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QUESTA CASA NON È UNO SHOWROOM

- Testo di Francesca Santambrog­io Foto di Ye Rin Mok

Arredare con il meglio del nuovo design, per un anno, a Los Angeles, un edificio che ha una sua storia: ecco l’intuizione dietro Casa Perfect, che vi presentiam­o in anteprima nella sua terza, splendida veste

a sinistra L’esterno di Casa Perfect con il tennis da tavolo e le poltrone over di Piet Hein Eek, la sedia di Chris Wolston, totem di Stan Bitters e Ryosuke Yazaki.

Magari partiamo dai vicini di casa, perché Trousdale Estates, oltre alla vista mozzafiato su Los Angeles, oltre a una collezione spettacola­re di ville moderniste, oltre a uno spirito ribelle nei confronti della più celebre Beverly Hills, vanta lo stesso carattere di chi l’ha scelta a dimora. Prima che David Alhadeff, il ragazzo prodigio dei prodigi del design americano, arredasse qui la sua terza Casa Perfect, una casa autentica che accoglie le idee di altre case, erano saliti lungo gli stessi viali, avevano parcheggia­to e si era tuffati direttamen­te in piscina, una consorteri­a di personaggi eterogenea, tutti famosi, ma ognuno a modo loro. C’erano Warren Beatty e Ray Charles, Dean Martin e Michael Caine, e in tempi recenti Elton John, Hedi Slimane, Jennifer Aniston, e Steven Meisel, a cui la nuova generazion­e di inquilini, Alhadeff compreso, deve tutto. Il quartiere, dopo essere stato lanciato negli anni ’50 dall’imprendito­re Paul Whitney Trousdale e aver raggiunto l’epoca d’oro negli anni ’70, era stato poi dimenticat­o, fino a quando nel 2000 Meisel ambienta la campagna Versace in una di queste ville, che acquisterà due anni dopo, e tutto riparte.

Quando tre anni fa David Alhadeff giunge a Los Angeles, ha già alle spalle almeno due traversate degli Stati Uniti. La prima parte da Seattle, dove è nato quarant’anni fa e da cui fugge nel 1996 alla volta di New York, studi di economia e comunicazi­one in valigia. A sedurlo è il nuovo design americano di Brooklyn, Manhattan e dintorni, una nuova frontiera, un Far West al contrario, «che nessuno voleva sostenere e neppure sapeva che esistesse. Invece bastava fare un salto a Williamsbu­rg per capire quanto fosse vitale la scena. E naturalmen­te mi hanno dato del pazzo quando nel 2003 ho fondato The Future Perfect» (letteralme­nte «futuro anteriore», per sottolinea­re l’interazion­e tra l’innovativi­tà del design e la storia dei luoghi che occupa). Si sbagliavan­o, visto che dopo aver aperto la prima sede a New York nel 2009 accanto al vecchio studio di Jean-Michel Basquiat, Alhadeff riprende la via dei pionieri e torna sulla West Coast, prima a San Francisco, poi a Los Angeles, «e in questa città dove tutti vanno in macchina e

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 ??  ?? sopra Il corridoio circolare che attraversa la casa e scandisce gli ambienti. Sul piedistall­o il vaso Hirai di Akiko Hirai.
sopra Il corridoio circolare che attraversa la casa e scandisce gli ambienti. Sul piedistall­o il vaso Hirai di Akiko Hirai.
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 ??  ?? sotto Nel grande living domina un divano Marechiaro, l’imbottito modulare di Arflex disegnato da Mario Marenco nel 1976. Cabinet di Peet Hein Eek e specchi di Chen Chen & Kai Williams.
sotto Nel grande living domina un divano Marechiaro, l’imbottito modulare di Arflex disegnato da Mario Marenco nel 1976. Cabinet di Peet Hein Eek e specchi di Chen Chen & Kai Williams.
 ??  ?? a destra La seduta antropomor­fa in midollino intrecciat­o di Chris Wolston e, a parete, gli specchi di Bower Studios.
a destra La seduta antropomor­fa in midollino intrecciat­o di Chris Wolston e, a parete, gli specchi di Bower Studios.
 ??  ?? sopra Tavolo Rough in rovere massello disegnato da Sam Accoceberr­y per Collection Particuliè­re, sedie scultoree di Rooms, vasi di Cody Hoyt e lampada a sospension­e Drop System di Lindsey Adelman.
sopra Tavolo Rough in rovere massello disegnato da Sam Accoceberr­y per Collection Particuliè­re, sedie scultoree di Rooms, vasi di Cody Hoyt e lampada a sospension­e Drop System di Lindsey Adelman.
 ??  ?? a sinistra Tavolo e sedie di Matthew Day Jackson per Made, lampada a sospension­e design Bec Brittain per Roll & Hill, carta da parati di Calico Wallpaper e tappeto di Atelier Février. Sul piano del tavolo sculture in vetro di Katherine Grey.
a sinistra Tavolo e sedie di Matthew Day Jackson per Made, lampada a sospension­e design Bec Brittain per Roll & Hill, carta da parati di Calico Wallpaper e tappeto di Atelier Février. Sul piano del tavolo sculture in vetro di Katherine Grey.

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