CHIEDI ALLA POLVERE — Nascerà una WUNDERKAMMER in una dépendance del castello di Dampierre.
Le stanze di una dépendance del castello, sospese in una calma immobile, danno l’impressione di un fascinoso LUOGO TEATRALE, abitato da presenze fantasmatiche di collezioni che lasciano presagire una nuova veste nel segno del Barocco.
Anche adesso che sono abitate da cumuli di macerie e da vetrinette spoglie, in attesa di essere riempite da meraviglie museali, queste stanze hanno un loro fascino innegabile, il fascino del tempo perduto, il gusto romantico della polvere e della rovina, che sanno parlare a chi ha una predisposizione per l’antico. Ma è una circostanza transitoria, dato che presto le stanze di questa dépendance del castello di Dampierre torneranno all’originario splendore, anzi, racconteranno una storia completamente inedita, giacché saranno reinventate dall’estro e dalla fantasia di Pierre Peyrolle, artista di vaglia e decoratore impareggiabile, sensibile allo charme del Grand Siècle e delle architetture barocche, il cui spirito
Per terra, le pietre dei cumuli di macerie, nelle teche decine di minerali da collezione.
magniloquente rivive nelle sue creazioni. Il proprietario di questa parte del complesso di Dampierre è lo stesso che anni fa ha acquistato un’altra magione nella campagna francese, dove Peyrolle ha reinventato con il suo stile inconfondibile gli ambienti (vedi AD
Style n.4, novembre 2018). Ora Peyrolle è stato chiamato ancora una volta a dar prova del suo talento a Dampierre. Attualmente tutte le stanze versano in difficili condizioni, ma un tempo qui era di casa la meraviglia. «Tra la fine del ’700 e l’inizio dell’800 i duchi che abitavano il castello vi esposero più di mille minerali, centinaia di uccelli impagliati, bronzi, ceramiche, armi preistoriche e mummie. In quelle stanze, abbandonate a loro stesse, non c’è quasi niente», spiega Peyrolle. «Il nuovo proprietario porterà qui parte delle collezioni custodite nell’altro castello, ma prima di allestire gli ambienti deve iniziare il restauro, che richiederà molto tempo». Per adesso è difficile immaginare il nuovo volto di queste stanze dopo la trasformazione che ha già in mente Peyrolle, che sarà estremamente scenografica e colta. Ora come
ora, attraversando questi spazi disabitati si ha l’idea di trovarsi in un’architettura fantasma, dove regnano incontrastati il tempo e la polvere. «Per il restauro vorrei ispirarmi al Grand Siècle», continua Peyrolle, la cui arte in settembre sarà di scena a Roma, alla Galleria Benucci, per una personale con una ventina di opere. «Mi piacerebbe rendere omaggio al grande gusto francese, con uno spirito barocco. Ogni ambiente avrà una storia a parte. Sicuramente ci sarà una grande galleria di quadri, un cabinet dedicato agli avori e uno agli argenti. E non mancherà un salone adibito a gliptoteca». Il motivo dominante del progetto sarà l’idea di Wunderkammer, molto affine alla poetica di Peyrolle. «Abbiamo l’intenzione e l’ambizione di realizzare un grande cabinet de curiosités, una Kunstkammer». E con un po’ di fantasia ce la si può già immaginare questa camera delle meraviglie diffusa, che straborda da una stanza all’altra, riempiendo gli occhi con centinaia di oggetti preziosi e stravaganti, destinati a diventare i nuovi attori di questo scenario teatrale perso nelle nebbie del tempo perduto.