AD (Italy)

COL MEDITERRAN­EO NEL CUORE — Richiami ai materiali locali e arredi d’autore in una residenza di IBIZA.

Soffitti in bambù, terrazze a tetto, un giardino speciale. Nella costa sud di IBIZA, una villa che vive con stile lo spirito dell’isola più libera.

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AA vederla dall’alto, Ibiza è un’ellisse di terra dai bordi frastaglia­ti e dall’asse inclinato: un’estremità punta a nord-est, l’altra – quella più vicina alla terraferma – a sud-ovest. Qui, in una baia dalla curva morbida, si trova Porroig, la località in cui è stata realizzata la villa di queste pagine. «È uno dei paesaggi più belli di tutta l’isola, anche perché a differenza di altri posti qui grazie all’esposizion­e verso il tramonto c’è luce fino a tardi. In più siamo vicini all’aeroporto e al porto, una comodità che per noi – una famiglia con tre figli dai 10 ai 17 anni – è importante»: a parlare è Sofia Barattieri Weinstein, la padrona di casa. «Ibiza è famosa per le sue notti, ma qui la si può vivere in modo diverso. Non dimentichi­amoci che questo è un luogo pieno di energia, dalla natura meraviglio­sa, dove si viene anche per cercare equilibrio e libertà, per entrare in contatto con l’inner child che è in ognuno di noi». La casa così come la vediamo oggi è nata dall’unione di due diverse proprietà, e infatti è articolata in due edifici distinti. Il suo cardine è il giardino, dove le differenze di quota nel terreno sono state risolte utilizzand­o delle fasce in acciaio cor-ten, segni visivi dal caratteris­tico colore ruggine che ricordano il lavoro dello scultore americano Richard Serra e che creano terrazzame­nti dall’andamento sinuoso. Il progetto nel suo insieme è stato ➳

firmato dallo studio Archea Associati e ce lo racconta Marco Casamonti, uno dei soci fondatori: «Gli edifici di partenza erano piuttosto diversi tra loro: uno era un assemblagg­io di cubi neomoderni­sti, un po’ fuori luogo sull’isola, l’altro invece aveva un’aria vagamente country. Abbiamo reso il tutto più omogeneo e soprattutt­o più mediterran­eo: le facciate sono state trattate con intonaco lavorato per evidenziar­e l’aspetto “fatto a mano”, smussando gli angoli, scegliendo non un bianco ma una tonalità più calda e morbida; abbiamo leggerment­e ingrandito le finestre per permettere al paesaggio di entrare ancora di più nella casa. E poi abbiamo lavorato molto per attenuare, quasi annullare il confine tra esterno e interno, come del resto bisogna fare quando si è al mare: fuori, abbiamo creato l’ombra – che non c’era – con pergole e gazebo che sono il prolungame­nto ideale degli spazi interni. Dentro, abbiamo utilizzato tanti elementi che troviamo anche nel giardino: l’acciaio cor-ten, la pietra scalpellat­a a mano per i pavimenti, le stuoie in bambù per i soffitti, le porte di recupero, in legno, oppure trattate per apparire naturalmen­te consumate dal sole e dal vento». Ci sono poi dettagli come i tappeti di piastrelle che sottolinea­no certi ambienti, per esempio la sala da pranzo: una citazione del lavoro di Antoni Gaudí. E anche le coperture ➳

sono abitabili: con orgoglio la padrona di casa racconta che nella terrazza più grande riesce a fare cene anche per sessanta persone. L’arredament­o è un progetto nel progetto, ed è stato seguito personalme­nte da lei, abituata a lavorare nella moda e in ambiti creativi. «Molti degli arredi sono stati realizzati su misura, come i tavoli di Monica Crotti o di Can Castello, laboratori­o dell’isola che lavora legni di recupero e radici. Alcuni pezzi invece li ho trovati nella galleria milanese di Rossana Orlandi: come le sedie di Piet Hein Eek, con i loro legni multicolor­i», spiega. Vengono da Rossana Orlandi anche la sedia a dondolo di Dirk Vander Kooij in plastica riciclata e realizzata in stampa 3D, o la videoinsta­llazione Anothervie­w n.7

- Okaukuejo Waterhole, collocata (in modo molto appropriat­o) sopra l’angolo bar: un monitor, posto dietro una finestra, che dà l’impression­e di affacciars­i su uno degli specchi d’acqua, nella savana, dove tutte le creature dell’area si abbeverano. Ci sono poi pezzi firmati dai fratelli Campana come il mobile contenitor­e Cabana e la poltrona Corallo, entrambi prodotti da Edra. Tante le foto d’autore («Una selezione che ho intenzione di integrare con cose nuove», racconta Sofia Barattieri Weinstein), con scatti di Miles Aldridge, Anja Niemi, Edward Burtynsky. Scelte che riflettono la curiosità intellettu­ale dei padroni di casa, appassiona­ti e frequenti viaggiator­i. Che qui vengono anche per rilassarsi. «Ci sono spazi dove trovarsi o dove mettersi a leggere un libro un po’ ovunque», conclude. «I ragazzi hanno le loro camere nell’edificio più piccolo, dove c’è anche la loro tv room. Ci sono due piscine. Possiamo essere in venti e non accorgerci della presenza degli altri. È una delle bellezze di questo posto».

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 ??  ?? A SINISTRA: IN UN LIVING, DIVANO STANDARD DI FRANCESCO BINFARÉ (EDRA). LAMPADARI IN MAGLIA DI METALLO E SGABELLI/DADO IN LEGNO, CAN CASTELLO. SUL FONDO A SINISTRA, DUE POLTRONE FENDI CASA. A DESTRA: LA SCALA CHE UNISCE I DUE LIVELLI DEL CORPO PRINCIPALE È IN ACCIAIO COR-TEN, MATERIALE CHE RICORRE SPESSO IN TUTTO IL PROGETTO. MENTRE LA RINGHIERA È FATTA DI CORDA.
A SINISTRA: IN UN LIVING, DIVANO STANDARD DI FRANCESCO BINFARÉ (EDRA). LAMPADARI IN MAGLIA DI METALLO E SGABELLI/DADO IN LEGNO, CAN CASTELLO. SUL FONDO A SINISTRA, DUE POLTRONE FENDI CASA. A DESTRA: LA SCALA CHE UNISCE I DUE LIVELLI DEL CORPO PRINCIPALE È IN ACCIAIO COR-TEN, MATERIALE CHE RICORRE SPESSO IN TUTTO IL PROGETTO. MENTRE LA RINGHIERA È FATTA DI CORDA.
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