LA FORMA DELL'ACQUA
Architettura olistica, che rispetta il paesaggio, i materiali e la cultura termale: a Saturnia una riqualificazione profonda tiene conto del benessere a 360°
Saturnia si rinnova
Il convitato di pietra, nell’angolo di Maremma tra l’Amiata e il Tirreno dove la leggenda racconta che cadde il fulmine scagliato da Giove contro Saturno che diede vita alle sorgenti di acqua calda famose già al tempo degli Etruschi e dei Romani, si chiama idrogeno solforato. Presente nell’atmosfera per via delle acque sulfuree, è incolore (ma non inodore, come sa chi si avvicina alle terme), non in quantità tale da essere dannoso per la salute, ma per certi metalli sì. Ossida, corrode. Ed è anche di questo che si è dovuto tener conto nella ristrutturazione delle storiche Terme di Saturnia, riaperte con un look tutto nuovo di “natural destination” proprio nell’anno della pandemia.
La partenza ideale e logica del progetto, affidato alla società londinese The Hickson Design Partnership Ltd (THDP) per l’interior e allo studio milanese Lombardini22 per la parte architettonica, è stata l’acqua. Il rischio banalità c’era, ma «non qui, dove l’acqua sgorga da una sorgente a 37,5 gradi
«A SCEGLIERE L’ACQUA COME TEMA, IL RISCHIO BANALITÀ C’ERA. MA NON QUI, DOVE SGORGA DALLA SORGENTE A 37,5 GRADI, LA TEMPERATURA DEL VENTRE MATERNO» patrizia scafati
costanti, la temperatura dell’utero materno», dice l’ingegnere Patrizia Scafati, che ha seguito i lavori in contatto continuo con la proprietà che voleva riqualificare Saturnia trasformandola in un parco termale e non, semplicemente, in un hotel di lusso a tema acqua. «Il concetto ha assunto un colore, il blu, declinato in ogni sfumatura possibile, e una forma, quella degli arredi e dei rivestimenti realizzati da aziende italiane su disegno».
Seguendo il filo conduttore del rispetto del luogo (un rispetto che ha salvaguardato e valorizzato anche i materiali locali, come il travertino), sono state ripensate tutte le aree comuni, dall’ingresso con camino alla biblioteca del bar con la sua parete di ceramiche made in Tuscany e gli arredi lounge outdoor utilizzati anche negli interni, per sottolineare la continuità fra natura e architettura. Il patio è stato concepito come punto di incontro della
struttura, una sorta di “piazza” dove fermarsi per una pausa inondati dalla luce che entra dalle grandi vetrate. Nell’ottica della totale customizzazione sono state affidate al duo di artisti Duealberi le stampe originali che ornano le suite, degli studi astratti su Saturnia. «Sono stati qui, hanno osservato la natura, il ritmo delle giornate, i vapori. E hanno scelto come tema delle loro opere l’acqua, sfaccettata nei suoi riflessi, nella sua liquidità», racconta Patrizia Scafati. Un tuffo nella piscina-sorgente può convincere anche gli scettici: muniti di occhialini si può lambire il fondale roccioso del “cratere” che da centinaia di migliaia di anni fa sgorgare, dopo un viaggio lunghissimo dalle profondità del Monte Amiata, l’acqua che venne ritenuta degna di essere inserita in una bolla papale. Era il 1188.