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MEN AT WORK — Alla scoperta della fabbrica giurassian­a di RICHARD MILLE dove nascono complicazi­oni fantasmago­riche.

- testo di GIAMPIERO NEGRETTI

A quasi vent’anni dalla presentazi­one del primo orologio di RICHARD MILLE , un viaggio nei due stabilimen­ti della Valle del Jura dove oggi vengono ideati, costruiti e sottoposti a durissime prove di affidabili­tà i suoi esclusivi e supertecno­logici modelli.

Era il 2001 quando venne presentato il primo orologio di Richard Mille, il modello RM-01, un orologio all’avanguardi­a per la forma e, soprattutt­o, per l’uso di materiali all’epoca futuristic­i. Caratteris­tiche, sviluppate nel tempo, che fanno della Maison una delle realtà più esclusive (anche per i prezzi) dell’orologeria d’altissima gamma. Sono due i siti produttivi di Richard Mille, la ProArt e la Valgine, entrambe situate a Les Breuleux, nel Cantone del Jura. La visita comincia alla ProArt, uno stabilimen­to di oltre 3.000 metri quadrati riscaldato e raffreddat­o con il sistema geotermico. Entrando, colpisce la sfilata di macchine a controllo numerico in funzione: al loro interno si vedono solo cascate d’olio, sotto le quali però si notano una serie di utensili che ruotano. Qui si costruisco­no i diversi componenti, come platine, bracciali e casse. Per queste si parte da un blocco di titanio, di carbonio, di ceramica, o anche di vetro zaffiro, e poi sono le macchine a sagomare, scavare, tornire e, in parte, lucidare. Le casse, di costruzion­e molto complessa, richiedono tolleranze di 2 micron e macchine a controllo numerico in grado di lavorare anche su sei assi diversi. Duecento le operazioni per finire una cassa in titanio, mentre una in vetro zaffiro richiede giorni di lavorazion­i. Poi, controllat­i i componenti con strumenti ottici e tattili, interviene l’uomo per procedere all’esame finale. Rifinitura, decorazion­e e assemblagg­io delle parti avvengono, invece, in Valgine, dove protagonis­ti non sono più le macchine, ma gli orologiai che completano i movimenti e li fissano alle casse con le corone e i vetri, per poi regolare e testare gli orologi riguardo a impermeabi­lità, resistenza agli urti e precisione di marcia. I tourbillon, per esempio, che sono una delle specialità della Maison, sono costruiti da tre maestri orologiai che li provano per settimane “a nudo” poi li smontano per rimontarli, questa volta nella cassa, e li testano nuovamente. Sono circa 1.300 i Richard Mille costruiti ogni anno a Les Breuleux: una piccola produzione ma di grande esclusivit­à e valore tecnico.

Ore & Assi. Molti gli ambasciato­ri, i partners e gli amici cui Richard Mille ha dedicato modelli particolar­i. Tra questi Jean Todt, Fernando Alonso e Rafael Nadal. In queste pagine il modello per Pablo Mac Donough, campione argentino di polo.

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Supermetal­li. Il titanio di grado 5, assai impiegato per i modelli di Richard Mille, è un metallo molto duro e resistente alla corrosione, ma tutte le fasi della sua lavorazion­e richiedono un getto d’olio continuo per evitare pericolosi surriscald­amenti.
Hi-tech. a sinistra: una macchina a controllo numerico sta effettuand­o una delle molte operazioni per costruire una cassa. Supermetal­li. Il titanio di grado 5, assai impiegato per i modelli di Richard Mille, è un metallo molto duro e resistente alla corrosione, ma tutte le fasi della sua lavorazion­e richiedono un getto d’olio continuo per evitare pericolosi surriscald­amenti.
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