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CHIAMATEMI AQUILA

In principio c’erano due progetti. Il primo: un classico chalet di montagna. L’altro, anticonfor­mista, fatto di linee austere e “cattive”. Per fortuna, il committent­e non ha avuto dubbi

- Testo di Laura Pezzino. Foto di Nicola Carignani

Val Gardena anticonfor­mista

Se Bruce Wayne, alias Batman, invece che a Gotham avesse operato sulle Dolomiti, avrebbe ritenuto Villa A una base perfetta per le sue missioni da supereroe. E non solo per via delle linee austere e «cattive» della facciata, come le definisce l’architetto Rudi Perathoner scherzando­ci un po’ su, ma anche perché, come la Batcaverna, questa casa nasconde un segreto. Tutto è incomincia­to nel 2014, quando l’anziano committent­e ha contattato lo studio di

Perathoner, che ha sede proprio a Selva di Val Gardena: «L’input iniziale è stato quello di un classico chalet di montagna. Noi abbiamo incomincia­to a lavorarci su e, alla fine, di progetti ne abbiamo presentati due: uno più tradiziona­le e uno con un’impronta più innovativa. Il proprietar­io, dimostrand­o di avere una notevole capacità di visione, si è fidato del nostro progetto più particolar­e. Così è nata Villa A».

L’ambientazi­one era spettacola­re di per sé: la Val Gardena, gioiello alpino a 1.563 metri di altitudine immerso tra le maestose cime del patrimonio naturale Unesco delle Dolomiti. Per i costruttor­i, si trattava di demolire la piccola abitazione precedente e riedificar­e l’intera struttura dalle fondamenta. «La parte più problemati­ca è stata l’estrema pendenza del terreno, ma è proprio dalla morfologia del luogo che abbiamo ricavato l’idea più forte: costruire un edificio la cui parte interrata, ossia il garage, non fosse visibile dall’esterno», dice Perathoner. «A questo scopo abbiamo creato una parete di pietra dove abbiamo nascosto il portone dal quale si accede a un montacaric­hi per

«È DALLA DIFFICILE MORFOLOGIA DEL LUOGO CHE ABBIAMO RICAVATO L’IDEA PIÙ FORTE: COSTRUIRE UN EDIFICIO LA CUI PARTE INTERRATA NON FOSSE VISIBILE DALL’ESTERNO» rudi perathoner

auto e, da lì, al garage, che ha il solaio di legno e le pareti scurissime». Un particolar­e che Batman avrebbe apprezzato moltissimo: «È molto probabile! Ma gli sarebbe piaciuta anche la facciata, con quelle linee spezzate, piena di spigoli dagli angoli acutissimi. L’avevamo soprannomi­nata “The Eagle”, l’Aquila, e grazie a questo progetto abbiamo anche vinto un importante premio, l’Architizer A+Award».

L’edificio è composto da cinque piani – uno interrato, uno semi interrato e tre fuori terra – e comprende tre appartamen­ti di cui il più ampio offre una vista spettacola­re sul massiccio del Sella. «Per quanto riguarda i materiali utilizzati, abbiamo optato per una copertura esterna in larice spazzolato, che poi abbiamo fatto verniciare con un colore scuro, che richiede una minore manutenzio­ne. Per gli interni,

«A BATMAN SAREBBE PIACIUTA MOLTISSIMO LA FACCIATA, CON QUELLE LINEE SPEZZATE, PIENA DI SPIGOLI DAGLI ANGOLI ACUTISSIMI»

invece, ha prevalso il larice termotratt­ato, mentre i pavimenti sono in rovere. Per il nostro studio è molto importante che tra dentro e fuori ci sia un filo rosso: l’edificio deve essere un tutt’uno».

Villa A è stata realizzata secondo i criteri degli edifici a basso consumo energetico: «Ha la certificaz­ione CasaClima Nature, il che significa che consuma davvero pochissimo (meno di 30 kilowattor­a per metro quadrato l’anno). Per noi è molto importante salvaguard­are la natura, a partire dall’utilizzo di materiali autoctoni, come pietra e legno, e ricorrere a energie alternativ­e, come per esempio il pellet, anche se il metano avrebbe un costo inferiore».

Tra le aree più particolar­i della villa ci sono la zona wellness semi interrata – con sauna, bagno turco, soffitto in cirmolo e una rilassante vista su un gruppo di betulle – e il camino.

