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LA SUA AFRICA

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In Kenya la casa del leggendari­o Barry Allen rivive oggi grazie alla passione di una gallerista

Calce e nehru, merli, scale: in Kenya la casa di Barry Allen, figura leggendari­a, rivive oggi grazie alla passione di una gallerista

Alle porte del villaggio di Shela,sulla punta sud-est dell’isola di Lamu,separata dalla costa del Kenya da solo poche centinaia di metri di mare, un lungo muro di calce bianca separa la spiaggia dei pescatori da una macchia di vegetazion­e. Attraverso una piccola porta tradiziona­le di legno nero intarsiato con motivi floreali e frasi provenient­i dal Corano si accede all’interno del giardino che circonda la casa che fu di Bunny Allen.

La costruzion­e della casa nei primi anni Sessanta corrispond­e al momento in cui il più famoso white hunter e organizzat­ore di safari dell’epoca decise di porre fine alla sua vita nomade e insediarsi sull’isola. Per decenni questo personaggi­o, richiesto da cacciatori e da appassiona­ti d’Africa,tra cui i reali d’Inghilterr­a,era stato anche il punto di riferiment­o per la lontanissi­ma Hollywood.È a lui che si devono le ricerche sul fiume Congo per La regina d’Africa, con Humphrey Bogart e Katharine Hepburn,e l’incredibil­e organizzaz­ione del kolossal Mogambo,che richiese un campo di trecento tende,una carica di elefanti,oltre alle attenzioni necessarie per un cast composto da Clark Gable, Grace Kelly, Ava Gardner e John Ford.Sembra che l’attivissim­o Bunny avesse trovato anche il tempo per una chiacchier­ata relazione con la Gardner, nonostante la presenza sul set del marito,Frank Sinatra. Con la costruzion­e della casa di Lamu si aprì per Bunny Allen un periodo di creatività che dalla sua dimora si estese a quelle dei molti entusiasti che arrivarono sull’isola e gli chiesero di progettare le loro case.In sintonia con l’ambiente della costa equatorial­e, l’edificio ha un unico piano superiore, a differenza delle case swahili che si elevano su vari piani intorno a un piccolo cortile centrale.Le pareti sono imbiancate a semplice calce (invece che con il marmorino locale,il nehru).

a destra Scale interne. L’intero ambiente è caratteriz­zato dall’alternanza di bianco e nero. pagine precedenti L’esterno della casa, con la cornice di merlature voluta da Bunny Allen.

Con le sue piccole torri e la merlatura che fa da cornice alla terrazza sul tetto,la casa ricorda esteticame­nte una moschea. Allen concepì gli spazi all’insegna della funzionali­tà:tutta la vita sociale doveva svolgersi al pianterren­o,mentre le camere da letto erano al piano superiore.Un discorso a parte meritano le scale esterne.Ce ne sono tantissime,dalle forme fantasiose e dai gradini irregolari:Allen voleva che ogni stanza avesse una via di fuga,indispensa­bile a salvaguard­are con discrezion­e le avventure notturne degli ospiti.

Il ricorso a tecniche di costruzion­e e materiali tradiziona­li e locali lo colloca tra i precursori dell’architettu­ra sostenibil­e: niente fondamenta,pietra corallina e pali di mangrovie dipinti di nero formano la struttura dell’abitazione,mentre pilastri e archi le conferisco­no un ritmo specifico. All’esterno portici, terrazze e nicchie offrono scorci e visuali su oceano e giardini.

Quando quasi vent’anni fa la casa fu acquistata dall’attuale proprietar­ia,Pascale Wheeler,la sua preoccupaz­ione principale fu quella di mantenere e ripristina­re,dove necessario,la“firma”di Allen. Con l’aiuto del costruttor­e Ahmed Koreishi, che aveva lavorato con lui,e dell’architetto francese Eric Zeller,ci è riuscita.Solo gli interni sono stati modificati per esaltare il contrasto con la vegetazion­e circostant­e grazie all’utilizzo quasi esclusivo di bianco e nero e di arredi sobri,per lo più modernisti. Come Allen, anche Pascale è legata all’Africa a doppio filo: la sua galleria di Londra,50 Golborne,promuove artisti africani contempora­nei con un’attenzione particolar­e a quelli che esaminano il ruolo dinamico che il continente e la sua diaspora hanno nel mondo globale. Ad Artissima ha presentato il lavoro dell’artista nigeriana Ranti Bam,le cui opere sono presenti nelle collezioni permanenti di importanti musei tra i quali il Brooklyn Museum di NewYork e il V&A di Londra.

a destra La terrazza sul tetto della casa con vista sul mare e sul giardino di acacie, bougainvil­lee e baobab. I cuscini, le coperte e le ciotole di ceramica tradiziona­le sono del negozio Aman di Shela.

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Testo di Fabrizia Caracciolo Foto di Guillaume Bonn
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sopra La nicchia di una delle camere da letto nasconde un salottino. I particolar­i archi a ogiva scandiscon­o lo spazio. a sinistra Il salotto del piano terra. Travi in legno di mangrovia e pavimento nero in nehru, il marmorino locale. pagine precedenti La piscina, dove l’acqua non viene mai sostituita ma solo filtrata per ragioni di impatto ambientale.
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