IL SECOLO DELLA DOPPIA CUSPIDE
— CITROËN festeggia cento anni di successi e auto iconiche.
La casa automobilistica più audace d’Oltralpe compie cent’anni: la gloriosa storia della CITROËN nacque grazie a un’intuizione del fondatore, André-Gustave, deciso a forgiare l’industria automobilistica moderna nel 1919. Lanciando in pochi decenni icone a 4 ruote, tuttora ammirate.
Se un’automobile è uno scrigno di sogni in movimento, buona parte del merito va a Citroën, marca che deve la sua leggenda alle intuizioni del fondatore, André-Gustave Citroën. Proveniente da una famiglia polacca trapiantata in Francia nell’Ottocento, crebbe respirando l’eccezionale brama di modernità che Gustave Eiffel e gli altri pionieri della Seconda rivoluzione industriale avevano instillato nel Paese grazie all’Expo Universale del 1889: grandeur francese e fantasmagorie avveniristiche si fondevano in un’età in cui tutto pareva possibile. Il sogno si spense con la Prima guerra mondiale ma Citroën non si arrese e, alla fine del conflitto, ebbe l’intuizione decisiva: far sì che la nascente industria dell’automobile decollasse grazie al design, al fordismo, alla tecnologia e al comfort. In Europa non ci aveva ancora pensato nessuno, e così nel 1919 nacque la prima vettura francese prodotta in larga serie (24 mila esemplari): la 10 HP Type A, che era anche la prima auto commercializzata dalla nascente casa della “doppia cuspide”. Fu un successo immediato per la leggerezza, i consumi ridotti e il comfort regale. Dopo nuovi progetti
baciati da alterne fortune ma anche da incoraggianti successi commerciali (e anche di comunicazione, André ne aveva capito in anticipo l’importanza: memorabile la Tour Eiffel illuminata con l’enorme scritta Citroën per i 10 anni dalla nascita), nel 1934 arrivò la nuova rivoluzione, la Traction Avant 7: il primo modello ribassato dell’automobilismo grazie alla trazione spostata sull’anteriore e a una monoscocca aerodinamica dotata di “moteur flottant”, un propulsore “elastico” che limitava le vibrazioni. Un concentrato di innovazioni stupefacente per l’epoca che fu però l’ultimo progetto del patron, che si spense di lì a poco. Ma la fortuna della Double Chevron non volgeva al termine, visto che Citroën aveva anche il dono di saper scovare, e valorizzare, i talenti: a bordo aveva fatto salire un coraggioso ingegnere francese, André Lefèbvre, che guiderà il Centro Stile per vari decenni coadiuvato da uno scultore-progettista italiano d’infinito talento, Flaminio Bertoni. Dietro alle sembianze sinuose della Traction, scolpite pensando a un cigno, c’era la sua mano e insieme diedero forma e corpo ad alcune folgoranti icone dell’automobilismo novecentesco. Come la leggendaria 2CV, la prima utilitaria a trazione anteriore il cui tetto apribile incarnava i sogni di rinascita degli europei alla fine della Seconda guerra mondiale: un successo quasi eterno, in produzione fino al 1990. O il mitico “squalo”, la DS 19 del 1955 che, al di là dell’inimitabile silhouette futuristica, racchiudeva anch’essa una ridda di soluzioni all’avanguardia. Nel secondo Novecento la storia della Citroën proseguì con luci e ombre, fino alla recente rinascita e riscoperta creativa dei modelli storici come la stessa DS, totalmente rinnovata e diventata un brand a sé stante nella multiforme galassia del brand nel terzo millennio.