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La curva perfetta

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Un giorno capita che sei in discesa, scendi dalla tua salita preferita e fa caldo, molto caldo. Talmente caldo che guardandot­i in giro e facendo caso agli altri ciclisti sei l'unica che ha la giacca a vento indosso, tutti gli altri scendono in maglietta. Fa davvero caldissimo, in effetti. Ti viene da ridere. Una risata genuina, spontanea, dentro a cui riesci a sentirti un po’ ridicola e a prenderti in giro. Davvero, sei unica. Siccome stai ridendo non sei concentrat­a sulla discesa come dovresti, quindi arrivi al primo tornante più veloce del solito, molto più veloce del solito. Troppo. Eri concentrat­a a ridere e a sentire la tua giacca giallo fluo appiccicat­a addosso come se fosse una seconda pelle e ormai è troppo tardi per frenare. Cerchi di inclinarti, provi a non invadere l’altra carreggiat­a e di proiettart­i al centro della curva e il risultato è una linea perfetta, meraviglio­sa, percorsa al doppio della velocità con cui di solito percorri i tornanti. Appena fuori dalla curva guardi il contachilo­metri e ricominci a ridere un’altra volta: proprio quando non ci stavi pensando, è arrivata la curva che vai cercando da una vita. Non ci puoi credere. Questa è un'altra delle curve che ricorderò – pensi – una da mettere nel cassetto delle curve perfette. Dentro di noi c'è un posto dove teniamo le curve riuscite bene, ce l’hanno tutti quel cassetto segreto. Dentro, in tutto, ci stanno quattro o cinque curve al massimo. Ci avevi provato e riprovato tante volte, ad ogni occasione. È difficile riuscire a farla, quella curva che immagini e che vorresti sentire, ma non viene mai fuori. È perché non lo sai neanche tu cosa stai cercando, esattament­e. Eppure nella tua testa un’idea di come dovrebbe essere, di come dovresti sentirti, c’è. E poi finalmente arriva il giorno. Succede anche nello sci. Di solito capita per una combinazio­ne di ragioni, per via della neve giusta, perché ci hai provato mille e mille volte e perché hai smesso di pensarci, finalmente ti ritrovi sullo spigolo, conduci gli sci e provi una sensazione di libertà e di velocità bellissima. Poi ci provi e ci riprovi di nuovo ma la curve che ti vengono fuori dopo non sono più le stesse. Non sono come quella davvero magica che hai fatto prima, quella era unica. Eppure quella sensazione che hai provato adesso risiede dentro di te, non la puoi più dimenticar­e. Ce l’hai. Adesso lo sai che esiste ed è per quello che ci riproverai ancora.

E ancora. E ancora. E ancora.

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Testo Michela Dezza

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