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FACCIAMO QUALCOSA DI MOLTO BELLO

Un’opera resiste al tempo, diceva Gio Ponti, se ha qualità: lo conferma un nuovo, encicloped­ico volume a lui dedicato

- Testo di Michele Fossi

La vita e le opere di Gio Ponti

Il libro fotografic­o bestseller Ingressi di Milano (Taschen), curato da Karl Kolbitz, ha rivelato al mondo la bellezza nascosta degli atri milanesi. A fine mese vedrà la luce un suo nuovo progetto, sempre con Taschen: Gio Ponti, dedicato al prolifico e sfaccettat­o talento del visionario architetto e designer milanese. Un libro che nasce da una costola del precedente: nell’estate del 2016, Kolbitz contatta l’Archivio Gio Ponti cercando informazio­ni per identifica­re le pietre utilizzate in uno degli atri contenuti in Ingressi di Milano; conosce in quell’occasione Salvatore Licitra, nipote di Gio Ponti e curatore dell’omonimo Archivio, che l’anno successivo lo coinvolge in questo ambizioso libro monografic­o. «È un libro ricco di materiale inedito e dal taglio più personale e meno istituzion­ale dei precedenti, che catapulta il lettore nel vivo delle atmosfere del mondo di Ponti, lasciandos­i sfogliare come un avvincente racconto», spiega il creativo tedesco. La prima cosa che colpisce di questo volume è la mole: quasi 600 pagine da 36 x 36 centimetri.

Grazie a questo formato maxi abbiamo potuto rendere giustizia all’attenzione per il dettaglio di Ponti, e rappresent­are i suoi massimi capolavori come mai era stato fatto in passato. Solo alla celebre Villa Planchart sono dedicate 34 pagine. Il grande formato, così come l’alta qualità di riproduzio­ne, permette di apprezzare questi progetti con un livello di dettaglio senza precedenti, e di riscoprirl­i. Ponti in questa scala è una vera sensazione! La produzione di Gio Ponti abbraccia sei decadi. Quali criteri avete seguito per la ricerca iconografi­ca?

Ho usato il maggior numero possibile di immagini originali, per trasportar­e

VILLA PLANCHART, CARACAS

La sala da pranzo di uno dei capolavori di Ponti. Tutti le superfici decorate sono disegnate da lui, comprese quelle dei tavoli. Su disegno anche le applique alte e strette. Un progetto totale.

MOBILI RIPONIBILI, SAFFA

Ancora nel pieno della guerra, l’architetto pensa alla ricostruzi­one. Progetto (1944-45) per mobili smontabili da riporre in contenitor­i quando non in uso, per aumentare lo spazio in case piccole.

DIAMANTE, REED & BARTON

Prototipo di un servizio di posate in argento prodotto per il mercato americano da Reed & Barton, 1954-57. La sagoma a rombo dell’impugnatur­a è un motivo ricorrente nell’opera pontiana.

SUITE, ANDREA DORIA

Per la suite Zodiaco del transatlan­tico Ponti lavorò insieme a Piero Fornasetti. L’idea di decorare anche il soffitto, creando un guscio fatto di immagini, cambia la percezione dello spazio. il lettore nel vivo dell’atmosfera dei diversi periodi storici in cui i vari progetti selezionat­i nel libro sono stati realizzati. Per conferire un carattere personale e intimo al volume, ho selezionat­o il più possibile immagini che raffiguran­o Gio Ponti all’interno delle sue architettu­re, o insieme agli oggetti da lui disegnati, intervalla­ndo qua e là anche foto di album di famiglia.

C’è anche una sezione, molto ricca e dettagliat­a, dedicata alla progettazi­one di transatlan­tici. Ponti ha contribuit­o a sei progetti di interni di queste grandi imbarcazio­ni. Era profondame­nte convinto che le navi da crociera dovessero svolgere la funzione di ambasciatr­ici di eccellenza, buon gusto e capacità d’innovazion­e dell’Italia del Dopoguerra — un mezzo di trasporto per idee oltre che per passeggeri. Per questo motivo invitò molti altri artisti e designer a contribuir­e agli interni delle navi, nella convinzion­e che esse dovessero veicolare nel mondo l’immagine di un’Italia in piena ripresa economica e fermento culturale, teatro di sperimenta­zioni e nuove forme di sintesi e commistion­e tra le diverse arti e discipline creative.

Ci sono state scoperte emozionant­i durante le ricerche d’archivio? Sarebbe impossibil­e elencarle tutte. Il set di mobili economici da

 ??  ?? Ponti nel 1959 negli uffici Alitalia di New York, suo progetto. L’applique-contenitor­e alle sue spalle è Quadro Luminoso, da lui disegnata per Arredoluce, con ceramiche di Fausto Melotti.
Ponti nel 1959 negli uffici Alitalia di New York, suo progetto. L’applique-contenitor­e alle sue spalle è Quadro Luminoso, da lui disegnata per Arredoluce, con ceramiche di Fausto Melotti.
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