Six days in London
Ciclismo, spettacolo, vita, mondanità, grasso di catena e profumo di olio per massaggi si mescolano sul palcoscenico del ciclismo su pista.
Sulle strade della Sardegna nella scia di Daniel Oss.
premio… Lo spilungone gli passò accanto. Il tizio della sberla. La prima persona (e l’ultima, sperò) che aveva mai picchiato in vita sua. Pellegrini prese la coppa e allargò un bel sorriso sulla faccia stanca. Ciondolava leggermente le braccia, ma teneva la testa ben alta. La ruotava mantenendola in asse, bloccata sul piano orizzontale. Le labbra si mossero verso lo speaker. Guardò la giovane Miss annoiata. Dovette dire qualcosa di vivace, perché la tipa smise il broncio per accennare mezzo sorriso. Lo vide allontanarsi e lo seguì. Uscì dal folto delle premiazioni nella direzione in cui doveva trovarsi il giovane Pellegrini. Lo vide di spalle. Allargava la sporta curiosando i prodotti da portare a casa. Sembrava contento. Non era così alto, ma le gambe erano magre e diritte. Si fermò. Esitava. Cristo, ma che ti frega! Strinse le spalle. Girò sui talloni puntando il gruppo colorato delle premiazioni. Fece un passo. Un altro e si fermò ancora. Ristette. Si girò di scatto con un saltello. Allungò la falcata. Correva. Balzò dall’altra parte della strada. Piombò su Pellegrini stringendo i pugni. Gli prese la spalla e gliela voltò con forza. - Oh, Pellegrini, tu non sei di zona e non ti incontrerò mai più, ecco, per quanto riguarda prima, io-io non avrei voluto e mi spiace che sia successo a te, ma comunque lo sai, non accadrà più. Davvero. - Guarda io… - No. Fammi finire, ecco, non dovevo, non succederà più. Ed ecco, quindi… Scusa, scusami. Davvero. Tu tieni duro, sei forte, ti ho visto. Grazie per l’acqua. Davvero, grazie. Girò lo sguardo prima della risposta e scivolò lontano. Sentì che Pellegrini lo richiamava, ma era abbastanza, per quella giornata. Represse un impulso prepotente di piangere. Camminò spiccio verso i suoi. Ebbe voglia di cioccolato fondente per oltre cinque secondi. Ficcò i pugni intasca e si diresse al furgone. Guardò in alto, dietro le montagne. Nuvoloni spiralavano verso l’alto in piano-sequenza.
Inversione termica.
Pensò. Fra poco, lassù, avrebbe cominciato a piovere.