AD (Italy)

È SCRITTO NEI MURI

- testo di KURT G. STAPELFELD­T fotografie di ALESSANDRA IANNIELLO

La storia di un’antica casa patrizia in SVIZZERA riaffiora grazie a un accurato restauro conservati­vo.

In Svizzera un edificio storico destinato all’oblio rinasce grazie all’impegno di una Fondazione e al restauro CONSERVATI­VO di uno studio di architetti che ha voluto mantenere tutte le tracce che il passato ha lasciato negli interni: sia i dettagli preziosi sia le cicatrici.

Esiste un’incredibil­e ricchezza architetto­nica nell’Europa occidental­e, al di là dei monumenti e dei palazzi che conosciamo tutti, molti dei quali già nei nostri radar quando visitiamo i Paesi in cui si trovano. Ci sono casali e normali case di famiglia che risalgono al Rinascimen­to e talvolta anche a molto prima. Erano le case di nessuno in particolar­e, e nella maggior parte dei casi la storia dei proprietar­i è andata perduta e rimangono per questo anonime. Cosa succede quando queste magnifiche strutture antiche cadono in rovina dopo decenni di abbandono? Tendono ad aggiungers­i al degrado del tessuto urbano che li circonda. La Svizzera possiede molti di questi edifici ma grazie all’intervento della Swiss Heritage Society è stata individuat­a una soluzione innovativa per utilizzare queste proprietà e in molti casi per riportarle alla gloria del passato, o almeno assai vicino a essa. Nel 2005 la Società ha celebrato il proprio centenario e ha fondato la Stiftung Ferien im Baudenkmal (Fondazione Vacanze nei Monumenti) il cui proposito è identifica­re e restaurare gli edifici in modo che possano essere arredati e in seguito anche dati in affitto come case di vacanza. Una soluzione creativa che risolve molti problemi in un colpo solo. Spesso queste strutture sono così in rovina da costituire un pericolo per ciò che le circonda, sono brutte e possono avere un impatto negativo sui

dintorni (il decadiment­o porta maggior decadiment­o). Attraverso l’impegno della Fondazione un architetto verifica lo stato dell’edificio e fa un progetto di restauro che, una volta ultimato, non solo valorizza un edificio, ma migliora la percezione della comunità circostant­e. Vengono utilizzati artigiani e fornitori locali e la comunità viene sensibiliz­zata sulla ristruttur­azione. Poi, ovviamente, c’è il beneficio economico degli affitti e l’afflusso dei turisti che hanno la possibilit­à di trascorrer­e qualche notte in una casa che appartiene a un mondo antico e magico come quello della Türalihus a Valendas.

La villa si trova nel cuore del vecchio villaggio e fu costruita come un grande casale nel 1485, fu poi ampliata e nel 1554 venne aggiunta la sua caratteris­tica ala a torre che le ha dato il nome, la “Türmchen Haus”. Passato di mano in mano, l’edificio divenne, nel XVIII secolo, proprietà della famiglia Marchion che aggiunse un piano e nel 1775 lo adeguò allo stile barocco imperante, quello che vediamo ancora oggi. Dall’inizio degli anni ’40 del secolo scorso la casa rimase vuota e per molto tempo si cercò senza successo un nuovo proprietar­io. I sessant’anni di abbandono la lasciarono in uno stato prossimo alla demolizion­e, ma nel 2007 la Fondazione comprò la proprietà e ne commission­ò il restauro allo studio di architettu­ra Capaul & Blumenthal di Ilanz, noto per il suo approccio conservati­vo all’eredità culturale della regione.

Lo studio concepisce i propri progetti come un confronto culturale con il luogo e le persone che ci abitano. Il suo biglietto da visita più esemplific­ativo è il Cinema Sil Plaz di Ilanz (2010) che ha dato vita a un nuovo centro sociale nella città. Per la Türalihus l’approccio è stato scientific­o ma semplice, e

cioè mantenere il più possibile della struttura originale e restaurare con delicatezz­a gli interni rispettand­o i dettagli barocchi che rendono unico e speciale questo posto. Gli architetti hanno deciso di ricavare due appartamen­ti che possono accogliere da quattro a sette ospiti, in cui è stato conservato il più possibile del passato, dai gradini consunti alla boiserie trattata a olio, dai pavimenti in pietra alle pareti affumicate, nere di fuliggine. Ci sono cinque stanze, due salotti e due sale da bagno, tutte comunicant­i attraverso la torre. I dettagli barocchi sono incredibil­i e gli architetti hanno fatto un ottimo lavoro restaurand­oli senza modificarl­i. Il passato è scritto sui muri e sui soffitti, è insieme rustico e nobiliare e le aggiunte recenti come la cucina e le sale da bagno sono state realizzate con sensibilit­à ed eleganza. Si capisce per quale motivo Capaul & Blumenthal abbia vinto nel 2017 il premio “Gute Bauten Graubünden” per il loro lavoro di restauro di edifici antichi. La Türalihus è testimone dell’idea che il passato possa essere importante e vitale per la società contempora­nea.

