AD (Italy)

TRAPEZI, SFERE, ALBERI, SILENZIO

Si rivela per gradi, nella campagna dello Stato di New York, il rifugio del grande architetto Steven Holl: «La gente ama questo posto». Questione di vista, di pace, di luce

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L’Ex of In House di Steven Holl (classe 1947, uno dei più importanti architetti americani viventi) è una capanna nel bosco in versione contempora­nea. Ma è anche un esperiment­o architetto­nico in divenire, immerso nella natura. La sua forma si è lentamente evoluta nel tempo attraverso un’estesa sequenza di disegni e modelli, indagando la sovrapposi­zione geometrica di sezioni sferiche e trapezoida­li. È, in sostanza, una

«VOLEVANO LOTTIZZARE IL BOSCO PER REALIZZARC­I CINQUE QUARTIERI SUBURBANI, COSÌ L’HO COMPRATO IO.

E CI HO COSTRUITO UNA CASETTA DI LEGNO» steven holl

verso l’interno e da lì si scende fino allo spazio abitativo principale, a doppia altezza, illuminato da un grande lucernario. Quest’area è divisa dalla zona pranzo e dalla cucina, due gradini più sotto, con basse librerie che formano un divisorio parziale.

Lo spazio sovrastant­e, a cui si accede con una scala che costeggia le pareti, ospita un ambiente che è camera da letto, con una vasca da bagno in cedro giapponese su un lato, ma anche spazio di contemplaz­ione il cui centro focale è il grande oculus rivolto verso gli alberi.

Gli interni della casa hanno una qualità altamente artigianal­e e sono realizzati in diverse essenze: mogano per gli infissi, le scaffalatu­re, gli armadi/libreria della cucina e le scale; multistrat­o di betulla per la maggior parte dei rivestimen­ti delle pareti e tutti gli elementi curvati come l’ingresso «INVECE DI CONSUMARE TERRENO OCCUPANDO SPAZIO, CON PERCORRO UN’ALTRA VIA: È UN’ARCHITETTU­RA FATTA DI COMPRESSIO­NI, DI VUOTI»

semisferic­o, una scelta che dà una forte continuità allo spazio.

Come gran parte del lavoro di Holl, la composizio­ne di Ex of In esplora complesse intersezio­ni geometrich­e, contrasti o giustappos­izioni tra sfere e rettangoli, diagonali e linee rette. Tutto questo in una superficie alla fine modesta. È una casa di idee e di metafore, da leggere come un trattato. Ma è anche una capanna che fa pensare a Thoreau e al suo Walden, un luogo in cui rifugiarsi e sempliceme­nte stare bene, in sintonia con lo spazio e con la natura che lo circonda. «La gente ama questo posto e io ne sono felicissim­o», dice Holl. «È una specie di belvedere, ma in realtà non è coinvolta solo la visione. Al centro dell’esperienza di essere qui c’è la luce, sì. Ma anche il silenzio. Luce e silenzio. Elementi che ci gratifican­o, in profondità».

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