Ironia e fantasia nel dna delle creazioni di GUGLIELMO BRAMBILLA.
Il design di GUGLIELMO BRAMBILLA punta su materiali e processi produttivi: ogni suo oggetto ha l’impronta emotiva di una storia. WHO’S WHO
GUGLIELMO BRAMBILLA (Bergamo, 1991) è un product designer. Ha collaborato con Fabrica e Bitossi, con il vaso Coppo ha vinto il Montelupo Ceramic Award. A destra, è al Barbican di Londra con il suo tappeto Hairy Legs, prodotto, in liaison con Fabrica, dal brand portoghese GUR che impiega tecniche e materiali tradizionali locali.
Che cosa significa per te “design”? Mio papà era un bricoleur appassionato e io stando con lui ho cominciato fin da piccolo a trafficare con gli oggetti. Così nel tempo ho maturato una visione del design che per me è individualità, tradizione, materialità intesa come conoscenza dei materiali e dei processi per lavorarli, narrazione nel senso che gli oggetti devono “dire” come sono stati fatti, da dove vengono... Una visione che è anche frutto di un percorso formativo molto articolato ... Vero. Mi sono laureato in design al Poli di Milano, poi ho frequentato campus e stage a Aalborg e Kolding in Danimarca, a Linnaeus in Svezia. A Londra ho lavorato nello studio di Philippe Malouin, una grande esperienza per capire il progetto da un punto di vista più pratico. Ora, sempre a Londra, collaboro con Bethan Laura Wood in creazioni ove il focus è soprattutto sull’estetica. Ho lavorato anche in Italia per Bitossi Ceramiche e per Fabrica, centro di ricerca di Benetton Group. Anche quella è stata un’esperienza feconda e di crescita che ha
dato luogo a prodotti, credo, interessanti.
Hai delle fonti di ispirazione, dei modelli? Molti. Designer come Studio Swine, fotografi tipo Daniel Stier, ceramisti. Mi ispirano il quotidiano, i luoghi, le abitudini. Li fotografo per cercarne il lato ironico e poi trasformarli in oggetti. Mi piace sperimentare materiali, processi, mondi per me nuovi: vetro, ceramica, lighting, tessuti, l’imbutitura del metallo...