IL MARE VERTICALE
Un hotel storico con quarantatré finestre come occhi sul golfo, un’antica tradizione di ospitalità, una collezione di suite d’autore e un tesoro che, a Ravello, hanno in pochi
Un hotel storico, una collezione di suite d’autore e un tesoro che, a Ravello, hanno in pochi
Cosa manca a Ravello? La domanda sa di provocazione, perché la risposta più scontata è “niente” in un posto in cui il paesaggio e la natura danno spettacolo da sempre. Eppure. La sua posizione sullo sperone roccioso che divide la valle del torrente Dragone da quella del torrente Reginna, a un’altitudine di 350 metri, garantisce una delle viste più belle sul golfo ma tiene il mare lontano.
È da questa domanda che la famiglia Avino, proprietaria dell’omonimo Palazzo, è partita per dotare il suo hotel di un Clubhouse by the Sea, ovvero una villa a Marmorata (distante da Ravello un brevissimo tragitto in navetta) con una piccola piscina, giardini solarium delimitati da balaustre in marmo e muretti a secco e, soprattutto, piattaforme di accesso al mare a disposizione degli ospiti.
La geografia della Costiera è verticale, gli spazi si conquistano da secoli ricorrendo a stratagemmi architettonici come terrazze, scale, gradini, dislivelli, sia
«È STATO PALAZZO AVINO AD ADATTARSI AGLI SPAZI DELLA COSTIERA, E NON IL CONTRARIO» mariella avino
a sinistra L’ingresso di Palazzo Avino, a 350 metri sul livello del mare. sotto I giardini solarium, parte del Clubhouse by the Sea. pagina precedente La piattaforma di accesso al mare, riservata esclusivamente agli ospiti dell’hotel.
all’esterno sia all’interno degli edifici. Palazzo Avino non fa eccezione. «La struttura si è adattata agli spazi e non il contrario», racconta Mariella Avino, managing director dell’hotel dal 1997, due anni dopo che la famiglia lo aveva comprato decretandone la rinascita. Al tempo si chiamava ancora Hotel Palumbo e della sua vecchia gloria (aveva ospitato, tra i molti, anche Humphrey Bogart e Gina Lollobrigida durante la realizzazione del film il Il tesoro dell’Africa, o Ingrid Bergman e Roberto Rossellini al tempo della loro scandalosa storia d’amore) era rimasto ben poco, tranne un’atmosfera un po’ fuori dal tempo che è quella che ancora oggi si respira.
«Il progetto di recupero, portato avanti dall’architetto Rino Gambardella, è stato ovviamente conservativo», a sinistra L’immobile storico di Palazzo Sasso, risalente al XII secolo, dal 2013 ha preso il nome di Palazzo Avino. sotto, dall’alto L’interno visto dal basso, con la copertura vetrata. La camera Acquamarine Deluxe disegnata da Cristina Celestino sul tema del corallo, acquamarina e sabbia.
QUARANTATRÉ FINESTRE AD ARCO A SESTO ACUTO BUCANO LE FACCIATE ROSA PER GUARDARE FUORI E FAR ENTRARE DENTRO IL PAESAGGIO, RIFLESSO DALLE ARMADIATURE SPECCHIATE
prosegue Mariella, «dato che il primo nucleo del palazzo risale al XII secolo. Noi abbiamo voluto il più possibile utilizzare i materiali locali, come il cotto, di cui nell’antichità erano fatti tutti i balconi e i colonnati, e le ceramiche».
Quarantatré le finestre ad arco a sesto acuto che bucano le facciate rosa per guardare fuori – tante quante le camere – e far entrare dentro il paesaggio, riflesso dalle armadiature specchiate. «Negli interni prevale il bianco, per non prevaricare o offendere mai la bellezza e la luce di quello che c’è fuori», spiega Mariella.