NEL TEMPO
Un architetto parigino recupera lo spirito originario di un aristocratico palazzo seicentesco nel cuore di Venezia.E lo combina con i segni dell’arte contemporanea e del design
Un palazzo del Seicento a Venezia accoglie l’arte contemporanea del suo proprietario
In questa casa, mi dice l’architetto parigino Charles Zana, «ho finalmente potuto realizzare il mio sogno di studente:lavorare a Venezia,città magica,la più pazza del mondo.In cui antico e moderno si fondono in una sorta di perennità».
L’abitazione si trova in Campo Santo Stefano, nel cuore della Serenissima,al piano nobile di un palazzo del XVII secolo. Un luogo straordinario a cui tuttavia superfetazioni e ristrutturazioni assai poco scrupolose avevano rubato quasi del tutto il fascino originario.L’ultimo inquilino,una banca, aveva molto contribuito a questo sfacelo decorativo creando due anonimi spazi per uffici,nascondendo con un plafone gli affreschi barocchi, le travi e i bellissimi lacunari dei soffitti, ricoprendo i pavimenti a terrazzo veneziano con il parquet. «Il nuovo proprietario dell’appartamento»,spiega il progettista, «aveva fortunatamente obiettivi molto chiari: esporre e godersi la propria collezione di opere d’arte contemporanea in un ambiente accogliente, caldo, facile da vivere, con un’impronta veneziana.Questo ci ha lasciato molta libertà d’azione. In accordo con la Soprintendenza alle Belle Arti e in collaborazione con alcuni architetti locali, abbiamo cercato di riportare alla luce i segni architettonici e decorativi del XVII secolo, gli affreschi, gli stucchi, il pavimento a terrazzo. Nella zona affacciata sulla piazza siamo ritornati alle origini restituendo al luogo un incantesimo antico fatto di un misto di programmazione e follia. Nella parte retrostante invece abbiamo sviluppato un piano più classico ampliando i vecchi volumi». Infine, per creare un sentimento di intimità,la grande sala di ricevimento è stata ripartita in tre zone più raccolte:un bar all’ingresso («l’angolo che più mi piace»),un salone circolare al centro e uno spazio quasi museale che guarda sul Campo.
Ciò che stupisce percorrendo l’appartamento è l’ariosa atmosfera veneziana che vi circola,una specie di allusione continua, ma sottotraccia, al contesto. Come ci si è riusciti, senza risultare didascalici? «Liberati i soffitti», racconta Zana, «abbiamo lavorato sul colore ispirandoci alla tavolozza delle
muse che vi sono dipinte, il grigio-blu nel grande soggiorno, il giallo zafferano e il verde mandorla nella sala da pranzo. Al mood contribuiscono anche i quadri,i mobili,come il tavolo-installazione di Erik Dietman nell’ambiente che dà sulla piazza,i tappeti di Sabine de Gunzburg che insieme ai tessuti echeggiano il mondo di Fortuny».Nell’appartamento sembra però presente anche una marcata vena di gusto francese. «Sono pur sempre un architetto parigino, ho voluto mettere in scena una contaminazione tra Ville Lumière e Serenissima.La sala da pranzo,per esempio,è in stile napoleonico,uno stile per quasi un secolo sottoposto a una vera damnatio memoriae, e oggi riscoperto proprio dai veneziani».
Anche la luce ha un ruolo fondamentale nell’intervento di Zana,nel quale – come è nelle sue corde – l’impostazione classica si sposa all’emozione.«La luce di Venezia è unica!Abbiamo lavorato con un lighting designer per dissimulare le sorgenti luminose, a eccezione dei sontuosi lampadari veneziani.In particolare,adoro la luce che attraversa l’appartamento la sera fluendo dalle finestre del palazzo».
Sul lato dell’arredamento Zana,che pure è un appassionato cultore e collezionista di design italiano,ha preferito combinare un mix di stili, con mobili brasiliani, sedute di Pierre Paulin, pezzi vintage (il tavolino nel living è di Guglielmo Ulrich,per esempio) e arredi di sua ideazione.«Limitarmi ai maestri italiani mi pareva un po’scontato.Io amo mettere insieme,giustapporre e non affidarmi a un total look.Nei miei progetti mi piace mescolare elementi stilisticamente differenti, e anche portare una nozione di comfort che si esprime, in particolare, nei letti e nei divani che disegno». Del resto la collezione d’arte del proprietario,coniugando autori noti come Gérard Garouste a giovani come ClaireTabouret, è,nella sua eterogeneità,sorprendente:anche l’arredamento, nel concept dell’architetto,doveva suscitare curiosità,comunicare un senso di vitalità,mostrarsi come un organismo in grado di evolvere.Missione riuscita.Come dice Zana:«Qui ho realizzato un sogno.E ho adorato ogni attimo».