SOGNI REALI
Dal Rajasthan alla Scozia, un volume raccoglie fotografie di luoghi che sembrano usciti dalla fantasia di Wes Anderson
Nel 2017 Wally Koval, esperto di marketing, ha creato insieme alla moglie Amanda il profilo Instagram @accidentallywesanderson, «Wes Anderson per caso». Appassionati del lavoro e dell’estetica del regista, hanno iniziato a pubblicare immagini di luoghi che sembrano usciti dai suoi film. Aperti anche a proposte esterne.
In poco tempo hanno attratto più di un milione di seguaci, scatenando una competizione: fotografi professionisti, ma soprattutto dilettanti, hanno raccolto l’invito. Sono arrivati scatti da tutto il mondo: edifici dalle simmetrie perfette, interni evocativi di grandezze sbiadite, architetture rétro, colori fuori dalle regole, istantanee catturate nei luoghi più disparati.
Archiviati con cura, ora sono raccolti in un libro: Accidentally Wes Anderson (Trapeze, 2020; 368 pagine, 35 €; invitato
dagli autori, lo stesso Wes Anderson ha scritto una divertita prefazione).
Sfogliarlo è immergersi in luoghi che sembrano confezionati apposta per ospitare nuove sequenze del regista texano. Amer Fort, in Rajasthan; l’Hotel Opera di Praga, architettura eclettica nella Repubblica Ceca; i Warrender Baths, piscina vittoriana a Edimburgo (sono le immagini di queste pagine): solo un accenno alla vastità di immagini e alla ricchezza del volume. Un omaggio all’estetica di un cineasta che ha creato un mondo tutto suo, immediatamente riconoscibile, e che ha saputo influenzare tutto, dal cinema alla moda, al design. E che è diventato, nel suo modo un po’ schivo, una figura di culto: l’anno scorso, per il suo cinquantesimo compleanno, un brand inglese gli ha dedicato una collezione di carte da parati ispirata ai suoi film più famosi. L’arte può imitare la vita o è vero il contrario?