QUESTIONE DI IDEE
Uno dei più grandi problemi per gli architetti e i designer è quando provano a essere scultori. Ma lo stesso discorso si può fare per gli artisti che vogliono essere designer e architetti. Un caso da manuale è l’artista di origini cubane Jorge Pardo, una delle star più gettonate della sua generazione negli anni ’90.
La sua arte consisteva e consiste in sculture che sembrano mobili di serie ma che costano come opere d’arte contemporanea uniche. Spesso come le opere d’arte sono molto delicate e se uno le usa come normali pezzi di arredamento si sfasciano sotto il peso del corpo del collezionista. Anche frantumate non perdono il loro fascino. Il capolavoro di Pardo è un indirizzo: 4166 Sea View Lane nel quartiere Mount Washington di Los Angeles, un terreno di circa 1.000 metri quadrati dove l’artista, nel 1998, ha costruito la sua casa grazie alla lungimiranza dei curatori del MOCA di Los Angeles che lo hanno invitato a presentare un progetto per il museo. I visitatori che andavano al MOCA anziché visitare le gallerie del museo venivano messi su uno shuttle e portati a vedere la casa di Pardo. Finita la mostra l’artista è andato a vivere nella sua opera. Un po’ come se Picasso, al termine di una delle sue mostre, avesse trasformato le sue tele in asciugamani. Le influenze di Pardo vanno da Frank Lloyd Wright a Schindler, ma se per questi architetti i dettagli sono essenziali, per Pardo si limitano a essere intuizioni e quindi se fra il tetto e la parete c’è un dito di spazio dal quale passa l’acqua piovana non è un problema, anzi rende lo spazio ancora più artistico.
L’arte è d’altronde una questione di idee, non di funzionalità. Se Frank Gehry si mette in competizione con Richard Serra, la sfida di Jorge Pardo è con Ikea e le sue idee, come le viti dei mobili svedesi, sono rigorosamente numerate: se se ne perde una siamo rovinati.