culturale che nell’Ottocento ha rivoluzionato l’immaginario e la sensibilità del mondo occidentale.
Vita e ideale, passione e politica, filosofia e bellezza: il Romanticismo è la rivoluzione epocale della modernità, un arabesco che muove verso l’incognito e l’impossibile nel segno dell’assoluta libertà espressiva. L’arte romantica in Italia ha una storia radicata nella vicenda preunitaria del Paese. È Milano l’industriosa «officina del Romanticismo», l’epicentro di un rinnovamento che dai territori della pittura coinvolgerà ogni ambito creativo, fino a toccare Torino, Firenze e Napoli. A Milano lavorano Francesco Hayez, grande novatore della pittura storica, e Giuseppe Molteni, pioniere del ritratto ambientato. La scenografia domestica «torna al lusso di pendole barocche, letti gotici e scranni rococò». Il paesaggio, genere un tempo considerato minore, scopre l’emozione palpitante della notte, sublime contrappunto alla solarità neoclassica, e conquista scenari inesplorati come le Alpi. Sono alcuni dei temi della mostra “Romanticismo”, la prima sul contributo italiano
La suggestione della notte. a destra: Episodio del Diluvio universale di Filippo Giuseppini, 1836, olio su tela, 241×187 cm. pagina seguente, in alto: Notturno a Capri di Salvatore Fergola, 1843, olio su tela, 106×131 cm.
al movimento che ha eluso i canoni del Bello ideale e proiettato le arti nel vivo della modernità. Ne è prova la spettacolare sezione dedicata alla scultura, che apre nuovi orizzonti sulle arti plastiche dell’800. «Dopo Canova gli scultori italiani si affermano come i più virtuosi al mondo. Riscoprono il piacere dell’incanto grazie a un inedito naturalismo declinato in chiave sentimentale», spiega Fernando Mazzocca, curatore della rassegna. È un’esperienza di stato d’animo più che di stile, ma anche di indipendenza e di ribellione, in sintonia con i valori del Risorgimento sui quali si è costruita l’identità nazionale. «Attraverso la memoria del passato, che si esprime nella pittura storica e nel tema eroico, l’Italia recupera il suo orgoglio nel segno della cultura e della bellezza». Sono ben 200 le opere esposte, tra cui costumi di scena della coeva stagione operistica scaligera. «Si delinea una panoramica del Romanticismo nella sua interrelazione con lo spettacolo, la musica e la letteratura, per restituire lo spaccato di un’epoca in cui l’arte è stata realmente partecipe della vita». Non solo. «L’immaginario romantico, in cui si spazia da un’epoca all’altra con rinnovata libertà espressiva, è decisamente rifiorito».
Grande scultura. in alto: Giorgio Rhodios che uccide la moglie Demetria e poi se stesso per fuggire alla crudeltà musulmana (Saremo liberi!) di Giorgio Rhodios, 1841-1851, olio su tela, 170×142 cm. sopra: Autoritratto in gruppo di amici di Francesco Hayez, 1827, olio su tela, 42,8×32,5 cm. a sinistra: La ninfa del deserto di Lorenzo Bartolini, 1836-1852, marmo, 90×125×67 cm.