«PER NOI È IMPORTANTE SALVAGUARD­ARE LA NATURA, A PARTIRE DALL’UTILIZZO DI MATERIALI AUTOCTONI, COME PIETRA E LEGNO»

«Non volevamo la classica struttura in muratura, così abbiamo optato per una più originale in acciaio brunito, che in qualche modo richiamava l’impronta della facciata», spiega l’architetto.

Il proprietar­io è stato soddisfatt­o di queste soluzioni anticonfor­miste? «Molto, anche perché siamo riusciti a rispettare le tempistich­e della consegna, che erano piuttosto strette: ad aprile, il committent­e ci aveva chiesto di terminare i lavori entro Natale, per potervi trascorrer­e le feste con la famiglia. E noi, nonostante il terreno piuttosto difficile, che ha richiesto delle palificazi­oni di sicurezza, e i cinque piani da costruire, ce l’abbiamo fatta. Poco prima di Natale, abbiamo addobbato un abete con palline e decorazion­i e sistemato sul tavolo una stella di Natale. Poi hanno radunato lì tutta la famiglia: è stato un momento molto emozionant­e».

«PER IL CAMINO ABBIAMO OPTATO PER UNA STRUTTURA IN ACCIAIO BRUNITO, CHE IN QUALCHE MODO RICHIAMAVA L’IMPRONTA DELLA FACCIATA»

 ??  ?? sotto Nella mansarda, tavolato in larice, pavimento in rovere, tavolo in rovere affumicato, poltroncin­e Lucy di Lema e lampade a sospension­e Amp di Normann Copenhagen.
sotto Nella mansarda, tavolato in larice, pavimento in rovere, tavolo in rovere affumicato, poltroncin­e Lucy di Lema e lampade a sospension­e Amp di Normann Copenhagen.
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 ??  ?? a sinistra Il soggiorno nella mansarda. Camino rivestito in acciaio brunito, divano in loden verde (100% lana). sotto Il vano scala. Tavolato in larice con il corrimano illuminato e integrato. Alzata dei gradini con cemento in vista e pedata in gomma nera antiscivol­o.
a sinistra Il soggiorno nella mansarda. Camino rivestito in acciaio brunito, divano in loden verde (100% lana). sotto Il vano scala. Tavolato in larice con il corrimano illuminato e integrato. Alzata dei gradini con cemento in vista e pedata in gomma nera antiscivol­o.
 ??  ?? sotto La camera da letto principale affacciata sulla valle, con la testata trapuntata in loden color arancio, e la lampada da terra del marchio di design danese Bloomingvi­lle.
sotto La camera da letto principale affacciata sulla valle, con la testata trapuntata in loden color arancio, e la lampada da terra del marchio di design danese Bloomingvi­lle.
 ??  ?? a sinistra Il pavimento del balcone è in ciliegio, la ringhiera in ferro zincato e polverizza­to color nero. Le vetrate, con triplo vetro isolante, hanno profili in alluminio verniciato a polvere nero.
a sinistra Il pavimento del balcone è in ciliegio, la ringhiera in ferro zincato e polverizza­to color nero. Le vetrate, con triplo vetro isolante, hanno profili in alluminio verniciato a polvere nero.
 ??  ?? a sinistra La camera dei bambini con il pavimento in rovere. Sedia Angels Wings di Kare Design e lampada da terra Gräshoppa di Gubi.
a sinistra La camera dei bambini con il pavimento in rovere. Sedia Angels Wings di Kare Design e lampada da terra Gräshoppa di Gubi.
 ??  ?? in alto La zona wellness/spa, con il lucernario abbellito con fusti di betulla. sopra Il garage con pavimento industrial­e e pareti nere.
in alto La zona wellness/spa, con il lucernario abbellito con fusti di betulla. sopra Il garage con pavimento industrial­e e pareti nere.
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 ??  ?? in basso Il gioco dei materiali nell’esterno della villa: in larice spazzolato e verniciato, pietra dolomia, vetrate con profili in alluminio verniciato a polvere nero e tripli vetri isolanti.
in basso Il gioco dei materiali nell’esterno della villa: in larice spazzolato e verniciato, pietra dolomia, vetrate con profili in alluminio verniciato a polvere nero e tripli vetri isolanti.
 ??  ?? sotto Cucina in larice con piano cottura Bora con aspirazion­e integrata. Il piano cucina è in pietra nero assoluto. Miscelator­e lavabo KWC, affettatri­ce Berkel.
sotto Cucina in larice con piano cottura Bora con aspirazion­e integrata. Il piano cucina è in pietra nero assoluto. Miscelator­e lavabo KWC, affettatri­ce Berkel.

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