AD (Italy)

NEL TEMPO

Un architetto parigino recupera lo spirito originario di un aristocrat­ico palazzo seicentesc­o nel cuore di Venezia.E lo combina con i segni dell’arte contempora­nea e del design

- Testo di Riccardo Bianchi Foto di Matthieu Salvaing

Un palazzo del Seicento a Venezia accoglie l’arte contempora­nea del suo proprietar­io

In questa casa, mi dice l’architetto parigino Charles Zana, «ho finalmente potuto realizzare il mio sogno di studente:lavorare a Venezia,città magica,la più pazza del mondo.In cui antico e moderno si fondono in una sorta di perennità».

L’abitazione si trova in Campo Santo Stefano, nel cuore della Serenissim­a,al piano nobile di un palazzo del XVII secolo. Un luogo straordina­rio a cui tuttavia superfetaz­ioni e ristruttur­azioni assai poco scrupolose avevano rubato quasi del tutto il fascino originario.L’ultimo inquilino,una banca, aveva molto contribuit­o a questo sfacelo decorativo creando due anonimi spazi per uffici,nascondend­o con un plafone gli affreschi barocchi, le travi e i bellissimi lacunari dei soffitti, ricoprendo i pavimenti a terrazzo veneziano con il parquet. «Il nuovo proprietar­io dell’appartamen­to»,spiega il progettist­a, «aveva fortunatam­ente obiettivi molto chiari: esporre e godersi la propria collezione di opere d’arte contempora­nea in un ambiente accoglient­e, caldo, facile da vivere, con un’impronta veneziana.Questo ci ha lasciato molta libertà d’azione. In accordo con la Soprintend­enza alle Belle Arti e in collaboraz­ione con alcuni architetti locali, abbiamo cercato di riportare alla luce i segni architetto­nici e decorativi del XVII secolo, gli affreschi, gli stucchi, il pavimento a terrazzo. Nella zona affacciata sulla piazza siamo ritornati alle origini restituend­o al luogo un incantesim­o antico fatto di un misto di programmaz­ione e follia. Nella parte retrostant­e invece abbiamo sviluppato un piano più classico ampliando i vecchi volumi». Infine, per creare un sentimento di intimità,la grande sala di riceviment­o è stata ripartita in tre zone più raccolte:un bar all’ingresso («l’angolo che più mi piace»),un salone circolare al centro e uno spazio quasi museale che guarda sul Campo.

Ciò che stupisce percorrend­o l’appartamen­to è l’ariosa atmosfera veneziana che vi circola,una specie di allusione continua, ma sottotracc­ia, al contesto. Come ci si è riusciti, senza risultare didascalic­i? «Liberati i soffitti», racconta Zana, «abbiamo lavorato sul colore ispirandoc­i alla tavolozza delle

muse che vi sono dipinte, il grigio-blu nel grande soggiorno, il giallo zafferano e il verde mandorla nella sala da pranzo. Al mood contribuis­cono anche i quadri,i mobili,come il tavolo-installazi­one di Erik Dietman nell’ambiente che dà sulla piazza,i tappeti di Sabine de Gunzburg che insieme ai tessuti echeggiano il mondo di Fortuny».Nell’appartamen­to sembra però presente anche una marcata vena di gusto francese. «Sono pur sempre un architetto parigino, ho voluto mettere in scena una contaminaz­ione tra Ville Lumière e Serenissim­a.La sala da pranzo,per esempio,è in stile napoleonic­o,uno stile per quasi un secolo sottoposto a una vera damnatio memoriae, e oggi riscoperto proprio dai veneziani».

Anche la luce ha un ruolo fondamenta­le nell’intervento di Zana,nel quale – come è nelle sue corde – l’impostazio­ne classica si sposa all’emozione.«La luce di Venezia è unica!Abbiamo lavorato con un lighting designer per dissimular­e le sorgenti luminose, a eccezione dei sontuosi lampadari veneziani.In particolar­e,adoro la luce che attraversa l’appartamen­to la sera fluendo dalle finestre del palazzo».

Sul lato dell’arredament­o Zana,che pure è un appassiona­to cultore e collezioni­sta di design italiano,ha preferito combinare un mix di stili, con mobili brasiliani, sedute di Pierre Paulin, pezzi vintage (il tavolino nel living è di Guglielmo Ulrich,per esempio) e arredi di sua ideazione.«Limitarmi ai maestri italiani mi pareva un po’scontato.Io amo mettere insieme,giustappor­re e non affidarmi a un total look.Nei miei progetti mi piace mescolare elementi stilistica­mente differenti, e anche portare una nozione di comfort che si esprime, in particolar­e, nei letti e nei divani che disegno». Del resto la collezione d’arte del proprietar­io,coniugando autori noti come Gérard Garouste a giovani come ClaireTabo­uret, è,nella sua eterogenei­tà,sorprenden­te:anche l’arredament­o, nel concept dell’architetto,doveva suscitare curiosità,comunicare un senso di vitalità,mostrarsi come un organismo in grado di evolvere.Missione riuscita.Come dice Zana:«Qui ho realizzato un sogno.E ho adorato ogni attimo».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? pagina precedente Nel living, la zona bar è delimitata da un bancone in ottone ossidato. A parete Le Sophiste, trittico di Bruno Perramant. Sofà e side table disegnati da Charles Zana, tavolo di Guglielmo Ulrich, Hand chair di Pedro Friedeberg. Tappeto di S2G Design. sopra Le finestre illuminate dell’appartamen­to. a destra Sala da pranzo. Tavolo Guanabara di Jorge Zalszupin, sedie di Claudio Salocchi, scultura di Enzo Mari, lampada di Luigi Caccia Dominioni (Azucena).
pagina precedente Nel living, la zona bar è delimitata da un bancone in ottone ossidato. A parete Le Sophiste, trittico di Bruno Perramant. Sofà e side table disegnati da Charles Zana, tavolo di Guglielmo Ulrich, Hand chair di Pedro Friedeberg. Tappeto di S2G Design. sopra Le finestre illuminate dell’appartamen­to. a destra Sala da pranzo. Tavolo Guanabara di Jorge Zalszupin, sedie di Claudio Salocchi, scultura di Enzo Mari, lampada di Luigi Caccia Dominioni (Azucena).
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? a sinistra Sopra il camino, un’opera di Jorge Queiroz. Sofà in velluto mohair disegnato in forme vintage da Zana, tavolo di Roger Capron, poltrone di Pierre Paulin. sopra Stemma dogale e porta originale in noce.
a sinistra Sopra il camino, un’opera di Jorge Queiroz. Sofà in velluto mohair disegnato in forme vintage da Zana, tavolo di Roger Capron, poltrone di Pierre Paulin. sopra Stemma dogale e porta originale in noce.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy