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HONORARY BRITISH

- di ELENA DALLORSO

Da quando CARTIER è sbarcata anche a Londra, è stata un catalizzat­ore di culture e codici di stile.

Sbarcato a Londra due anni prima dell’accordo Entente Cordiale tra Francia e Gran Bretagna (per il reciproco riconoscim­ento di sfere d’influenza coloniale), CARTIER è, fin dal 1902, la più francese delle istituzion­i britannich­e. Che, nel segno della creatività e di un savoir-faire unico, è riuscita a conciliare l’irriverenz­a inglese e lo spirito classico della Maison.

Un secolo di vita e una ristruttur­azione durata quasi un anno, firmata dall’architetto d’interni parigino Bruno Moinard: la boutique ammiraglia Cartier su New Bond Street mantiene forti legami con il passato e con la storia della Maison in Inghilterr­a. Sbarcato oltremanic­a nel 1902, Cartier si inserisce facilmente nel vivace panorama della Londra di inizio secolo, tanto da conquistar­e il prestigios­o riconoscim­ento di “Honorary British” (arrivato dopo il Royal Warrant, ossia la nomina a fornitore ufficiale della corona nel 1904 grazie ai rapporti privilegia­ti con il re). Non poco pesano le floride relazioni con i membri della famiglia reale e gli esponenti dell’aristocraz­ia inglese, ovviamente, attratta dall’“esotismo” delle montature in platino, materiale della cui lavorazion­e la Maison è pioniera. La Cartier Queen’s Cup, gara di polo che si svolge ancora oggi a Windsor alla presenza della regina, è figlia degli ottimi rapporti tra la Maison e la casa regnante, una fitta rete che è stata inaugurata già con Jacques Cartier, che intesse le prime relazioni commercial­i anche con i maharajah indiani, oltre che con socialite come l’ereditiera Sybil Sassoon o i Bright Young Things, gli aristocrat­ici bohémien nel periodo tra le due guerre, tra cui Gwen Mond e Diana Cooper. Dalla boutique londinese passano proprio tutti, alla ricerca di

quel mix di irriverenz­a e tradizione che ha reso Cartier Londres un punto di riferiment­o per i trendsette­r dell’ultimo secolo. L’esuberante tiara Tutti Frutti in stile indiano del 1928, acquistata dalla contessa Edwina Mountbatte­n, ne è un esempio. Di creazione in creazione arrivano gli anni Sessanta della Swinging London, che Cartier Londres interpreta con il lancio del segnatempo Crash, che si ispira (pare) a un orologio danneggiat­o in un incidente d’auto e portato in boutique per essere riparato (oggi se ne produce solo uno al mese e la lista d’attesa è infinita). È esattament­e questo il carattere distintivo di Cartier Londres: una mescolanza di influenze, il dialogo continuo tra passato e presente, tra classicism­o ed eccentrici­tà, e l’unione tra due codici espressivi distinti, quello britannico (apparentem­ente compassato, ma più ribelle e di rottura) e quello francese, iconico, regale. «Può sembrare sorprenden­te per Cartier, gioiellier­e francese, essere percepito come una risorsa inglese, ma a Londra la Maison è considerat­a esattament­e così», dice Pierre Rainero, direttore artistico dell’immagine, dello stile e del patrimonio Cartier.

«PUÒ SEMBRARE SORPRENDEN­TE, MA A LONDRA CARTIER È PERCEPITO COME UNA RISORSA INGLESE». PIERRE RAINERO, DIRETTORE ARTISTICO DELL’IMMAGINE, DELLO STILE E DEL PATRIMONIO CARTIER

 ??  ?? Una vicino all’altra, diverse, BOND ma unite STREET sotto l’unico marchio Cartier Bond Street: la boutique ammiraglia su New Bond Street e la boutique su Old Bond Street, appena aperta come un concept store di lusso e contempora­neo. Entrambe portano la firma dell’ interior designer Bruno Moinard.
Una vicino all’altra, diverse, BOND ma unite STREET sotto l’unico marchio Cartier Bond Street: la boutique ammiraglia su New Bond Street e la boutique su Old Bond Street, appena aperta come un concept store di lusso e contempora­neo. Entrambe portano la firma dell’ interior designer Bruno Moinard.
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 ??  ?? Come a casa. 1. Boutique Cartier New Bond Street, piano terra: collezioni Cartier. 2. Bracciale Cartier in oro giallo, smalto, smeraldi, rubini, zaffiro, London, 1953 - Studio Gérard, Cartier. 3. Biglietto d’invito che mostra Cartier Londra al 175-176 di New Bond Street, 1920. 4. Boutique Cartier New Bond Street, il Giardino d’Inverno. 5. Boutique Cartier New Bond Street, piano terra, Salone Zaffiro.
Come a casa. 1. Boutique Cartier New Bond Street, piano terra: collezioni Cartier. 2. Bracciale Cartier in oro giallo, smalto, smeraldi, rubini, zaffiro, London, 1953 - Studio Gérard, Cartier. 3. Biglietto d’invito che mostra Cartier Londra al 175-176 di New Bond Street, 1920. 4. Boutique Cartier New Bond Street, il Giardino d’Inverno. 5. Boutique Cartier New Bond Street, piano terra, Salone Zaffiro.
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