FACCIAMO QUALCOSA DI MOLTO BELLO
Un’opera resiste al tempo, diceva Gio Ponti, se ha qualità: lo conferma un nuovo, enciclopedico volume a lui dedicato
La vita e le opere di Gio Ponti
Il libro fotografico bestseller Ingressi di Milano (Taschen), curato da Karl Kolbitz, ha rivelato al mondo la bellezza nascosta degli atri milanesi. A fine mese vedrà la luce un suo nuovo progetto, sempre con Taschen: Gio Ponti, dedicato al prolifico e sfaccettato talento del visionario architetto e designer milanese. Un libro che nasce da una costola del precedente: nell’estate del 2016, Kolbitz contatta l’Archivio Gio Ponti cercando informazioni per identificare le pietre utilizzate in uno degli atri contenuti in Ingressi di Milano; conosce in quell’occasione Salvatore Licitra, nipote di Gio Ponti e curatore dell’omonimo Archivio, che l’anno successivo lo coinvolge in questo ambizioso libro monografico. «È un libro ricco di materiale inedito e dal taglio più personale e meno istituzionale dei precedenti, che catapulta il lettore nel vivo delle atmosfere del mondo di Ponti, lasciandosi sfogliare come un avvincente racconto», spiega il creativo tedesco. La prima cosa che colpisce di questo volume è la mole: quasi 600 pagine da 36 x 36 centimetri.
Grazie a questo formato maxi abbiamo potuto rendere giustizia all’attenzione per il dettaglio di Ponti, e rappresentare i suoi massimi capolavori come mai era stato fatto in passato. Solo alla celebre Villa Planchart sono dedicate 34 pagine. Il grande formato, così come l’alta qualità di riproduzione, permette di apprezzare questi progetti con un livello di dettaglio senza precedenti, e di riscoprirli. Ponti in questa scala è una vera sensazione! La produzione di Gio Ponti abbraccia sei decadi. Quali criteri avete seguito per la ricerca iconografica?
Ho usato il maggior numero possibile di immagini originali, per trasportare
VILLA PLANCHART, CARACAS
La sala da pranzo di uno dei capolavori di Ponti. Tutti le superfici decorate sono disegnate da lui, comprese quelle dei tavoli. Su disegno anche le applique alte e strette. Un progetto totale.
MOBILI RIPONIBILI, SAFFA
Ancora nel pieno della guerra, l’architetto pensa alla ricostruzione. Progetto (1944-45) per mobili smontabili da riporre in contenitori quando non in uso, per aumentare lo spazio in case piccole.
DIAMANTE, REED & BARTON
Prototipo di un servizio di posate in argento prodotto per il mercato americano da Reed & Barton, 1954-57. La sagoma a rombo dell’impugnatura è un motivo ricorrente nell’opera pontiana.
SUITE, ANDREA DORIA
Per la suite Zodiaco del transatlantico Ponti lavorò insieme a Piero Fornasetti. L’idea di decorare anche il soffitto, creando un guscio fatto di immagini, cambia la percezione dello spazio. il lettore nel vivo dell’atmosfera dei diversi periodi storici in cui i vari progetti selezionati nel libro sono stati realizzati. Per conferire un carattere personale e intimo al volume, ho selezionato il più possibile immagini che raffigurano Gio Ponti all’interno delle sue architetture, o insieme agli oggetti da lui disegnati, intervallando qua e là anche foto di album di famiglia.
C’è anche una sezione, molto ricca e dettagliata, dedicata alla progettazione di transatlantici. Ponti ha contribuito a sei progetti di interni di queste grandi imbarcazioni. Era profondamente convinto che le navi da crociera dovessero svolgere la funzione di ambasciatrici di eccellenza, buon gusto e capacità d’innovazione dell’Italia del Dopoguerra — un mezzo di trasporto per idee oltre che per passeggeri. Per questo motivo invitò molti altri artisti e designer a contribuire agli interni delle navi, nella convinzione che esse dovessero veicolare nel mondo l’immagine di un’Italia in piena ripresa economica e fermento culturale, teatro di sperimentazioni e nuove forme di sintesi e commistione tra le diverse arti e discipline creative.
Ci sono state scoperte emozionanti durante le ricerche d’archivio? Sarebbe impossibile elencarle tutte. Il set di mobili economici da