AD (Italy)

QUESTIONE DI IDEE

- Di Francesco Bonami

Uno dei più grandi problemi per gli architetti e i designer è quando provano a essere scultori. Ma lo stesso discorso si può fare per gli artisti che vogliono essere designer e architetti. Un caso da manuale è l’artista di origini cubane Jorge Pardo, una delle star più gettonate della sua generazion­e negli anni ’90.

La sua arte consisteva e consiste in sculture che sembrano mobili di serie ma che costano come opere d’arte contempora­nea uniche. Spesso come le opere d’arte sono molto delicate e se uno le usa come normali pezzi di arredament­o si sfasciano sotto il peso del corpo del collezioni­sta. Anche frantumate non perdono il loro fascino. Il capolavoro di Pardo è un indirizzo: 4166 Sea View Lane nel quartiere Mount Washington di Los Angeles, un terreno di circa 1.000 metri quadrati dove l’artista, nel 1998, ha costruito la sua casa grazie alla lungimiran­za dei curatori del MOCA di Los Angeles che lo hanno invitato a presentare un progetto per il museo. I visitatori che andavano al MOCA anziché visitare le gallerie del museo venivano messi su uno shuttle e portati a vedere la casa di Pardo. Finita la mostra l’artista è andato a vivere nella sua opera. Un po’ come se Picasso, al termine di una delle sue mostre, avesse trasformat­o le sue tele in asciugaman­i. Le influenze di Pardo vanno da Frank Lloyd Wright a Schindler, ma se per questi architetti i dettagli sono essenziali, per Pardo si limitano a essere intuizioni e quindi se fra il tetto e la parete c’è un dito di spazio dal quale passa l’acqua piovana non è un problema, anzi rende lo spazio ancora più artistico.

L’arte è d’altronde una questione di idee, non di funzionali­tà. Se Frank Gehry si mette in competizio­ne con Richard Serra, la sfida di Jorge Pardo è con Ikea e le sue idee, come le viti dei mobili svedesi, sono rigorosame­nte numerate: se se ne perde una siamo rovinati.

 ?? ?? Francesco Bonami, critico e curatore, per AD scrive del filo sottile che unisce (o separa) arte e arredo. Interrogan­dosi sul diverso significat­o che assumono, nella visione di chi li progetta, oggetti, opere, mobili o luoghi. Perfino un’intera casa, come quella di Jorge Pardo a Los Angeles.
Francesco Bonami, critico e curatore, per AD scrive del filo sottile che unisce (o separa) arte e arredo. Interrogan­dosi sul diverso significat­o che assumono, nella visione di chi li progetta, oggetti, opere, mobili o luoghi. Perfino un’intera casa, come quella di Jorge Pardo a Los Angeles.

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