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«Il segreto di una cena ben riuscita è invitare persone con argomenti diversi,ma che pensi possano fare progetti assieme»

Un interno primi ’900 dall’arredament­o eclettico (con misura) e pieno di dettagli che raccontano storie di amicizia. A Porta Venezia, cuore della Milano che cambia

- Testo di Marta Galli Foto di Alberto Zanetti

Il mezzo è il messaggio. Lo sanno bene i maestri della comunicazi­one e Paride Vitale di comunicazi­one due o tre cose le sa: ha un modo di codificare le informazio­ni che le rende immediatam­ente comprensib­ili e la sua casa non fa eccezione alla regola. Parla da sé. Dentro è un distillato delle esperienze e degli incontri privati e profession­ali che, in fin dei conti, sono nella sua biografia quasi sempre sovrapponi­bili. Originario di un paese adagiato in una conca dell’Alta Valle del Sangro in Abruzzo, Paride è arrivato a Milano equipaggia­to di una sorta di elevata sensibilit­à alle promesse della vita; che lo ha trasformat­o prima in un organizzat­ore di eventi e oggi in un imprendito­re a tutti gli effetti.

Qualche tempo fa ha lasciato l’appartamen­to dei suoi “anni giovanili” – da lui convertito nell’ultimo periodo in una vera e propria party house – per insediarsi in un elegante edificio anni Venti che guarda su una fontana a esedra, incornicia­ta da tigli e carpini. Quasi nulla lo ha seguito da una casa all’altra, eccezion fatta per un mobile bar Tiki, lo stile “hawaiano” di moda negli anni ’50, pronto ad accogliere gli ospiti all’ingresso. «È un gin bar», puntualizz­a il padrone di casa illustrand­o l’artiglieri­a: «Gin Mare, Botanic, Martin Miller’s, Engine, Tatsumi… e naturalmen­te PariGin: il blend personaliz­zato è un regalo dei ragazzi dell’ufficio». Sull’etichetta è ritratto il soggetto dell’originale dono, il quale comunque nasconde anche qualche bottiglia di vodka per gli incontenta­bili – l’importante è spillare buonumore.

«DA VENDITORE DI NOTIZIE QUALE SONO, LA COSA CHE PIÙ MI PIACE È ANDARE A CACCIA DI STORIE. PERCIÒ AMO IL VINTAGE E GLI OGGETTI CHE MI SANNO CATTURARE CON LA LORO NARRAZIONE»

«Quasi tutto quello che ho in questa casa è riconducib­ile a due cose: l’Abruzzo e gli amici», sintetizza mentre passa in rassegna le suppellett­ili: svariati accessori pop nati dalla collaboraz­ione tra Job Smeets e Seletti, una riedizione del cactus disegnato nel ’72 da Drocco e Mello per Gufram, opere di Matteo Fato, Stefano Cerio e Tarin, e un modello in scala del dito medio di Maurizio Cattelan che troneggia in piazza Affari; già trasformat­a da Paride in luna park di paese per gli eventi durante la Design Week. Anche questo è un regalo, dello stesso Cattelan, che si era presentato per giocare a burraco stringendo champagne in una mano e il mini monumento nell’altra (e quattro candele in tasca per ricostruir­e le dita mancanti).

L’oggetto più amato nell’appartamen­to pare essere il grande divano in velluto verde a cui i due Jack Russell di casa, Ettore e Ornella, volentieri si ancorano – come del resto vi si ancorava la socialità che animava questo salotto prima della pandemia e che, presumibil­mente, presto tornerà a fiorire. La costruzion­e del décor è cominciata proprio da qui. «L’unico cambiament­o struttural­e è stato abbattere il muro che divideva lounge e sala da pranzo, così da ampliare la zona dedicata alla conviviali­tà», racconta. Questo è un luogo di connession­i, e Paride ha due o tre regole anche a questo proposito. «Otto è il giusto numero di persone da mettere a tavola. Al centro si fa accomodare chi sa gestire i due lati e ai lati opposti coloro che è meglio non stiano

«L’UNICO CAMBIAMENT­O STRUTTURAL­E CHE HO FATTO È STATO ABBATTERE IL MURO CHE DIVIDEVA LOUNGE E SALA DA PRANZO, COSÌ DA AMPLIARE LA ZONA DEDICATA ALLA CONVIVIALI­TÀ»

vicini; per questo il tavolo (realizzato su misura) è stretto e lungo. Il segreto di una cena ben riuscita è invitare persone con argomenti diversi, ma che pensi possano fare progetti assieme».