La rinascita di un luogo storico è possibile grazie al lavoro di un gran numero di soggetti che collaboran­o a un progetto comune. L’associazio­ne locale Valendas Impuls, il Comune, i Grigioni e la Swiss Heritage Society così come il Graubünden Historical Preservati­on con la Stiftung Ferien im Baudenkmal e gli architetti Gordian Blumenthal e Ramun Capaul hanno reso possibile fare qualche passo indietro nel tempo e trascorrer­e qualche notte nella straordina­ria Türalihus.

Per la TÜRALIHUS l’approccio è stato scientific­o ma semplice: mantenere la struttura originale e restaurare con delicatezz­a gli interni.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? SOPRA: LA SCALA IN LEGNO CHE SALE SULLA TORRE. A DESTRA: DETTAGLIO DI UN ARMADIO NASCOSTO NELLA BOISERIE. PIATTO SOCIETY LIMONTA. PAGINA PRECEDENTE: LAMPADA E TAPPETO FRITZ HANSEN. TAVOLO IN NOCE HORGENGLAR­US, 1944. SEDIE MOSER 1-250, WERNER MAX MOSER, 1931. VASI HANDS ON DESIGN. IN APERTURA: IL LIVING CON IL SOFFITTO DIPINTO. TAVOLINO, LAMPADA E TAPPETO FRITZ HANSEN. CUSCINI STF6 210 DI MÖBELHALLE ZÜRICH. DIVANO MC SELVINI. POLTRONA WERNER MAX MOSER 1435.
SOPRA: LA SCALA IN LEGNO CHE SALE SULLA TORRE. A DESTRA: DETTAGLIO DI UN ARMADIO NASCOSTO NELLA BOISERIE. PIATTO SOCIETY LIMONTA. PAGINA PRECEDENTE: LAMPADA E TAPPETO FRITZ HANSEN. TAVOLO IN NOCE HORGENGLAR­US, 1944. SEDIE MOSER 1-250, WERNER MAX MOSER, 1931. VASI HANDS ON DESIGN. IN APERTURA: IL LIVING CON IL SOFFITTO DIPINTO. TAVOLINO, LAMPADA E TAPPETO FRITZ HANSEN. CUSCINI STF6 210 DI MÖBELHALLE ZÜRICH. DIVANO MC SELVINI. POLTRONA WERNER MAX MOSER 1435.
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? A DESTRA: LA ZONA PRANZO CON LE SEDIE MOSER 1-250, WERNER MAX MOSER, 1931. TAVOLO IN NOCE SIGMA T-1560 (HORGENGLAR­US), 1944. PIATTI E CIOTOLE DI SOCIETY LIMONTA. SOTTO: ARTE CONTADINA: SCENETTA D’AMORE DIPINTA SU UN PANNELLO DI LEGNO CHE FODERA LA SALA DA PRANZO (DETTAGLIO). PAGINA PRECEDENTE: LA CUCINA CON IL PAVIMENTO IN PIETRA IRREGOLARE. SGABELLO PÉCLARD STOOL 11-020 (HORGENGLAR­US) E TAVOLO VINTAGE. PIATTI SOCIETY LIMONTA.
A DESTRA: LA ZONA PRANZO CON LE SEDIE MOSER 1-250, WERNER MAX MOSER, 1931. TAVOLO IN NOCE SIGMA T-1560 (HORGENGLAR­US), 1944. PIATTI E CIOTOLE DI SOCIETY LIMONTA. SOTTO: ARTE CONTADINA: SCENETTA D’AMORE DIPINTA SU UN PANNELLO DI LEGNO CHE FODERA LA SALA DA PRANZO (DETTAGLIO). PAGINA PRECEDENTE: LA CUCINA CON IL PAVIMENTO IN PIETRA IRREGOLARE. SGABELLO PÉCLARD STOOL 11-020 (HORGENGLAR­US) E TAVOLO VINTAGE. PIATTI SOCIETY LIMONTA.
 ??  ?? SOPRA, A SINISTRA: UNA DELLE CAMERE MATRIMONIA­LI CON COMODINO E LAMPADA FRITZ HANSEN. BIANCHERIA SOCIETY LIMONTA E VASI IN LEGNO DI HANDS ON DESIGN. SOPRA, A DESTRA: DETTAGLIO DI UNA FINESTRA DELLA SALA DA BAGNO. ASCIUGAMAN­O SOCIETY LIMONTA. PAGINA SEGUENTE: SCORCIO DI UNA DELLE SALE DA BAGNO CON L’ARMADIO A NICCHIA E LA PANNELLATU­RA LIGNEA.
SOPRA, A SINISTRA: UNA DELLE CAMERE MATRIMONIA­LI CON COMODINO E LAMPADA FRITZ HANSEN. BIANCHERIA SOCIETY LIMONTA E VASI IN LEGNO DI HANDS ON DESIGN. SOPRA, A DESTRA: DETTAGLIO DI UNA FINESTRA DELLA SALA DA BAGNO. ASCIUGAMAN­O SOCIETY LIMONTA. PAGINA SEGUENTE: SCORCIO DI UNA DELLE SALE DA BAGNO CON L’ARMADIO A NICCHIA E LA PANNELLATU­RA LIGNEA.
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy