AD (Italy)

Earth and sky

AT CHIENES, PUSTER VALLEY, A CONTEMPORA­RY, ECOLOGICAL HOUSE WHERE WOOD IS BOTH CLADDING AND STRUCTURE.

- words RUBEN MODIGLIANI – photos MANUELA TESSARO, STEFANO SCATÀ, GUSTAV WILLEIT

Chienes, lower Puster Valley, forests and mountains, typical rural dwellings. The one seen here is a courageous project for the Rubner family, owners of a large company specialize­d in wooden architectu­ral structures. The bidding was won by the architect Stefan Hitthaler, based in Brunico. «On my first visit I realized I did not want to make an extension of the existing building, but an independen­t volume – three of them, in fact, one for each of Peter Rubner’s sons», he says. But discussion­s with the clients led to the idea of a single building as a home for the youngest son (on the two upper levels) and a space for parties and events below, facing a courtyard. The house has an original form: two long narrow wings form a V, with the main entrance at the point, on the middle level, since the lower floor is a semi-basement. The main floor contains a large kitchen and living area, each in one wing of the V. The upper level is for a bathroom and two bedrooms, with windows facing private terraces. The kitchen-living spaces are fully glazed, with the two overhangin­g blocks of the bedrooms, clad in wood, above them. There are no visible supports: the load-bearing function is performed by wooden beams inside the walls. A second kitchen for parties serves the lower event space. The furnishing­s, chosen together with the interior designer Barbara Mayr, combine traditiona­l and custom pieces.The minimum ecological impact of the house relies on energy self-sufficienc­y supplied by geothermal heating. The project is perfectly inserted in the natural context, and through the use of wood it grants a new form to an age-old constructi­ve tradition of excellence.

Dal desiderio di ampliare un maso a CHIENES, nella bassa Val Pusteria, ha preso forma un progetto totalmente contempora­neo e dall’anima ecologica. Dove il legno è usato come rivestimen­to ma anche con funzione struttural­e. E la terra offre protezione e calore.

La casa è su tre livelli: visti dalla corte interna, i due più bassi hanno la facciata totalmente vetrata. Mentre il più alto, che ospita le camere, è rivestito in legno. Due volumi aggettanti che sembrano volare.

Chienes, nella bassa Val Pusteria, è terra di boschi e di monti. E di masi, tipiche abitazioni di origine rurale. La casa di queste pagine rappresent­a l’ampliament­o di uno di questi. Un progetto coraggioso e interessan­te a iniziare dai committent­i: la famiglia Rubner, titolare di una grande azienda specializz­ata nella realizzazi­one di strutture architetto­niche in legno. Per l’occasione la famiglia ha indetto un concorso a inviti. Il vincitore è risultato Stefan Hitthaler, che ha lo studio a Brunico. «Dopo un primo sopralluog­o ho capito che non volevo costruire un’estensione dell’edificio esistente ma fare un edificio autonomo – anzi tre, uno per ciascuno dei figli di Peter Rubner. E ho scelto io dove costruire. Credo che sia stato questo approccio così propositiv­o Conviviali­tà. in alto: nella sala del piano inferiore, ideata per ospitare eventi, pezzi tradiziona­li sono messi in dialogo con arredi contempora­nei, come il grande tavolo in legno. pagina precedente, in alto: l’edificio visto dalla corte. Al primo livello ci sono l’acetaia, sulla sinistra, e la sala per cene e feste. Al piano intermedio, la cucina e il living. In alto sono poste le camere. pagina precedente, in basso: la cucina ha elementi verticali con ante in legno e una lunga isola con piano in pietra. In tutta la casa i materiali evocano la natura che la circonda. a farmi vincere il concorso», racconta l’architetto. Il punto di partenza è stato individuar­e, all’interno della proprietà, la parcella su cui costruire: un’area da cui si domina il paesaggio della vallata. Dialogando con la famiglia l’idea originaria di tre volumi distinti è stata accantonat­a a favore di un unico edificio che prevede una casa per il figlio più giovane (sui due piani più alti) e un luogo pensato per feste ed eventi ricavato al livello più basso affacciato su una corte.

La casa ha una forma originale: due parallelep­ipedi lunghi e stretti disposti a formare una V, con l’accesso principale posto al vertice. Da qui si entra al livello di mezzo, quello inferiore infatti è seminterra­to. La corte centrale, versione contempora­nea di un’aia contadina, è stata ricavata sfruttando il dislivello del terreno. Il piano di ingresso ospita una grande cucina e un living, uno per braccio della V. Da qui una scala essenziale porta al piano superiore: i gradini sono blocchi in legno massiccio fissati alla parete bianca da una parte e a una grande lastra di vetro dall’altra. E sembrano così galleggiar­e nell’aria. Al piano superiore i due bracci dell’edificio ospitano ciascuno un bagno e due camere, tutte con una parete vetrata che si affaccia su un suo piccolo terrazzo privato e da qui sul paesaggio. «Questi balconi sono i posti che preferisco nella casa, anche se – credo – i meno utili. Forse per fare yoga la mattina?», prosegue Hitthaler. «Ognuno inquadra una direzione, sono come delle cornici

per il panorama». Visto dalla corte, i due piani inferiori sono totalmente vetrati, una trasparenz­a su cui sono appoggiati i due corpi aggettanti delle camere, rivestiti in legno. «Sembra che volino», dice l’architetto. Non ci sono appoggi: la funzione struttural­e di sostegno è assolta da travi di legno lamellare poste all’interno delle pareti. Al livello seminterra­to, invece, pavimenti in pietra per l’acetaia, dove è ricavata anche una seconda cucina, e per la sala delle feste. Qui è disposta una collezione di tele tutte a soggetto naturalist­ico (molte sono opera di Peter Rubner). L’arredament­o, curato insieme alla designer Barbara Mayr, accosta pezzi tradiziona­li e altri realizzati su disegno. Come il grande tavolo in legno massiccio, sul cui piano i segni del tempo diventano una decorazion­e naturale.

Il progetto ha anche un’anima ecologica. «Abbiamo voluto costruire un edificio dal minimo impatto ambientale, capace Tradizione 2.0. in alto: l’acetaia al piano inferiore, dove viene lavorato e messo a invecchiar­e l’aceto balsamico che la famiglia Rubner produce per sé e per gli amici. sotto: la scala che porta al piano delle camere. I gradini in legno, ancorati alla parete e appoggiati alla grande lastra di vetro, sembrano galleggiar­e nello spazio. a destra: in una delle quattro camere il letto è posato su una pedana realizzata con pallet. pagina seguente: la casa vista dalla piscina. Lo specchio d’acqua ricrea non solo l’aspetto ma anche l’equilibrio di vita di un piccolo lago naturale, con piante acquatiche che depurano l’acqua. di essere autosuffic­iente dal punto di vista energetico grazie all’utilizzo di un sistema geotermico. A partire da 10 metri di profondità il sottosuolo presenta una temperatur­a costante per tutto l’arco dell’anno. La geotermia sfrutta questo calore estraendol­o dal sottosuolo tramite una sonda e cedendolo a una pompa di calore che lo incrementa ulteriorme­nte e lo distribuis­ce all’edificio. Lo stesso processo, ma inverso, avviene durante il periodo estivo per raffrescar­e i locali», spiega Hitthaler. Ha preso forma così un progetto che si inserisce in modo ottimale nell’ambiente e che, utilizzand­o il legno, dà nuova forma a una tradizione antica. D’eccellenza: «È stato magnifico incontrare persone capaci di realizzare al 100% la mia idea», conclude l’architetto. «E anche lavorare con un interlocut­ore così aperto. Peter Rubner dice di essere un conservato­re. Ma si è fatto costruire una casa rivoluzion­aria».

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