Le forme e i materiali della sono TRADIZIONE reinterpretati in una casa ai piedi delle Dolomiti.
A Siusi, ai piedi delle DOLOMITI, la casa di un architetto riprende le forme e i materiali dei fienili locali reinterpretandoli in chiave contemporanea.
Questo è un luogo in cui i sogni si realizzano” potrebbe essere l’incisione sul portone della casa dell’architetto Stefan Rier a Siusi, dove un tempo viveva il sacrestano del paese. Partner dello studio NOA, Stefan ha realizzato il suo sogno di bambino: vivere in un fienile a 1.050 metri di altitudine. Cresciuto a Siusi, ai piedi dello Sciliar, Stefan ha trascorso molti inverni a giocare nei fienili: «Erano un campo giochi perfetto e noi ci divertivamo a saltare nelle balle soffici». Quel campo giochi, con open space e travi a vista, è diventato la principale fonte d’ispirazione per casa sua, la versione contemporanea di un fienile, un mix di linee pulite e architettura fantastica, surreale, da circo. In qualche modo è anche un riflesso del suo passato di decoratore d’interni e architetto, «che sono mondi diversi», precisa.
«A un certo punto mia moglie Steffi, che ha un approccio più razionale all’interior, mi ha chiesto di limitarmi, per non esagerare», racconta. E lui lo ha fatto, ma non per ciò che riguarda i materiali: dal tessuto geometrico che ricopre i grandi cubi sospesi appoggiati alle cornici di legno, fino alla carta da parati, o al metallo lavorato al laser per le scale o le piastrelle di recupero che ricoprono la maggior parte degli elementi della cucina e delle sale da bagno. Fedele allo stile architettonico locale, Stefan ha optato per un guscio esteriore in armonia con il genius loci, interpretando invece lo spazio in chiave contemporanea per ciò che riguarda l’interior. Rier ha progettato l’edificio con un plinto di pietra per i livelli inferiori, con il garage e gli appartamenti degli ospiti, sovrastato da una struttura in legno per i piani superiori, che forma il vero e proprio fienile, con la casa privata dell’architetto. «Volevo mantenere l’emozione del grande open space su tre livelli che appartiene alla memoria della mia infanzia», dice.
A parte i tre cubi agganciati alla struttura lignea che contiene le camere da letto, separate dal resto, c’è una continua connessione del piano principale con la zona living e la cucina. La suddivisione dei tre piani è stata risolta in modo non convenzionale, con quello principale concepito come uno spazio rivolto verso l’esterno, quasi fosse una piazza, dove le persone si incontrano e socializzano.
Fin dagli albori della storia, il focolare ha giocato un ruolo centrale nelle abitazioni. Ed è così anche nella casa di Stefan Rier, dove la socializzazione, la cucina e i pasti si svolgono tutti intorno al camino centrale. Più in alto si sale con la scala decorativa che si avvolge nello spazio come un nastro, più intime diventano le stanze: le camere e le sale da bagno si trovano al primo piano, e al piano più alto si raggiunge la zona più intima della casa con la sauna e la terrazza con l’idromassaggio esterno, diventato parte della routine quotidiana. «È lo spazio dedicato alla pulizia interiore ed esteriore, il santuario in cui raccogliersi dopo una dura giornata al lavoro», spiega Stefan. «E vicinissimo al paradiso», aggiunge. È anche il punto migliore da cui
osservare la natura, le Dolomiti e l’altipiano. Tre delle facciate della casa sono completamente rivestite in legno, e creano un’atmosfera discreta, che protegge dal rumore della strada. La quarta, completamente in vetro, dà un senso di apertura e consente una vista incredibile, mentre le travi creano un contrasto armonioso tra l’aspetto contemporaneo e quello tradizionale della casa.
Per ciò che riguarda la palette cromatica, Stefan ha scelto colori inattesi come il turchese e il blu petrolio. «La mia casa riflette la mia vita», dice. Ha unito i due mondi in cui è cresciuto in un mix armonioso e perfettamente riuscito di tonalità e stili. «Mettendo insieme materiali tradizionali come il legno, la pietra e il feltro e le varie tonalità di blu, ho combinato i due mondi in cui sono cresciuto», spiega Stefan, facendo riferimento all’infanzia trascorsa nel Sud Tirolo e gli anni successivi nell’area mediterranea, che lo ha influenzato nell’uso di motivi orientaleggianti e dei colori. L’interior design è adattato alla struttura architettonica con diversi cubi e terrazze appoggiati alla struttura in legno, che permettono alla luce proveniente dai grandi lucernari e dalla facciata in vetro, di circolare nell’intero open space. «La principale sensazione che dà vivere in questa casa è la libertà, ma quello che mi rende felice è osservare il sorriso dei miei ospiti», dice Stefan. «La vita è divertente e non dovrebbe focalizzarsi mai solo sul lavoro».