AD (Italy)

In questo numero.

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SAM ROBIN

Nata a Chicago, si è trasferita nel 1979 a Miami, dove ha aperto il suo studio di progettazi­one d’interni, Sam Robin Design. Ha realizzato progetti negli Usa e in diversi Paesi del mondo, dal disegno fino agli arredi, molti prodotti in Italia. Lo skyline preferito a Miami? «Quello del Ten Museum Park di Oppenheim, una favolosa destinazio­ne architetto­nica. Questa è una città in un incessante fermento culturale. Aperta, in continua ricerca di novità».

PIETRO DEL VAGLIO

Dopo l’Accademia di Belle Arti apre il suo primo studio di progettazi­one d’interni nel 1991. La sua poltrona Grace è del 1994 e del 2002 il marchio Pietro Del Vaglio Collezioni. Progetta gli interni di importanti residenze private in tutto il mondo. Napoli contempora­nea? «Il Museo Madre nello storico quartiere San Lorenzo. Vi si alternano mostre di artisti contempora­nei internazio­nali attirando visitatori da tutte le parti del mondo».

MARIO MAZZER

Architetto e designer, con Mario Mazzer Architects realizza progetti in tutto il mondo. Il suo linguaggio è caratteriz­zato da purezza delle forme, studio della luce e qualità dei materiali.

Architettu­re moderne in

Sardegna? «Quella organica e scultorea di Jacques Couelle, quella iconica di Dante Bini con le Binishells realizzate per Michelange­lo Antonioni e la casa Bunker di Cini Boeri».

JACQUES GARCIA

Il suo stile decorativo regale è presente in decine di progetti a Parigi (a partire dall’Hotel Costes) e nel mondo. Nel 2014 gli viene affidata la riorganizz­azione di 35 sale del Louvre e il restauro degli appartamen­ti di Versailles. La sua collezione d’arte è conservata nel castello di Champ de Bataille, in Normandia.

Il suo angolo preferito di Sicilia?

«Villa Elena, che un tempo era un monastero legato al passaggio della santa imperatric­e, di ritorno da Gerusalemm­e con la Croce, nella zona di Noto».

ATTILIO LADINA

Interior designer, ha curato la progettazi­one di negozi e showroom milanesi, da Versace a Iceberg & Gilmar e delle boutique Moreschi nel mondo, oltre che degli hotel Relais & Châteaux e di residenze private.

La nuova Milano che le piace? «All’Isola, i palazzi Liberty e le ex fabbriche ospitano loft e spazi culturali che preservano il sapore antico ma utilizzano acciaio, resine, ferro e plexiglas. La Fonderia Napoleonic­a in via Thaon de Revel ne è l’emblema».

FILIPPO BAMBERGHI

Fotografo freelance di architettu­ra, interior e ritratti, i suoi lavori appaiono regolarmen­te su Vogue America e Japan, Casa Vogue Brasile, AD Germany. Collabora con gli editori Taschen e Gestalten.

Un bell’esempio di interazion­e tra natura e architettu­ra? «A Gavi un progetto dello Studio De Amicis, a Portelle la casa della Grasso Cannizzo: entrambi i progetti sono un segno tangibile nello spazio naturale, ma in armonia».

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