IL DOPO CHE È ORA
Un percorso di scambio tra diverse espressioni della creatività a miart, che torna dal vivo. Con un mantra
La venticinquesima edizione di miart parla il linguaggio della poesia. Dal 17 al 19 settembre, parallelamente all’Art Week, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano torna a fieramilanocity con un programma ibrido, insieme fisico e digitale. E con un mantra, tratto dalla raccolta di versi omonima del poeta Charles Simić: Dismantling the Silence, ovvero “smantellare il silenzio” – quello che ha caratterizzato il mondo dell’arte e della cultura nell’ultimo anno e mezzo –, in cerca di nuovi modi di comunicare.
A dirlo è il neodirettore Nicola Ricciardi, curatore e critico d’arte (è stato fino al 2020 direttore artistico del polo culturale OGR Torino) che cita anche il Blossoming of Trust della poetessa Moira Egan per riferirsi al “fiorire della fiducia” tra le 145 gallerie coinvolte (un terzo delle quali straniero) e l’istituzione fieristica. «Quando sono entrato in carica, lo scorso ottobre, per prima cosa ho chiesto a tutte le gallerie come si immaginassero l’edizione 2021», racconta Ricciardi. «C’è stata una sorta di unanimità nel voler fare una fiera in presenza, dove si potesse tornare a incontrarsi, guardarsi negli occhi e scambiare due chiacchiere con le persone».
Ogni spazio espositivo presenta una mostra e tutte insieme formano un percorso per immagini fluido, in cui la produzione dei grandi maestri italiani e internazionali del secolo scorso convive con quella delle generazioni più giovani. «miart è la prima fiera italiana per
«MIART NON È SOLO BUSINESS, MA L’OCCASIONE PER VEDERE UN’INCREDIBILE QUANTITÀ DI OPERE, CHE VA DAI PRIMI DEL ’900 AI GIORNI NOSTRI» nicola ricciardi