PIETRA, FERRO, LEGNO, CIELO — Gusto per i materiali e dialogo con il paesaggio in un’architettura in COSTA SMERALDA.
In Costa Smeralda, un’architettura in dialogo con il paesaggio. E con interni dalle LINEE PURE, sottolineate da un uso raffinato dei materiali.
iallammersa nel paesaggio della Costa Smeralda, a poca distanza dal mare, c’è un’architettura che coniuga il rigore concettuale degli stazzi – gli insediamenti rurali tipici della Sardegna – con una ricerca formale e di materiali di grande raffinatezza. La forma è quella tradizionale: un parallelepipedo allungato coperto dal tetto a doppia falda. Ma già qui si notano degli scarti rispetto
regola: il volume è segnato in orizzontale da una lama in metallo, una pensilina che fuoriesce dall’edificio e lo accompagna in lunghezza creando una zona ombreggiata, anello di congiunzione tra interno ed esterno. E proprio questa continuità è uno dei criteri che hanno guidato l’architetto Mario Mazzer in questo progetto. «L’edificio originario risaliva agli anni ’70, lo spazio al suo interno era distribuito su 5/6 livelli», spiega. «Abbiamo voluto riportare tutto a una complanarità tra il dentro e il fuori, creando una continuità sottolineata dall’uso dello stesso materiale per la pavimentazione: una pietra sinterizzata, Lapitec, che abbiamo utilizzato anche per la piscina».
La facciata gioca poeticamente con il cielo e la terra: le pietre di granito spaccate a mano al piano più basso si fondono col paesaggio, creano matericità e giochi di luci e ombre; le grandi finestre del secondo piano riflettono l’azzurro. L’ingresso della villa è lineare ed essenziale, di grande raffinatezza: qui vengono posti in dialogo lastre in granito e in Lapitec, teak a piccole doghe, ferro calamina (con finitura a cera) a doghe più larghe, intonaco bianco. Un gioco di materiali che si ritrova poi, in declinazioni sempre diverse, negli altri spazi. «Col padrone di casa, un imprenditore russo che importa vini di rango, c’era già un rapporto di fiducia: abbiamo progettato infatti anche la sua casa di Mosca», prosegue Mazzer. «È una persona capace di entrare nei minimi dettagli anche in architettura. Per lui la qualità è un requisito fondamentale». Si spiegano così, per esempio, scelte come la doppia cantina per i vini o la doppia cucina: una tecnica, di servizio, e un’altra pensata per intrattenere, aperta sulla zona pranzo e sul living, con elettrodomestici nascosti dietro ante in legno pregiato e gli elementi acqua/fuoco concentrati su un’isola centrale, richiudibile con un piano scorrevole. Ma tutto in questa villa è studiato al millimetro: la facciata ventilata, che permette una climatizzazione ottimale, l’estrema efficienza energetica, i
cablaggi nascosti – nelle pareti, nelle controsoffittature – per tutte le apparecchiature elettroniche: la tecnologia c’è ma è invisibile. «Realizzare questo progetto è stato come lavorare al meccanismo di un orologio», confessa Mazzer.
La fluidità tra interno ed esterno è un elemento progettuale che si ritrova anche nella camera padronale, organizzata come una suite con bagno e guardaroba. Una vetrata ad angolo permette allo sguardo di spaziare sul giardino e sul paesaggio. E nella bella stagione (la casa in realtà è progettata per essere vissuta tutto l’anno, non solo d’estate) la grande finestra si apre totalmente, permettendo di creare una sorta di salotto all’aperto, dove l’effetto di continuità è sottolineato dall’uso di un tappeto, per la veranda, uguale a quello su cui posa il letto. Qui, come ovunque intorno alla casa, si capisce quanto il progetto di architettura del paesaggio sia in profonda sintonia con quello della casa. Come la costruzione preesistente è stata ripensata totalmente ma al tempo stesso rispettando vincoli precisi, così il giardino è stato reinventato aggiungendo carrubi e olivi ma anche elementi lontani dalla natura sarda: per esempio la zona dedicata alle succulente, che spuntano da un “deserto” realizzato coprendo con ghiaia bianca il terreno, o gli ampi tratti tenuti a prato. Come spiega l’architetto Mazzer, «il giardino non è pensato con rigore geometrico ma per seguire tutti i movimenti del terreno e creare, così, diversi piani di lettura. Un affaccio verde progettato per essere bello tutto l’anno, perché questa casa viene vissuta non solo d’estate».
Per arredare gli interni è stato scelto di mettere in valore le linee pure dell’architettura attraverso l’uso di materiali di pregio. Come il rovere affumicato con cui è stata rivestita la parete che, al piano superiore, divide il living dalle camere, tutto proveniente da un’unica partita per poter garantire la stessa fiammatura. Molti arredi sono stati disegnati su misura e accostati a pezzi moderni e contemporanei, ed è stata data grande importanza al sistema di illuminazione: luce indiretta, proveniente da velette luminose realizzate nel soffitto, e lampade di grande valenza decorativa. Un gioco di equilibri decisamente raffinato.