BELLEZZA PER TUTTI
Cent’anni fa la SOCIETÀ UMANITARIA di Milano organizzava una grande mostra dedicata alle arti applicate. Un’idea che nasceva da una visione illuminata del mondo. Alla base di quello che oggi chiamiamo design.
Cent’anni fa, una mostra della SOCIETÀ UMANITARIA di Milano iniziava a parlare di design.
Nel 1919 l’Europa si rialzava dopo la tragedia della guerra. Era un momento di rinascita, pieno di energia e di idee, alcune destinate a cambiare la società. Mentre a Weimar nasceva il Bauhaus, a Milano la Società Umanitaria decideva di organizzare una prima Esposizione Regionale Lombarda d’Arte Decorativa. L’Umanitaria, tuttora esistente, era nata nel 1893 come istituto filantropico con dichiarata vocazione educativa. I suoi corsi professionali diurni e serali si proponevano come una soluzione al problema della sotto-occupazione. E ai primi del secolo nascevano al suo interno le “Scuole-Laboratorio d’Arte applicata all’industria”, nel solco delle teorie e degli ideali di William Morris (tra le sue frasi celebri: «Non avere nulla nella tua casa che tu non sappia essere utile o creda essere bella»). Il conflitto mondiale aveva gelato questi slanci, ma era tempo di ripartire. Così, nel marzo 1919, veniva presa una decisione: dare visibilità a questo pensiero con una mostra di due mesi dedicata specificamente all’arredamento della casa, con premi “per incoraggiare la creazione e la produzione di arredi economici per la casa del popolo, che pure deve essere allietata da semplici ma pure forme di bellezza”, recita il catalogo. Tra i promotori c’erano intellettuali, politici e artisti: Raffaello Bertieri, Guido Marangoni, Alfredo Melani, Margherita Sarfatti, Giannino Castiglioni (i cui figli Livio, Pier Giacomo e Achille sarebbero poi diventati designer di prima grandezza). L’Esposizione ebbe grandissima risonanza, e appena quattro anni dopo venne trasferita a Monza, alla Villa Reale, diventando “Biennale nazionale d’arte decorativa”. Dal 1930 la cadenza diventava triennale, la sede tornava a Milano, che diventava così una delle capitali mondiali del progetto. E il resto è, davvero, Storia.