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A Friburgo un ardito progetto trasforma un campanile neobrutalista in una torre per abitazioni e mostre. Tutto intorno a uno scenografico camino centrale
A Friburgo, una torre brutalista.
Vista della sala-soggiorno a doppia altezza alla sommità del campanile dell’ex chiesa di St. Elisabeth in Offenburger Strasse a Friburgo in Brisgovia. A caratterizzarla, oltre allo scabro involucro di cemento a vista che enfatizza espressivamente le impronte delle casseformi, è il camino centrale a soffitto Gyrofocus di Focus, disegnato da Dominique Imbert. La finestra svasata a tutt’altezza larga 40 centimetri è stata realizzata allargando una preesistente feritoia con speciali lame d’acciaio.
A Friburgo in Brisgovia Rainer Disse firmò nel 1965 uno dei capolavori di architettura sacra neobrutalista: la chiesa di St. Elisabeth. Brutalismo non vuol dire brutale, deriva dal francese béton brut, cemento a vista: identifica uno stile dall’espressività scultorea, senza infingimenti decorativi. Sincera e «povera» come si conviene a un edificio di culto. L’aula è staccata dal campanile, un cuboide alto 22 metri che si impone sulla circostante tessitura di case basse. 40 anni dopo il tempio è in abbandono, segno di un’epoca di convulsa laicizzazione: viene riconvertito in un edificio residenziale di pregio. La torre campanaria no, resta solitaria testimone di un degrado che le ha portato via perfino la campana, un tempo la voce vibrante del quartiere. Un rovinare che si arresta nel 2014 quando Ingrid Maria Buron de Preser, progettista e scenografa cinematografica eterodossa, la vede, se ne innamora, l’acquista. Ha in mente di salvarne la bellezza scabra trasformandola in un luogo dove abitare e incontrarsi, mezzo privato e mezzo pubblico. Il progetto lavora su una pianta quadrata di 7x7 metri e consiste, all’esterno, nell’incisione di una scacchiera di sottili finestre mediante un intervento di alta ingegneria edile; all’interno nella creazione di cinque livelli abitabili collegati da una scala autoportante.
A quota terra l’ex cappella è ora una sala con una cucina a vista e un bagno: uno spazio pronto a ospitare anche mostre e ricevimenti. A essa seguono, ciascuna su un piano, tre camere dall’ambientazione un po’ teatrale. Alla sommità la «sala campanaria» è diventata un ascetico soggiorno in cui uno spettacolare camino a soffitto Gyrofocus sostituisce la gloriosa campana. Un caposaldo nel restauro e nel riuso del moderno.
«HO VISTO LA TORRE ED È STATO UN COLPO DI FULMINE» ingrid maria buron de preser