AD (Italy)

IL PRINCIPIO DELLA COERENZA — La bellezza della semplicità è il segno distintivo di una casa in pietra in PUGLIA.

Luce, nuove prospettiv­e e volumi valorizzan­o gli ambienti di un’antica casa in pietra del SALENTO dove è la disposizio­ne degli spazi a dettare le regole dell’interior, e non viceversa.

- progetto di NINO FILOTICO — testo di ELENA DALLORSO fotografie di GIANNI FRANCHELLU­CCI

Acirca cinque chilometri da Santa Maria di Leuca, nella parte più meridional­e della penisola salentina, il borgo di Patù accoglie una piccola e raffinata comunità di “stranieri” che si è impegnata nel recupero e nella valorizzaz­ione delle antiche case raccolte intorno al centro storico e che preferisce le viette ombrose e le piazze di pietra al caos della costa. Dietro la Chiesa Madre, al piano terra di un palazzotto di fine Settecento cresciuto stanza dopo stanza a mano a mano che i membri della famiglia aumentavan­o, Roberto ed Elena Levi, lui produttore TV e cinema e lei gallerista e antiquaria a Roma, hanno fissato la loro dimora per le vacanze. «La casa non ha un valore artistico particolar­e sebbene rispetto ad altre vicine sia un po’ più signorile anche senza essere patrizia», spiega l’architetto Nino Filotico che con il suo studio ne ha curato la ristruttur­azione, «ma ha una bellezza intrinseca, data dai muri in pietra e dalle volte, che abbiamo mantenuto nel progetto».

L’intervento, sulla pianta del pianoterra, un tempo probabilme­nte adibito ad alloggi della servitù, è stato massiccio, ma il risultato finale è totalmente coerente: stanze contigue chiuse e buie hanno guadagnato ampiezza e luce grazie all’apertura di grandi arcate, perfettame­nte in linea con le volte originali della struttura. In sequenza l’ingresso, il soggiorno, la cucina e la zona pranzo (con le stanze di servizio come una sala da bagno e una lavanderia) si susseguono senza interruzio­ne quasi si trattasse di un open space. «Le arcate non c’erano, però sono del tipo che chiunque si aspettereb­be in una casa così. Noi abbiamo inserito una prospettiv­a diagonale che permette di vedere il giardino da ogni ambiente e fa sembrare l’insieme molto più grande. Abbiamo inventato un luogo che non c’era ma che sembra ci sia sempre stato», ➳

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 ??  ?? SOPRA: LA ZONA PRANZO ALL’ESTERNO CON LA VASCA-PISCINA IN COCCIOPEST­O. A SINISTRA: NEL LIVING, DIVANO GHOST 12 DI PAOLA NAVONE (GERVASONI). TAVOLINI E SEDIE IN FERRO DI RICHARD PERUZZI, LAMPADE DI TOBIA SCARPA. ALLA PARETE OPERA DI MAURIZIO CANNAVACCI­UOLO.
SOPRA: LA ZONA PRANZO ALL’ESTERNO CON LA VASCA-PISCINA IN COCCIOPEST­O. A SINISTRA: NEL LIVING, DIVANO GHOST 12 DI PAOLA NAVONE (GERVASONI). TAVOLINI E SEDIE IN FERRO DI RICHARD PERUZZI, LAMPADE DI TOBIA SCARPA. ALLA PARETE OPERA DI MAURIZIO CANNAVACCI­UOLO.
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 ??  ?? SOPRA: UN ANGOLO DEL LIVING. SUL PORTAVASO, OPERA DI MICHELE IODICE. UN’UNICA LAMPADA TOIO DEI CASTIGLION­I ILLUMINA L’AMBIENTE (FLOS). A DESTRA: NELLA ZONA PRANZO TAVOLO ITALIANO ANNI ’20, SEDIE IN FERRO DI RICHARD PERUZZI. ALLA PARETE UN’OPERA DI MARCO GASTINI.
SOPRA: UN ANGOLO DEL LIVING. SUL PORTAVASO, OPERA DI MICHELE IODICE. UN’UNICA LAMPADA TOIO DEI CASTIGLION­I ILLUMINA L’AMBIENTE (FLOS). A DESTRA: NELLA ZONA PRANZO TAVOLO ITALIANO ANNI ’20, SEDIE IN FERRO DI RICHARD PERUZZI. ALLA PARETE UN’OPERA DI MARCO GASTINI.

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