NOUVELLE MONTAGNE
In uno chalet di KITZBÜHEL, nelle Alpi austriache, lo spirito della tradizione è stato reinterpretato alla luce di un gusto lineare e contemporaneo.
Uno chalet di KITZBÜHEL , nelle Alpi austriache, reinterpreta il gusto dell’architettura alpina.
DDi cosa parliamo, quando parliamo di architettura alpina e di interni di montagna? Oggi fare esclusivamente riferimento ai grandi classici, ovvero agli chalet fedelissimi alla tradizione, appare un poco scontato. Sarebbe come dire che tutta la cucina d’alta quota si esaurisce nella polenta con lo spezzatino di cervo. Una scelta gustosa ma riduttiva. Anche nel design d’alta quota c’è quella che, prendendo in prestito il termine dalla gastronomia, potremmo definire “nouvelle montagne”, una visione più moderna dello stile, che tenga conto dello spirito contemporaneo senza abiurare la tradizione. Un esempio di questo gusto più lineare e rarefatto, che introietta e metabolizza i dettami della grande architettura di oggi, si ritrova in questo chalet a Kitzbühel, in Tirolo, una delle località più esclusive delle Alpi austriache. Le stanze sono molto ampie, ariose, e testimoniano il desiderio di creare spazi liberi e lineari, gli arredi sono eleganti ma essenziali, i materiali concorrono a questa voglia di dar vita a un nuovo corso. «In questo chalet non c’è il vernacolo di montagna», spiega Michele Bönan, l’architetto che ha realizzato la struttura della residenza e poi ha curato anche gli interni. «Lo stile alpino è stato reinterpretato secondo il gusto contemporaneo, è una montagna ipersofisticata». Questa idea di modernizzazione dell’ideale classico di chalet si coglie al primo colpo d’occhio, nel disegno d’insieme. L’architettura comunica un senso di tradizione, mostra di essere ancorata ai valori dell’architettura locale, ha in sé una forte appartenenza al genius loci, ma rivendica orgogliosamente una propria personalità forte, che guarda avanti. Ma attenzione, non si tratta di un’architettura dichiaratamente contemporanea, qui il cordone ombelicale con la tradizione non è stato reciso. Il lavoro di Bönan è stato molto più sottile: l’architetto si è impegnato con successo a cercare i segni, gli indizi del carattere di questo tipo di costruzione, e li ha distillati sapientemente, offrendo delle suggestioni, degli accenni di stile che non vanno mai a coprire un’ispirazione contemporanea. Tantoché, spesso, chi lo vede per la prima volta, pensa che si tratti di uno chalet antico. «Capita di sentir dire “che fortuna aver trovato uno chalet antico così”», commenta divertito Bönan, che ha ricostruito totalmente l’architettura preesistente, rispettando la tradizione e reinterpretandola al tempo stesso, utilizzando materiali antichi
e riprendendo forme e dettagli tipici delle costruzioni della zona, come per esempio le grandi ante bianche e verdi tipiche delle finestre delle residenze austriache di montagna. Lo chalet, che ha una vista straordinaria sul panorama circostante, misura 1.000 metri quadrati. «È grandissimo ma estremamente cosy», nota Bönan, che ha dato vita a un progetto molto fresco, in linea con la personalità dei padroni di casa, giovani e sportivi: il marito, che ha una notevole collezione di automobili, guida l’elicottero e l’aereo. «I proprietari abitano a Monaco di Baviera, e per questa loro casa di vacanze ho realizzato una specie di château», aggiunge l’architetto. «Fare una casa oggi non è difficile», nota Bönan. «La sfida è farla speciale». La residenza si sviluppa su quattro piani. C’è un doppio salotto e ci sono cinque camere da letto, oltre a spa, sauna e bagno turco, e a una piscina di 40 metri quadrati. All’esterno come all’interno, la casa è caratterizzata da un estremo rigore stilistico, risponde a un lessico ben preciso. «Tutti i mobili sono stati disegnati da me», spiega l’architetto, che ha riservato ai dettagli il compito di accentuare i richiami alla tradizione. Il larice antico, scelto per creare un raffinato involucro interno di boiserie, è il primo elemento con cui dialogano idealmente gli arredi di ogni ambiente, che si tratti dei comodi divani bianchi del doppio salotto, «tutti rivestiti in shearling, più morbido del cachemire», o dei pannelli della stanza padronale, dove «il contrasto tra la rafia e i bordi rossi evoca lo stile di montagna». Ogni cosa richiama un’idea di total design, il completo controllo dell’architetto sul progetto. «Anche la biancheria è stata fatta fare apposta da artigiani», aggiunge Bönan, fine conoscitore della tradizione locale. «Sono di origine austro-ungarica e ho sempre vissuto e respirato questa cultura. Qui ho voluto metabolizzare lo spirito austriaco, in particolare quello di Kitzbühel, che rappresenta la montagna high-society, quella con la più intensa vita sociale d’alto livello». L’architetto è riuscito nel suo intento, e con il suo progetto ha creato una sorta di storytelling. «Spero di essere riconosciuto perché ho stile, non per uno stile», conclude Bönan. «Il mio lavoro, come dico sempre, è una sceneggiatura, un film che si rinnova continuamente».
Nelle grandi stanze non mancano i richiami allo STILE CLASSICO dell’architettura alpina, ma sono contestualizzati in un progetto rigoroso, che distilla il meglio della tradizione, evitando ogni concessione a ciò che è superfluo.