L’ETÀ DELL’ORO — A PARIGI lo studio di un grande couturier è stato trasformato in un appartamento elegante e teatrale.
A PARIGI, la vecchia sede di un grande couturier diventa un appartamento che celebra lo stile della Ville Lumière: marmi, stucchi, dorature in puro spirito haussmanniano. Una scenografia perfetta per pezzi di design e d’arte moderna.
«Abbiamo restaurato tutti gli elementi d’epoca, per poi inserire dei tocchi contemporanei e trasformarlo in un luogo da vivere. Una sorta di rifugio dove celebrare la joie de vivre in una delle più belle città del mondo».
Il Triangle d’Or, a Parigi, è la zona delimitata da tre avenue: Montaigne, Champs-Élysées e Georges-V. Una manciata di ettari dal valore immobiliare vertiginoso, e dove si trova una concentrazione di alberghi e ristoranti di lusso, grandi boutique, ambasciate. E dimore fuori dall’ordinario, come l’appartamento di queste pagine. «Qui, in origine, si trovava l’atelier di un grande couturier francese, con annesso studio fotografico. Era uno spazio che era stato spogliato di tutto quello che costituisce l’anima di un’abitazione. Abbiamo restaurato tutti gli elementi d’epoca: per esempio le decorazioni in stucco per i soffitti e le pareti. Per poi inserire dei tocchi contemporanei e trasformarlo in un luogo da vivere, adattato alla vita moderna. Da un luogo pensato per il lavoro siamo così passati a un appartamento di famiglia, una sorta di rifugio dove genitori e figli amano ritrovarsi per celebrare la joie de vivre in una delle più belle città del mondo». A parlare è Joseph Karam, architetto d’interni di origine libanese con studi a Parigi e a Monte Carlo, autore del progetto di ristrutturazione e di interior design.
I clienti, una coppia britannica innamorata della Ville Lumière, desideravano una casa da utilizzare non solo come piedà-terre ma anche come luogo dove ritrovarsi con i figli, che lavorano tutti in diverse parti del mondo. La scelta quindi si è indirizzata su un appartamento dalle proporzioni generose (circa 500 mq) e dai volumi ampi, con spazi pieni di luce. Una volta stabiliti questi elementi base, a Karam è stata data carta bianca. La struttura è stata pensata in modo razionale tenendo presente che sarebbe stata utilizzata spesso per occasioni conviviali: il cuore infatti è costituito da una grande sala che si prolunga in due altri ambienti con funzione di tv room e di bar. Fa parte di questi spazi comuni anche la sala da pranzo,
con una coppia di porte a libro rivestite in specchio e stucchi dorati a fare da divisione. La camera padronale è una grande suite con dressing e sala da bagno; e ci sono poi altre cinque camere, tutte dotate di servizi.
Un altro punto importante, chiarito da subito, era lo stile. I padroni di casa desideravano un appartamento tipicamente parigino. Quindi per tutto quello che concerne la decorazione è stato adottato il codice estetico dell’epoca haussmanniana, a cui sono stati aggiunti tocchi moderni e contemporanei (ma non solo), creando un mix di grande personalità fatto di contrasti. Come quello, concettualmente molto forte e allo stesso tempo pieno di equilibrio, tra il busto di epoca romana, fulcro della prospettiva del corridoio d’ingresso, con la panca
di Benjamin Graindorge, mobile/scultura acquistato dalla galleria Ymer&Malta, interessante laboratorio di creatività contemporanea. Più sottile e molto elegante la scelta di stemperare il disegno delle boiserie del grande living, molto ricche, dipingendole in un grigio intenso. Gli arredi sono un’antologia del savoir-faire francese: oltre a moltissimi mobili e tappeti
realizzati su disegno di Karam e del suo studio, ci sono pezzi firmati Hervé Van der Straeten, Christian Liaigre, Hubert Le Gall. Nella camera dei padroni di casa, poi, si trovano diversi cristalli Lalique: il grande lampadario Champs-Élysées, le due placche-bassorilievo ai lati del letto, addirittura i rubinetti nella sala da bagno. La ricerca di stile si esprime, in modo sottile e percepibile solo a uno sguardo attento, anche nei materiali utilizzati e nel gioco raffinato dei colori: guardando sempre la suite padronale, troviamo il sicomoro – legno di grande durezza – per il mobile che accoglie il lavabo, la pelle naturale della parete alle spalle del letto, la seta arancio delle tende. E poi marmi per i pavimenti e per il prezioso camino della sala, bronzo e cristallo di rocca per i lampadari, ebano per i mobili, dorature a foglia, vetrate a piombo (d’epoca) restaurate in modo impeccabile. L’eleganza nasce da tutti questi accostamenti.
L’anima intensamente francese di questo progetto è forse il salotto ovale che Karam ha immaginato come il boudoir di una regina (e l’ispirazione è proprio quello di Maria Antonietta al castello di Fontainebleau): tutto qui è sontuoso, le cornici intagliate, le dorature, i pannelli decorati con pitture à l’ancienne. È una dichiarazione d’amore a uno stile e a una cultura dell’abitare che hanno fatto dell’eleganza una regola. E che hanno saputo inventare una città unica: quella Parigi che, fuori dalle finestre, col suo cielo sempre mutevole, vive e sorride. FINE