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Lui, lei, gli arredi e un’attitudine compulsiva al collezionismo. A Stoccolma un piccolo museo privato racconta la storia del design alle nuove generazioni
Sono tutti in fila sugli scaffali, con i segni del tempo e dell’usura: oltre 800 arredi che tracciano, in ordine cronologico, la storia del design nordico e internazionale. L’idea della coppia di designer e architetti svedesi Kersti Sandin e Lars Bülow (40 anni di esperienza in vari campi, dall’insegnamento alla progettazione industriale) è indovinata: mettere a disposizione di un pubblico di esperti, studenti e semplici visitatori la loro gigantesca collezione di design, facendone un hub dell’arredo dal
a sinistra Un’immagine della mostra Braided & Laced del Möbel Design Museum, focalizzata sulla storia delle tecniche di intreccio e ricamo applicate al design degli arredi fin dal tardo Ottocento. punto di vista di funzioni, materiali e tecniche. «Il Möbel Design Museum di Stoccolma vuole ispirare le generazioni future, colmare le lacune storiche e sviluppare, attraverso lo studio, le conoscenze», dice Lars Bülow. Per questo, qui, a differenza dei musei tradizionali, si osserva da vicino e si tocca tutto. «Ci si ferma per ore, scoprendo oggetti mai visti prima. In cima alla classifica stanno l’evoluzione della plastica degli anni ’50-’60 e i ribelli del design anni ’80 come Memphis Milano», aggiunge.
Per accendere i riflettori sulle quote rosa del design, il museo mette in mostra, fino al primo marzo, Female Traces, un focus su 60 donne di talento poco conosciute in patria e all’estero. «Io non credo che esista una differenza tra design femminile e maschile», dice Bülow. «Ma ancora oggi, nonostante la maggior parte degli studenti di design siano donne, il 75% dei progettisti assunti dalle aziende svedesi sono uomini. È un problema strutturale da correggere. Noi, intanto, abbiamo puntato il dito».