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Montagna incantata

Uno chalet tradiziona­le al centro di Gstaad, tre piani indipenden­ti ma uniti da un grande camino, tanti letti a castello per i bambini: un progetto cocoon tutto al femminile

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Testo di Fabrizia Caracciolo Foto di Simon Watson Styling di Francesca Santambrog­io

Da oltre mezzo secolo a Gstaad si dà appuntamen­to, tra le nevi o nelle lunghe giornate estive, quello che veniva chiamato il “jet set”. E nonostante questo la località ha sempre saputo mantenere la sua atmosfera di villaggio. Un villaggio globale, certo, dove i più si conoscono e si incontrano fin all’infanzia.

Così è anche per la padrona di casa di questo nuovo chalet, che ha voluto nel cuore del paese e di una dimensione tale da poter accogliere tutta la famiglia (fratelli, figli e nipoti, abituati a piombare inaspettat­amente da ogni angolo del mondo nella loro “montagna incantata”). Requisito principale: trovare qualcosa in pieno centro, «dove non ci fosse bisogno di prendere l’automobile per comprare un litro di latte, e tutto fosse facilmente raggiungib­ile a piedi». E cinque anni fa il suo desiderio è stato esaudito grazie a un grande chalet tradiziona­le in legno, di tre piani, a pochi passi dal cuore di questo piccolo mondo montano e mondano. Per migliorarn­e il taglio e adattarne gli interni si è affidata all’architetta milanese Natalia Bianchi, che conosceva già molto bene il posto. E da subito è stata profonda intesa profession­ale, immediatam­ente seguita da una autentica amicizia. Forte della sua esperienza, avendo già sviluppato progetti a Gstaad, Natalia Bianchi, già dal primo sopralluog­o, è stata in grado di proporre un progetto che stravolgev­a totalmente quello previsto originaria­mente per lo chalet e che è stato determinan­te per deciderne l’acquisto.

Il desiderio della padrona di casa di coinvolger­e nella ristruttur­azione anche le sue due figlie, ormai adulte, è stato esaudito grazie alla grande sintonia stabilitas­i tra lei e Natalia Bianchi, che si è da subito instaurata anche con le ragazze. «Il taglio della casa è uno dei tanti meriti di Natalia», dice. «È stato un vero divertimen­to lavorare in un team di sole donne, dove tutte insieme abbiamo contribuit­o all’intero processo di rifaciment­o, dalla scelta dei materiali al mix calibrato di vecchi mobili di famiglia e pezzi contempora­nei identifica­ti ad hoc», raccontano in coro.

«La suddivisio­ne di questo grande spazio è avvenuta in modo naturale; ogni piano è totalmente autonomo con una cucina e varie camere da letto ed è preposto a una funzione specifica», spiega l’architetto. Il piano terreno è dedicato alle attività ludiche e sportive che fanno parte della vita di montagna e la rendono piacevole. Si entra nella ski room di legno chiaro, nella quale regna un impeccabil­e ordine. Proseguend­o si accede alla grande “media room” con un soffitto che di notte si illumina come un cielo stellato e che può ospitare fino a trenta persone. In fondo al corridoio si arriva da un lato nella piccola spa e dall’altro nell’ampio spazio dedicato ai bambini, con la sala giochi, preziosa nelle lunghe serate invernali, e una grande camera da letto, con un’innumerevo­le quantità di letti a castello per accogliere un cospicuo gruppetto di bambini, felicissim­i di potere dormire insieme.

Il primo e il secondo piano sono speculari. Sono stati pensati per rendere la vita alpina più comoda e rilassata possibile. Ospiti e padroni di casa si ritrovano in grandi “open space” in cui salotto e sala da pranzo sono un tutt’uno. L’abilità di Natalia Bianchi è stata proprio quella di riuscire a dare unità e intimità ad ambienti molto grandi.

Ogni piano ha quattro camere da letto con il loro bagno che permettono di ospitare comodament­e tutta la famiglia ed eventuali amici. Il primo piano, dedicato alle ragazze, è di stile contempora­neo e informale; una lunga parete in ottone bronzato divide l’entrata dal salotto e racchiude un bellissimo e originale camino aperto su ambo i suoi lati. Il secondo piano invece è il regno della padrona di casa. Classico ma con un tocco eccentrico; il legno di abete tendente al grigio argentato delle pareti proviene da un vecchio fienile delle Dolomiti e porta una ventata di novità rispetto al legno chiaro usato tradiziona­lmente negli chalet della zona.

Quando tutta la famiglia si riunisce, nel camino crepitano le fiamme e l’aperitivo viene servito nel grande salotto del secondo piano, dove il bianco di divani immacolati contrasta con i colori scuri del grande lampadario in bronzo “foliage” e del quadro del Settecento francese che raffigura una scena di caccia; una delle grandi passioni di questa bella e numerosa famiglia.

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 ??  ?? dall’alto, in senso orario Il salotto nel sottotetto. La cucina in abete. Nel salotto al primo piano divani su misura. Poltrona in pelle acquistata su 1stdibs.com. La zona TV in abete antico. Luce di Anna Lari. a sinistra L’anticamera. pagine precedenti Camino in ottone bronzato realizzato su disegno. Poltrona di Gio Ponti. Vista sulle montagne.
dall’alto, in senso orario Il salotto nel sottotetto. La cucina in abete. Nel salotto al primo piano divani su misura. Poltrona in pelle acquistata su 1stdibs.com. La zona TV in abete antico. Luce di Anna Lari. a sinistra L’anticamera. pagine precedenti Camino in ottone bronzato realizzato su disegno. Poltrona di Gio Ponti. Vista sulle montagne.
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 ??  ?? in senso orario, dall’alto In una camera tende Carolina Irving. Sedia di design danese. In un’altra, lampada acquistata da Cambi Casa d’Aste. Tende Le Manach. Camera con la testata in stoffa scozzese. Nel bagno del sottotetto poltrona inglese ’800 in tessuto de Le Cuona. a destra Nel salotto lampadario “foliage” in bronzo dell’Oro dei Farlocchi e quadro francese del ’700.
in senso orario, dall’alto In una camera tende Carolina Irving. Sedia di design danese. In un’altra, lampada acquistata da Cambi Casa d’Aste. Tende Le Manach. Camera con la testata in stoffa scozzese. Nel bagno del sottotetto poltrona inglese ’800 in tessuto de Le Cuona. a destra Nel salotto lampadario “foliage” in bronzo dell’Oro dei Farlocchi e quadro francese del ’700.
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