SOLO COSE BELLE
In una città con guglie fuligginose e torri scintillanti di vetro verde, viveva una donna che amava le cose belle. La sua casa aveva pavimenti di marmo, ed era sempre brillante e pulita. Il suo salotto era bellissimo; le superfici lucidate a specchio; i mobili perfettamente posizionati per rivelare la grazia del loro design. C’erano divani e sedie e pouf e cuscini di tutti i colori accuratamente disposti in giro per la stanza. C’erano molti ornamenti dal design bizzarro e misterioso, e lucine, e vasi di fiori. E, siccome in meno di sei settimane sarebbe stato Natale, c’era un meraviglioso abete, carico di pacchetti e di palline e di luci. E la sera, prima di andare a dormire, alla donna piaceva guardare le luci scintillanti dell’albero di Natale e contare i giorni che mancavano al Natale.
Il lunedì mattina le piaceva sdraiarsi sul pavimento e leggere i giornali della domenica, e magari bere il tè da una tazza di cartone. Il pavimento di marmo era sempre freddo, e così preferiva sedersi su una coperta mentre ammirava tutte le cose belle di quell’interno perfetto.
A volte c’erano dei visitatori. Ma non le parlavano mai. La donna pensava che questo fosse molto scortese da parte loro. Inoltre, non le piaceva vedere estranei girare nella sua bella stanza, gente che osservava le sue belle cose. A volte li guardava accigliata, o faceva delle smorfie, o cercava di attirare la loro attenzione. Ma se capitava, un uomo usciva da un ufficio vicino e la guardava con disapprovazione, e cercava di farla andare via.
«Ma io vivo qui», diceva la donna. E mostrava all’uomo la stanza, e il pavimento di marmo, e i divani e le sedie, e l’albero di Natale con le sue luci scintillanti. «Questa è la mia casa», diceva la donna. «Perché dovrei essere io ad andarmene?». Quando succedeva, l’uomo a volte sembrava arrabbiato, o impaziente, o, più spesso, molto triste. A volte le dava dei soldi per un panino o una tazza di tè. Questo imbarazzava la donna, ma lei prendeva comunque i soldi, perché sarebbe stato scortese rifiutare. Ma era sempre sollevata quando arrivava la sera, e tutti gli estranei se ne andavano, e l’uomo dell’ufficio tornava finalmente a casa.
Allora si rannicchiava sul marmo, con la sua coperta ben avvolta intorno, e guardava dalla finestra l’albero con tutte le decorazioni e le luci scintillanti. E lì, alla fine, si addormentava, circondata, come sempre, da cose belle, contando tranquillamente tra sé e sé i giorni di shopping che mancavano a Natale.