WHO’S WHO
Tedesco naturalizzato francese, HANS HARTUNG (1904-1989) è tra gli artisti più originali del ’900. Raggiunge la notorietà internazionale nel 1960, quando si aggiudica il Gran Premio per la Pittura della Biennale di Venezia. Merita una visita la sua casa-studio di Antibes, ora sede della Fondation Hartung-Bergman.
Hans Hartung diceva che il magico accordo della sua arte ruotasse attorno a «un’altra visione della realtà». Capace come pochi altri artisti di liberare la potenza del segno, ha reinventato l’idea di astrattismo precorrendo l’Action Painting. Alla sua carriera è dedicata “La fabrique du geste” (fino all’1/03), di scena nei rinnovati spazi del MAM, tempio parigino dell’arte moderna. Hartung amava la musica – «era nell’aria che respiravo» –, e la luce dei lampi ritagliati nel blu, che «mi hanno dato il senso della velocità del tratto». In mostra c’è l’Hartung dei capolavori, che dagli anni ’50 pone le basi del suo segno distintivo: una tavolozza giocata su note di blu, di verde e di giallo “aggredita” da linee nere d’impatto grafico. Spazio performativo su cui agirà con qualsiasi cosa, dai raschietti alle pistole spray. «Era una pittura veramente ribelle. Come me».