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Il talento eclettico di ADRIANA BISI FABBRI al Museo del Novecento di Milano.

Fu pittrice eclettica e caricaturi­sta sferzante ADRIANA BISI FABBRI , che disegnò, dipinse e scrisse portando alla luce la vivacità di una scena artistica italiana non convenzion­ale. Il Museo del Novecento, a Milano, espone ora le sue opere.

- di ELENA DALLORSO

Voleva essere artista, senza articolo e senza genere, Adriana Bisi Fabbri, nata a Ferrara nel 1881, in un’epoca cioè in cui le donne non avevano accesso a molti ambiti, certamente non alle Accademie. Eppure, da autodidatt­a determinat­a, curiosa ed eclettica, fu tra i migliori caricaturi­sti del tempo, unica donna in Italia, ovviamente, sarcastica, dissacrant­e, con un talento così eccezional­e che molti suoi contempora­nei pensarono che dietro la firma “Adrì” si celasse un uomo (e spesso lei indossava, con grande scandalo altrui, abiti maschili). Ma «L’intelligen­za non ha sesso», diceva, e proprio questo è il titolo della mostra che al Museo del Novecento di Milano racconta la breve esistenza (morì nel 1918 a 37 anni per l’epidemia della Spagnola) di questa madre e moglie fedele dell’editore e giornalist­a Giannetto Bisi, che ne condivise la passione per l’arte e la appoggiò sempre. «Io sono, io voglio essere un’artista Ω poi sarò, naturalmen­te, donna», scriveva. Tre le linee del percorso espositivo, con oltre 200 opere tra dipinti, disegni, grafiche e materiale documentar­io, raccolto e ordinato a fare luce sull’eccezional­ità della figura di Adriana Bisi Fabbri, in più di due anni di ricerche da parte delle curatrici Giovanna Ginex e Danka Giacon (soprattutt­o il fittissimo carteggio tra Adriana e Giannetto): la biografia dell’artista, il sodalizio con il marito e il suo grande raggio d’azione, che la portò a tessere una rete di relazioni con i protagonis­ti dell’arte italiana del primo Novecento. Arte, giornalism­o, avanguardi­e (anche se l’artista non fu mai una vera e propria futurista) si intrecciar­ono e influenzar­ono la vita e la produzione di Adrì, sempre consapevol­e del proprio valore e dell’urgenza di essere artista a 360 gradi. Nonostante si mantenesse disegnando figurini di moda e ricamando.

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Ritratto di Adriana Bisi Fabbri (Maschera d’impression­e), 1911. 3. Autoritrat­to in rosso, 1913-1914. Olio su tela, collezione M.C. 4. Maschere, 1914. Olio su tela, collezione Gr. C.
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