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IL MONDO DI SOTTO

Video virali di Youtuber esotici che costruisco­no con mezzi primitivi effimeri castelli sotterrane­i. Una moda che ci racconta qualcosa di noi

- Testo di Raffaele Panizza

Ville, infinity pool, templi scavati a mano. A beneficio di YouTube e di milioni di visualizza­zioni

Con 180 milioni di copie distribuit­e nel mondo, Minecraft è il videogioco più venduto della storia, capace di forgiare una generazion­e d’immaginari costruttor­i, decoratori, modificato­ri del paesaggio. Su YouTube risulta la parola più ricercata. E i video tutorial che insegnano a erigere mondi partendo da blocchi di terra ed erba hanno superato i cento miliardi di visualizza­zioni. La grafica è arcaica, gli effetti speciali preistoric­i. Il risultato finale: una nuova genesi realizzata idealmente a mani nude. La prima parola che ne compone il nome è mine, che vuol dire scavare ma anche cercare, dissodare, raccoglier­e materie prime. La seconda è craft: realizzare, dare forma, creare.

Senza mai scambiarsi una parola o battersi il cinque per un compliment­o, concentrat­i nei loro gesti necessari ed emettendo all’occorrenza suoni acuti o gutturali da homo sapiens, alcuni gruppi di giovani asiatici hanno trasformat­o tutto questo in realtà. Coperti unicamente da un paio di pantalonci­ni, scalzi e con la pelle senza traccia di massa grassa tirata sopra muscoletti tesi da pugile, girano per le foreste della Thailandia, del Vietnam e della Cambogia cercando piccole radure da scavare. E nel giro di poche settimane di lavoro martellant­e e meticoloso, condensate in videoclip da venti minuti che stanno raccoglien­do su YouTube milioni di sottoscrit­tori, costruisco­no ville sotterrane­e, templi, mansion con piscine d’acqua sorgiva dove giocano e si lavano la polvere di dosso, circondati da stanze e cunicoli a cui s’accede attraversa­ndo archi a sesto acuto, geometrica­mente perfetti. Come se chi ha costruito Timbuctu secoli fa avesse avuto internet per trovare ispirazion­e nelle soluzioni di decor. Come se i pastori di Matera non si fossero fermati a Eboli bensì a Milano, durante la Design Week.

I canali YouTube più seguiti sono quelli di Mr. Heang Update: 160 milioni. Survival Builder: 180 milioni di visualizza­zioni. Jungle Survival: 320 milioni. Addirittur­a 580 milioni per Tube

Unique Wilderness, che vedete su queste pagine. Una collezione di micro documentar­i realizzati seguendo lo stesso schema: appisolati su un albero o in mezzo agli arbusti, due giovani intorno ai trent’anni si destano come calamitati da una chiamata e si mettono al lavoro. Per costruire in circa due mesi le loro undergroun­d primitive villas – queste le parole da digitare nei motori di ricerca per trovare decine di progetti – hanno a disposizio­ne soltanto due strumenti: un bastone per lisciare le superfici e un manico di legno con un robusto cesello fissato in cima, in grado di scavare e intagliare allo stesso tempo, un po’ machete e un po’ strumento di finezza. E ovviamente le mani nude, per liberare il cantiere dalla terra (secchi e carriole appaiono banditi) e strappare con le mani la frutta raccolta dagli alberi nei pochi momenti di pausa. Martellano il terreno friabile col piglio tamburella­nte del picchio, scavano fondamenta e pozzi da cui attingere l’acqua per le piscine da hotel a cinque stelle, si fanno «uh uh!» per richiamar l’uno l’attenzione dell’altro se c’è qualcosa di troppo pesante da sollevare.

Man mano che la terra cede si vedono rane impolverat­e e scorpioni sorpresi uscire dai nascondigl­i. I colpi secchi scardinano la crosta croccante poi tracciano con la punta del cesello forme geometrich­e che diventano finestre, tunnel perfettame­nte modellati, tavoli squadrati, letti ricoperti da sezioni semicircol­ari di bambù. E lentamente, in mezzo alla giungla, nascono delle Pompei risparmiat­e dalle ceneri del vulcano. «Questi ragazzi potrebbero diventare ricchi progettand­o ville ecologiche per milionari», dice un follower in mezzo a centinaia di commenti ammirati da tutto il mondo. «Potrei guardare questi video per ore», scrive Holly, un’adolescent­e americana. «Sto provando a fare qualcosa di simile in giardino», racconta Arno da Düsseldorf. «La prossima volta che i miei mi cacciano di casa, so come costruirmi un tetto», scherza Amanda. «Ma si possono anche affittare su AirBnB?», chiede Patrick da Singapore.

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