APPUNTI PER UNA COLLEZIONE
Il gallerista Adrian Sassoon spiega come si acquista. E perché le ceramiche non vanno mai sottovalutate
«Vendo cose di cui nessuno ha bisogno, ma che possono creare assuefazione» sussurra Adrian Sassoon, collezionista, gallerista e massimo esperto in oggetti d’arte in ceramica; e anche in metallo, vetro, pietra, nylon. Nei lunghi mesi di pandemia ha trovato il modo di portare le opere degli artisti fuori dalla galleria – ultima l’esposizione a Parham, seducente dimora elisabettiana, dove si è limitato ad allestire i suoi pezzi senza spostare una virgola della ricca collezione residente. «Il feeling del passato è indispensabile per comprendere l’arte del presente», commenta.
Riflette al telefono dalla sua casa di campagna, nel Devon, rispondendo a domande su come si costruisce una collezione – mentre tiene un occhio sulla vendita
all’asta in corso. «Chiedo scusa», s’interrompe. Quando riemerge il pezzo desiderato è suo. «Su qualità tecnica e originalità non è possibile scendere a compromessi», prosegue. «E per quel che mi riguarda l’oggetto non deve essere prodotto in serie». Sul perché collezionare ceramiche riesce a essere disinteressatamente convincente: «Non a tutti piacciono, ma si vendono a cifre ragionevoli e sono divertenti: seguono ogni tradizione e ogni moda». A dispetto del senso comune invita a toccarle, prenderle in mano, soppesarle: «Può essere rivelatorio. E a volte il fondo è molto bello».
Collezionare è spesso un esercizio di scoperta: perciò tenere le orecchie aperte e parlare, molto, con chi ne sa è essenziale. Ritiene che un’ottima collezione possa essere costituita anche da un solo esemplare per tipo, purché sia l’eccellenza. «Errore comune è non arrischiarsi a prendere la miglior versione di quel che piace, ripiegando su un pezzo più piccolo, meno brillante, modesto; magari meno costoso. Il pentimento è assicurato». A ciascuno il suo: «Non chiedete all’artista lo stesso lavoro in un colore diverso da quello presentato, tanto alla fine tornerete all’originale». E sulla diatriba tra valore e prezzo? «Il valore di un oggetto è un concetto, mentre il prezzo… be’, se qualcuno è disposto a pagarlo, quello è il prezzo».