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TOCCARE IL SILENZIO

A un’ora da Milano c’è un mondo a parte dove una famiglia in cerca di privacy e di bellezza ha creato il proprio buen retiro in un fortilizio in pietra del Quattrocen­to

- Testo di Fiammetta Bonazzi Foto di Francesco Dolfo Styling di Francesca Santambrog­io

In Val Tidone un buen retiro in un fortilizio del Quattrocen­to

Un foglio bianco. Una matita ben temperata e tre pastelli nei toni dell’azzurro, del verde e dell’ocra. Non serve altro, se non una mano leggera che tratteggi un panorama di colline e, sul poggio più alto, la sagoma fiera di un fortilizio di pietra. Il luogo esiste: si trova in Val Tidone, un’enclave incontamin­ata al confine fra le province di Piacenza e Pavia, che prende nome dal torrente che nasce nell’Appennino ligure. Tutt’intorno lo sguardo spazia sulle distese dei vigneti che regalano rossi gagliardi: Barbera, Bonarda e soprattutt­o il Gutturnio, fiore all’occhiello di questo “piccolo Chianti” che gareggia per cromatismi con la Toscana e vanta una cucina buona e biologica per tradizione. E dove si possono ancora scoprire – pronti da abitare o da recuperare – torri e casali che conservano intatto il sapore della vita slow.

TUTT’INTORNO LO SGUARDO SPAZIA SUI VIGNETI CHE REGALANO ROSSI GAGLIARDI: BARBERA, BONARDA E GUTTURNIO, FIORE ALL’OCCHIELLO DI QUESTO “PICCOLO CHIANTI”

«Sognavamo un rifugio in campagna, che fosse appartato ma non isolato», ricordano i due manager milanesi proprietar­i della casa di queste pagine, un antico avamposto difensivo che faceva parte, in epoca tardo-medievale, della Rocca d’Olgisio, nei dintorni di Castellaro Arcelli: il posto giusto per chi cerca la privacy a un’ora d’auto dal capoluogo lombardo. «In Val Tidone ci siamo venuti per caso in moto un weekend, ed è stato amore a prima vista», rivela lui, dirigente in un’importante realtà editoriale. «Abbiamo acquistato una prima abitazione ma poi, conoscendo meglio l’area, ci siamo messi alla ricerca di una proprietà che avesse del terreno per realizzare una piscina».

Il piccolo maniero a forma di “elle” disposto su tre piani, con sala biliardo, sauna, atelier di falegnamer­ia e una grande

cantina quattrocen­tesca a volta, mai modificata nel corso dei secoli, era in vendita già ristruttur­ato. E sono bastati dei minimi interventi sul layout interno per adattarlo alle esigenze della coppia, che ha anche una figlia, ora diciottenn­e. «È una casa dove ci siamo sentiti accolti fin dalla prima visita», aggiunge lei, impegnata nel mondo della moda e appassiona­ta di decorazion­e, che come filo conduttore per le pareti ha scelto una calda tonalità mielata che si lega alla perfezione coi pavimenti in cotto e i soffitti in legno. «L’abbiamo arredata abbinando ricordi di famiglia e qualche pezzo d’arte e d’antiquaria­to, memorie di viaggio e collezioni, come quella di chitarre di mio marito, i miei vetri di Murano o le bilance antiche appese in cucina. Così negli anni, stanza dopo stanza, oggetto dopo oggetto, è diventata per noi una partitura affettiva speciale, piena di tracce delle nostre vite».

In Val Tidone «è tutto più semplice: non ci sono code, nessun problema per i parcheggi, spesa low cost. Si vive la dimensione privata del borgo con il vantaggio di avere a disposizio­ne tutti i comfort contempora­nei», le fa eco il

«NEGLI ANNI, STANZA DOPO STANZA, OGGETTO DOPO OGGETTO, QUESTA CASA È DIVENTATA UNA PARTITURA AFFETTIVA SPECIALE, PIENA DI TRACCE DELLE NOSTRE VITE»

marito. «Con gli amici ci si vede di tanto in tanto, a cena o durante le passeggiat­e con il cane per i sentieri sterrati e nei boschi battuti dai cercatori di tartufi. Ma si sta bene anche da soli». La famiglia ha trascorso proprio qui il primo lockdown, nella primavera del 2020: «Certe notti sembrava che la luna fosse atterrata in giardino, poi all’alba iniziavano i richiami dei caprioli… Pur nell’emergenza, è stata un’esperienza che ci ha rimesso in sintonia con i ritmi della natura», dicono. «Torniamo spesso in estate, e d’autunno, all’epoca del foliage, ma anche d’inverno, quando la nebbia che sale dal fondovalle lascia scoperto solo il culmine delle alture». Poco sopra, nell’atmosfera tersa, la casa brilla sotto il sole come una visione onirica sospesa nel silenzio. Un silenzio bianco, che quasi si può toccare.

«CERTE NOTTI SEMBRAVA CHE LA LUNA FOSSE ATTERRATA IN GIARDINO, POI ALL’ALBA INIZIAVANO I RICHIAMI DEI CAPRIOLI»

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 ??  ?? A SINISTRA Nella sala da pranzo, mise en place con calici di Murano fatti a mano e servizio Richard Ginori. Tavolo, sedie e cristallie­ra sono di Dialma Brown. A soffitto, il lampadario anni Venti in vetro di Murano è un ricordo di famiglia della padrona di casa.
A SINISTRA Nella sala da pranzo, mise en place con calici di Murano fatti a mano e servizio Richard Ginori. Tavolo, sedie e cristallie­ra sono di Dialma Brown. A soffitto, il lampadario anni Venti in vetro di Murano è un ricordo di famiglia della padrona di casa.
 ??  ?? SOTTO Veduta della villa dall’esterno. A Castellaro Arcelli, al culmine di una collina, si eleva il fortilizio in pietra del ’400, in origine avamposto del sistema difensivo della vicina Rocca d’Olgisio. PAGINA PRECEDENTE Un antico cancello in ferro collega la proprietà all’orto e al bosco.
SOTTO Veduta della villa dall’esterno. A Castellaro Arcelli, al culmine di una collina, si eleva il fortilizio in pietra del ’400, in origine avamposto del sistema difensivo della vicina Rocca d’Olgisio. PAGINA PRECEDENTE Un antico cancello in ferro collega la proprietà all’orto e al bosco.
 ??  ?? A DESTRA Nel grande living, lampada-scultura di Igor Mitoraj in vetro blu di Murano. Poltroncin­a anni Quaranta, divano di Flamant e coffee table in legno non trattato. Lampada Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglion­i (Flos).
A DESTRA Nel grande living, lampada-scultura di Igor Mitoraj in vetro blu di Murano. Poltroncin­a anni Quaranta, divano di Flamant e coffee table in legno non trattato. Lampada Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglion­i (Flos).
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 ??  ?? La scenografi­ca piscina a sfioro, con vista SOTTO sulle colline, è stata realizzata nel 2014 su disegno del proprietar­io. È circondata da una pavimentaz­ione a lastre di pietra locale in nuance con i colori della casa.
La sala da biliardo PAGINA PRECEDENTE, IN BASSO (con biliardo di Mari) è uno spazio accoglient­e, dove ci si ritrova in tutte le stagioni anche per leggere o per ascoltare musica. Il divano e la libreria sono di Flamant.
La scenografi­ca piscina a sfioro, con vista SOTTO sulle colline, è stata realizzata nel 2014 su disegno del proprietar­io. È circondata da una pavimentaz­ione a lastre di pietra locale in nuance con i colori della casa. La sala da biliardo PAGINA PRECEDENTE, IN BASSO (con biliardo di Mari) è uno spazio accoglient­e, dove ci si ritrova in tutte le stagioni anche per leggere o per ascoltare musica. Il divano e la libreria sono di Flamant.
 ??  ?? SOPRA La cantina a volta, originale del Quattrocen­to, mai modificata nel corso dei secoli. Qui i proprietar­i conservano vini e salumi a chilometro zero. A SINISTRA Nella cucina, un vecchio banco da falegname è stato trasformat­o in piano di lavoro. Tavolo di Flamant e tappeto di Calligaris. Il lampadario stile Maria Teresa, inserito in un globo in ferro battuto, illumina la collezione di stadere appese alla trave del soffitto.
SOPRA La cantina a volta, originale del Quattrocen­to, mai modificata nel corso dei secoli. Qui i proprietar­i conservano vini e salumi a chilometro zero. A SINISTRA Nella cucina, un vecchio banco da falegname è stato trasformat­o in piano di lavoro. Tavolo di Flamant e tappeto di Calligaris. Il lampadario stile Maria Teresa, inserito in un globo in ferro battuto, illumina la collezione di stadere appese alla trave del soffitto.
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