VOLONTÁ[RI]
IRONMAN Italy - Il ciclismo italiano non è fatto solo da atleti, amatori, direttori sportivi, giornalisti, organizzatori, sponsor che investono in cambio di pubblicità.
A quel punto non ci resta che toglierci gli sci e sederci su una roccia. Anzi no, poggiare le biciclette al muro della redazione, sederci sugli scalini di ingresso e guardarci un po’ increduli. Siamo in giro da 12 ore in paesaggi di cui conoscevamo l’esistenza, ma dove non avevamo mai provato ad addentrarci per davvero.
Il nostro giro, al momento, misura 204 chilometri. Non l’abbiamo percorso interamente, abbiamo fatto qualche taglio per non perderci nella notte e per ottimizzare le forze. Ora però, lo vogliamo rifinire e cesellare. In primavera inviteremo un gruppo di persone per un giro di prova, poi potrebbe diventare qualcosa di più, un evento o un raduno, chissà. Ma soprattutto rimarrà come traccia disponibile per tutti, con varianti concentriche di chilometraggi inferiori e altre davvero incazzate per chi cerca un’esperienza gravel ai limiti della mtb.
Quello che ci piacerebbe trasmettere con questo progetto, però, è la voglia di esplorare, di scoprire anche le zone vicino a casa propria. Di prendere tanti piccoli pezzi e unirli in un unico anello che abbia una sua logica, una sua storia per realizzare un percorso coerente con l’idea iniziale.
Noi lo abbiamo fatto e pensiamo che tutti lo possano fare.
Insomma, seduti su quegli scalini al buio, io e Danilo siamo rimasti per un po’ in silenzio. Le scarpe ricoperte di fango, il casco in testa da 12 ore, le gambe ormai insensibili. Freddo nelle ossa. Poi, lui, ad un certo punto mi ha detto: «Chissà, con il tempo pazzo che c’è, magari una volta che fa un metro di neve in pianura riusciremo davvero a farlo con gli sci e le pelli questo giro». Noi sciatori siamo fatti così, incorreggibili sognatori.