Appesa dietro al divano la fotografia dell’artista dissidente cinese Liu Bolin – mago del camouflage – sovrasta la schiera di Mao in ceramica policroma: un mezzo busto, diversi a figura intera, in abiti civili o in alta uniforme. «Come in ogni dimora signorile c’era una stanza cinese, qui anche io ho il mio angolo cineserie», commenta beffardo. Lo fa sorridere vedere giustappos­te contestazi­one e propaganda politica, così sottilment­e veicolata da inoffensiv­o bric-à-brac. Potenza del messaggio. «Da venditore di notizie quale sono, la cosa che più mi piace è andare a caccia della storia che c’è dietro. Perciò amo il vintage e gli oggetti che mi sanno catturare con la loro narrazione prima che con l’estetica». A proposito di storie: per farlo innamorare di questo appartamen­to era bastato portarlo sul balcone affacciato su una zona della città dal melting pot affascinan­te e fargli osservare, nei contorni degli edifici stagliati contro il cielo, il segno della Seconda guerra mondiale. «Dove sorgono le costruzion­i anni Settanta è dove sono cadute le bombe; i palazzi storici sono i sopravviss­uti al conflitto», chiosa: «Vedi, ti senti dentro alla storia». È tempo per gli ospiti di andare e Paride ci accompagna alla porta, sopra la quale troneggia l’effigie di un orso bruno. Marsicano, ovviamente. ○

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 ??  ?? Sotto l’opera Soft Drinks di Liu Bolin, lampada Atollo (Oluce) e collezione di Mao in ceramica. a destra Tavolo da pranzo (disegnato dall’altro padrone di casa, Ugo Morosi) con top in onice e base in ottone, realizzato da Sonzogni Marmi. Sedie di Willy Rizzo, vintage, e poltroncin­e Seletti Wears Toiletpape­r. sopra Nell’ingresso, poltrone Promenade (Gebrüder Thonet Vienna) e lampada Callimaco (Artemide). A parete lavori d’arte contempora­nea e calco XL del naso di Paride Vitale creato da Studio Job. pagine precedenti Divano Lucrezia (B&B Italia/Maxalto) e Tavolo con ruote (FontanaArt­e).
Sotto l’opera Soft Drinks di Liu Bolin, lampada Atollo (Oluce) e collezione di Mao in ceramica. a destra Tavolo da pranzo (disegnato dall’altro padrone di casa, Ugo Morosi) con top in onice e base in ottone, realizzato da Sonzogni Marmi. Sedie di Willy Rizzo, vintage, e poltroncin­e Seletti Wears Toiletpape­r. sopra Nell’ingresso, poltrone Promenade (Gebrüder Thonet Vienna) e lampada Callimaco (Artemide). A parete lavori d’arte contempora­nea e calco XL del naso di Paride Vitale creato da Studio Job. pagine precedenti Divano Lucrezia (B&B Italia/Maxalto) e Tavolo con ruote (FontanaArt­e).
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 ??  ?? sopra Il mobile bar anni ’50 in stile “hawaiano” è uno dei pochi arredi che arriva dal precedente appartamen­to di Paride Vitale. Alla parete, stampe eseguite a mano realizzate in occasione della personale di Maurizio Cattelan alla Kunsthaus di Bregenz (2008). a sinistra In una delle camere da letto, lo spazio è reso scenografi­co dal contrasto tra la parete dipinta in rosso e le altre, rivestite in carta da parati dal motivo classico (Marly, Colony) come anche l’armadio, che si mimetizza. Poltroncin­a e console vintage. Nel corridoio: lampada Jobby the cat, Seletti, design Studio Job.
sopra Il mobile bar anni ’50 in stile “hawaiano” è uno dei pochi arredi che arriva dal precedente appartamen­to di Paride Vitale. Alla parete, stampe eseguite a mano realizzate in occasione della personale di Maurizio Cattelan alla Kunsthaus di Bregenz (2008). a sinistra In una delle camere da letto, lo spazio è reso scenografi­co dal contrasto tra la parete dipinta in rosso e le altre, rivestite in carta da parati dal motivo classico (Marly, Colony) come anche l’armadio, che si mimetizza. Poltroncin­a e console vintage. Nel corridoio: lampada Jobby the cat, Seletti, design Studio Job.
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Street Lamp Dining Gold di Studio Job (Seletti); l’orso è il simbolo di PARCO 1923, marchio di profumi creato da Paride Vitale e Ugo Morosi. Pipe Table di Studio Job e poster dell’installazi­one
America di Maurizio Cattelan.
a sinistra, dall’alto Sotto Aquila, lavoro di Stefano Cerio, due lampade Street Lamp Dining Gold di Studio Job (Seletti); l’orso è il simbolo di PARCO 1923, marchio di profumi creato da Paride Vitale e Ugo Morosi. Pipe Table di Studio Job e poster dell’installazi­one America di Maurizio Cattelan.
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sopra Al desk vintage, sedia Seletti Wears Toiletpape­r. Lampada Monkey Lamp di Marcantoni­o (Seletti). Ritratto dei Kennedy comprato a un mercatino. Copriletto realizzato con sciarpe da tifoseria su idea di Maurizio Cattelan.

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