CIRCUITO INTERNO
Stanze, scale, ambienti mutanti, quinte teatrali. Viaggio in una casa laboratorio in cui le idee notturne diventano design quotidiano
Una casa laboratorio in cui le idee notturne si trasformano in design quotidiano
Sale e scende dalle scale la vita milanese di Osanna Visconti, in un circuito di ossessione per la bellezza, focalizzato sul tema interni.Dalla casa al laboratorio e viceversa,in un labirinto quotidiano che si snoda di stanza in stanza, tra ambienti e atmosfere di una dimora mutante: «Il mio lavoro di design è cominciato in casa ». Precisamente di notte, quando in un periodo d’ insonnia, girando perla casa in quel silenzio, lajew el designer Visconti ha dato inizio alla sua seconda vita.
Nel buio ha visualizzato la luce di sinuose posate,di una severa scrivania in ferro,di un tavolo che avrebbe potuto allungarsi fino a sfiorare l’errore:«Pezzi e arredi di cui necessitavo». Pensando, disegnando e soprattutto lavorando lacera con le mani, ogni idea notturna è arrivata in fonderia esi è trasformata in prototipo, passando attraverso i bollori delle cola tedi bronzo fuso. Le private necessità del Visconti design esposte in casa sono diventate anche quelle altrui,e lei è entrata a far parte della squadra di Nilufar,galleria d’interni che da Milano detta il gusto nel mondo.
Osanna è rimasta a casa:le idee nascono e poi ruotano nel suddetto circuito, compreso il laboratorio in cortile, in breve di un terzo spazio all’ultimo piano del palazzo, con impennata del numero di gradini quotidiani.Ma labirinti e creatività comportano fatica.Entrando si trovano vie bloccate e allora si torna indietro e se ne prende un’altra, fino a trovare l’uscita nella sagoma di una lampada, nelle curve di una ciotola,nel volo leggero di una libreria che fonde in bronzo il bambù, in nuove (s)proporzioni di contemporaneo design. E non basta.Le idee creative ancora non sono design,se non ci si appropria della loro funzione:«Non devono essere solo sculture, ma veri oggetti con forte valenza d’uso».
Nel work in progress domiciliato a palazzo,in un’atmosfera morbida con colori diversi ma simili tra loro con pennellate in nero e bordeaux,in cui ogni pezzo è letteralmente azzardato di fianco agli altri,in cui l’antico parla al contemporaneo e in cui si pensa ad altre cose ancora,Osanna Visconti comincia incamera. Qui la mattina assapora caffè e libri illustrati, selezionati laser a prima nella biblioteca in ingresso :« Cataloghi di aste e di oggetti antichi,vetri anniTrenta,forme etniche e
grande design d’epoca, arte minimale e tessuti interessanti: alla ricerca di una nuova sintesi».Si passa alle mani,nella piccola stanza accanto in un’avvolgente tinta mattone,angolo riflessivo dove sulla sua scrivania in ferro Osanna modella la cera con ferri e candele,in cerca di texture e formati.
Si spezza la giornata proseguendo dritti nel corridoio che collega tutto, raggiungendo sala da pranzo e relativi appuntamenti con amiche e clienti,per parlare o invece fare strategia,quando con lei c’è la figlia Madina,jewel designer e socia dell’atelier O.M.Visconti.
Si scende in cortile,per srotolare pomeriggi di rendering, email e carte trasparenti ace tate, nell’ atelier dedicato a clienti e progetti su misura.Si torna su,è arrivato un prototipo:«La casa è uno showroom molto vissuto, posiziono ogni pezzo facendolo dialogare con il resto. E imparo molto ». Il tavolo extra lungo in bronzo oro e nero patinato è piaciuto, troppo :« Si sedevano tutti lì, si è imbarcato ». Progetto rinforzato.
Il paravento con cui Osanna ha schermato la sua entrata in cucina è diventato un suggerimento per molti:«Le quinte servono,da sempre.Si pensi al grande uso dei paraventi Coromandel, per esempio». Ci sono nuovi candelieri ispirati alle alghe marine :« Le ho viste fluttuare mentre nuotavo con la maschera ». Quindi schizzo, cera, colate in bronzo, ed eccoli qua.
A tavola? «Candele accese, il mio lusso. Per il resto si può mischiare tutto e ogni stile,con armonia».Regole? «Nessuna. Mettere insieme le cose con cui ti piace stare.Evitando l’opulenza,non c’è mai rischio».
Almeno uno :« Il“tutto giusto” è noioso. Le stanze coordinate hanno lo charme di un bouquet, non l’ incanto di fiori selvaggi ». Colori, proporzioni e oggetti inaspettati :« Un vaso gigante accende una stanza ».
Bagno e cucina sono da camuffare:«Come una stanza qualunque,in cui fare anche altro».Il bagno potrebbe addirittura sparire:«Ho messo più volte la vasca in camera,come un divano.I lavandini dietro una quinta in corridoio,i sanitari sempre nascosti». Ci sarebbe da addentrarsi nel nostro labirintico saliscendi, sperando di imboccare corso degli Incantesimi e non via del Pendant.