QUESTA CASA NON È UNO SHOWROOM
Arredare con il meglio del nuovo design, per un anno, a Los Angeles, un edificio che ha una sua storia: ecco l’intuizione dietro Casa Perfect, che vi presentiamo in anteprima nella sua terza, splendida veste
a sinistra L’esterno di Casa Perfect con il tennis da tavolo e le poltrone over di Piet Hein Eek, la sedia di Chris Wolston, totem di Stan Bitters e Ryosuke Yazaki.
Magari partiamo dai vicini di casa, perché Trousdale Estates, oltre alla vista mozzafiato su Los Angeles, oltre a una collezione spettacolare di ville moderniste, oltre a uno spirito ribelle nei confronti della più celebre Beverly Hills, vanta lo stesso carattere di chi l’ha scelta a dimora. Prima che David Alhadeff, il ragazzo prodigio dei prodigi del design americano, arredasse qui la sua terza Casa Perfect, una casa autentica che accoglie le idee di altre case, erano saliti lungo gli stessi viali, avevano parcheggiato e si era tuffati direttamente in piscina, una consorteria di personaggi eterogenea, tutti famosi, ma ognuno a modo loro. C’erano Warren Beatty e Ray Charles, Dean Martin e Michael Caine, e in tempi recenti Elton John, Hedi Slimane, Jennifer Aniston, e Steven Meisel, a cui la nuova generazione di inquilini, Alhadeff compreso, deve tutto. Il quartiere, dopo essere stato lanciato negli anni ’50 dall’imprenditore Paul Whitney Trousdale e aver raggiunto l’epoca d’oro negli anni ’70, era stato poi dimenticato, fino a quando nel 2000 Meisel ambienta la campagna Versace in una di queste ville, che acquisterà due anni dopo, e tutto riparte.
Quando tre anni fa David Alhadeff giunge a Los Angeles, ha già alle spalle almeno due traversate degli Stati Uniti. La prima parte da Seattle, dove è nato quarant’anni fa e da cui fugge nel 1996 alla volta di New York, studi di economia e comunicazione in valigia. A sedurlo è il nuovo design americano di Brooklyn, Manhattan e dintorni, una nuova frontiera, un Far West al contrario, «che nessuno voleva sostenere e neppure sapeva che esistesse. Invece bastava fare un salto a Williamsburg per capire quanto fosse vitale la scena. E naturalmente mi hanno dato del pazzo quando nel 2003 ho fondato The Future Perfect» (letteralmente «futuro anteriore», per sottolineare l’interazione tra l’innovatività del design e la storia dei luoghi che occupa). Si sbagliavano, visto che dopo aver aperto la prima sede a New York nel 2009 accanto al vecchio studio di Jean-Michel Basquiat, Alhadeff riprende la via dei pionieri e torna sulla West Coast, prima a San Francisco, poi a Los Angeles, «e in questa città dove tutti vanno in macchina e