INTERNI ALLO SPECCHIO
I caratteri di un autorevole passato si combinano e si riflettono nella nuova, vivace personalità di una residenza in OLANDA.
Atmosfere anni Venti e design di tendenza in una dimora dei
Sulla strada che porta a Losser, nella regione olandese del Twente, leggermente ritratta, nascosta tra gli alberi di una foresta di quattordici ettari, si trova la tenuta “Hooge Boekel”. Risale alla metà del XIX secolo, al periodo in cui ad abitarla erano i Van Heek, una dinastia di industriali, che aveva acquistato il fondo per le proprie partite di caccia. Negli anni ’20 la proprietà fu ereditata da Herman van Heek, uno dei discendenti della famiglia, direttore della Van Heek & Co., che al tempo era una delle industrie tessili più importanti d’Olanda. Van Heek voleva realizzare una nuova dimora che si distinguesse per la sua eleganza. Ma seguì un percorso piuttosto inusuale: anziché iniziare dal progetto della casa, per prima cosa contattò P.H. Wattez, un architetto di giardini, a cui chiese di delineare l’impianto del parco, che prevedeva anche un laghetto. Poi si rivolse ai fratelli M.A. e J. van Nieukerken, titolari di un avviato studio di progettazione a L’Aia, per il disegno della residenza. Gli architetti idearono un’architettura dall’aspetto autorevole,un palazzotto che coniugava tradizione e stile déco olandese. All’interno, la casa è innervata da un ampio corridoio che collega tutte le stanze più importanti e l’imponente scalinata. A sua volta, l’ingresso funge da baricentro tra il vecchio salotto, la sala da pranzo e la sala di servizio. Tutto nella casa irradia grandezza, con molti ornamenti in stucco, marmi e boiserie. Ispirano autorevolezza i grandi camini, sui cui rivestimenti in ceramica sono riportati gli eventi della storia del Twente. Molta parte dell’apparato
decorativo deriva da scelte di Herman van Heek i cui discendenti sono stati proprietari del complesso fino al 1979. Poi Hooge Boekel fu venduta alla Transcendental Meditation Foundation, che suddivise gli ambienti in tanti piccoli spazi di lavoro e camere da letto. Allora la vegetazione era trascurata, e il parco rischiava di andare in rovina. Dopo quasi quindici anni, la tenuta passò a Herman Kok, un imprenditore immobiliare di Enschede. «Da ragazzo vivevo con i miei genitori a Enschede e ogni giorno passavo in bici in quella tenuta. La residenza, il giardino e la grandezza dell’insieme mi affascinavano», spiega. «Vent’anni fa, quando comprai la casa e venni a vivere qui, feci tutto ciò che ritenevo necessario per rigenerare la proprietà. Innanzitutto pensai al parco e al giardino, ci vollero dieci settimane e dieci persone per effettuare la manutenzione. Poi, con l’interior designer Kees Marcelis abbiamo rinnovato e arredato gli ambienti della residenza». I vecchi disegni progettuali e bozzetti offrivano una grande quantità di informazioni: vi si coglievano tantissimi dettagli sull’architettura, ma anche sugli elementi ornamentali della residenza, che si dispiega su circa 1.400 metri quadrati di superficie e comprende 22 stanze, quattro bagni e una generosa cantina. Con l’intervento, la residenza ha acquisito un aspetto più contemporaneo. Come spiega Kees Marcelis, «qui tutto ha inizio con un senso di spazio e di ariosità e si conclude ogni volta in un minuscolo dettaglio, che sia
La residenza appare come un’originalissima costruzione DOUBLE FACE . Infatti anche all’interno sembra che vengano replicati, con grande gusto e armonia, gli stilemi architettonici, che si ritrovano nei profili dei mobili come nelle geometrie di porte e finestre.
un rivestimento originale in piastrelle, un camino antico o un ornamento del soffitto». Dal grande al piccolo, si conserva sempre e comunque la stessa armonia. All’interno della casa molti arredi erano rimasti intatti e il tempo sembrava essersi fermato. Naturalmente, sono state fatte alcune concessioni allo spirito moderno: «Ho deciso di dipingere tutto il legno in un colore antracite», spiega Marcelis. «Ciò ha reso l’interno più contemporaneo e fa risaltare il pavimento in marmo». I punti di forza dei nuovi interni sono «lo stile, il comfort, la spettacolarità», aggiunge Herman Kok. A volte prevale la storia del luogo e a volte si impone la presenza di elementi legati dichiaratamente al nostro tempo. Ne è un esempio il salone al piano terra, una stanza ricca di atmosfera nella quale il design moderno si coniuga perfettamente allo stile originario degli anni Venti.