PROGRAMMI PER LA CASA
Dalle porte di design agli arredamenti completi: LUALDI, con la sua lunga esperienza e la collaborazione di grandi progettisti, è il partner ideale per dare una personalità forte al paesaggio domestico.
LUALDI, oltre alle porte di qualità, propone soluzioni d’arredo complete.
Sono in molti a pensare che Lualdi produca soltanto porte. Di design e di altissima qualità, s’intende. Ma la storica azienda di Mercallo con Casone, nel Milanese, è molto di più: è un partner globale per la casa. Lo spiega il presidente Alberto Lualdi tracciando una rapida storia della società e dei suoi momenti topici. «Siamo una vera family company da quattro generazioni, anzi ormai da cinque perché nella compagine aziendale stanno entrando i nostri figli. Tutto cominciò con il nostro avo ebanista Carlo Lualdi, nel 1859: nella sua falegnameria fabbricava arredi su misura per i palazzi e le villeggiature dell’alta borghesia milanese. Fu lui ad arredare il Biffi nella neonata Galleria di Milano. Su questa strada si proseguì per decenni. Una svolta avvenne negli anni del Dopoguerra quando l’azienda si dedicava alla realizzazione di finestre in legno per il mercato della ricostruzione. Fu l’occasione per incontrare il noto architetto Ignazio Gardella che ci commissionò gli infissi di una villa che aveva progettato ad Arenzano. Il buon esito della commessa portò ad altre collaborazioni di prestigio. Per esempio con Zanuso, Cini Boeri, Menghi, Magistretti. E Luigi Caccia Dominioni. Con lui abbiamo fatto il salto di qualità. Visto il lavoro di Arenzano
Capolavori. sopra: il grande portale (3x6 m) che conduce alla Heritage Collection nella National Library del Qatar a Doha, progettata da OMA (a destra). Realizzato in massello wengé, è decorato con una scritta a rilievo e una placca in oro zecchino che esorta alla lettura: uno dei molti prestigiosi lavori di contract di Lualdi. sotto: solo 16 mm di spessore per la porta L16 disegnata da Piero Lissoni e vincitrice del XXIII Compasso d’Oro. ci ha chiamati per realizzare le finestre di Casa Pirelli a Milano. In quell’occasione, era il 1962, abbiamo prodotto anche i mobili. E le porte: essenziali ed eleganti. Quello fu il primo esempio di industrial design applicato alla porta che fino allora era stato un oggetto senza identità. La LCD62 progettata da Caccia Dominioni, così fu chiamata, ci ha cambiato la vita». In che modo? «Ci si attrezzò per una produzione in serie ma con un animo artistico: creatività più tecnologia. A lungo siamo stati l’unica azienda al mondo a realizzare porte di design maturando un know-how che ancor oggi, in tempi di grande concorrenza, ci rende non imitabili. Se un architetto vuole realizzare un prodotto ad hoc, spesso cerca noi». E poi? «Negli anni sono nate porte-simbolo, anche su misura, la Super, sempre disegnata da Caccia Dominioni, la serie delle Rasomuro, le scorrevoli come L7. E poi le boiserie, gli arredi, gli arredamenti chiavi in mano per hotel e residenze private: un vero programma per la casa. Sempre in collaborazione con designer del calibro di Piero Lissoni e Marco Piva». Tessere di un successo che vi ha dato una dimensione internazionale. «È una strategia che inizia negli anni ’90 allargando progressivamente i nostri orizzonti a USA, Russia, Medio Oriente, Far East e anche Africa, un mercato promettente. Oggi il 75% del fatturato è frutto di esportazioni. E pure strategica per noi è l’attenzione spasmodica alla qualità e all’ecosostenibilità di processi e prodotti».