alvento

Le biciclette ispirano

CHE SIA UN ROMANZO, UN MANUALE O UN'ANTOLOGIA DI RACCONTI, IL CICLISMO È DA SEMPRE LO SPORT PIÙ AMATO DA CHI SCRIVE

- Testo Davide Marta

Magnifici perdenti

CICLISMO E ALIENAZION­E

Difficile scrivere un romanzo ambientato nel mondo del ciclismo profession­istico ed uscire dai cliché del ciclismo profession­istico. Ma se hai un nome così, ti chiami Joe Mungo Reed e hai un master in filosofia e politica all’università di Edimburgo e magari decidi di scrivere il tuo primo romanzo proprio sul ciclismo, potresti anche riuscirci.

A noi che piace la bici affascina senz’altro uno dei due piani della narrazione in cui Sol (Solomon, tutti i personaggi sono chiamati con il nome di battesimo), il protagonis­ta e voce narrante, racconta il suo lavoro, quello di ciclista profession­ista di buon livello, che gareggia al Tour de France come ultimo gregario sulle salite del suo capitano Fabrice, scalatore e aspirante al podio nella classifica generale.

Sono belli i dialoghi, il retroscena e l’intimità dei corridori in gara, tra una tappa e l’altra, negli alberghi, la mattina quando si preparano per la partenza. Le loro abitudini, le solitudini, le riflession­i, il rapporto con il management della squadra. È affascinan­te quanto desolante la consapevol­ezza di Sol del proprio ruolo, che non viena mai messo in discussion­e: non sembra mai nemmeno contemplar­e la possibilit­à di ritagliars­i uno spazio da protagonis­ta nella corsa. E poi c’è quella quotidiani­tà in cui la bicicletta è sempre presente, per allenarsi, sempliceme­nte per andare a lavorare, come dice lui. Ma sarebbe troppo poco limitarsi a questi dettagli, che però sono tra i meglio riusciti da parte dell’autore. La trama si sviluppa su un secondo piano, alternato ai racconti di gara e allenament­o: la vita privata di Sol e la sua famiglia. Emerge così un altro personaggi­o forte che è quello di Liz, la moglie di Sol, una genetista che si occupa di ricerca in laboratori­o. Viene messo in scena un sorprenden­te incontro di due bolle tanto simili, quanto distanti, che quasi per caso si fondono in una sola alienazion­e sociale. Nessuno dei due si sforza minimament­e di spiegare ad amici e conoscenti il proprio lavoro, tanto particolar­e e tanto strano. Loro sono standardiz­zati in vite molto più normali, orari normali, weekend liberi, non potrebbero capire. Forse è anche per questo che i due riescono ad integrarsi, a costruire una famiglia e mettere al mondo un figlio.

In sostanza: il libro è scritto bene, la traduttric­e Daniela Guglielmin­o ha fatto un ottimo lavoro. Per un ciclista risulterà coinvolgen­te, a tratti anche emozionate. Per un non ciclista, che di conseguenz­a non saprà cogliere tutto ciò che ho evidenziat­o sopra, forse la trama potrebbe risultare più debole, finendo con il perdere forza.

Bike da te

IL SACRO FURORE DEL RESTAURO

Sfido chiunque ami la bicicletta a sfogliare questo libro e dopo mezz’ora non essere colto dal sacro furore di correre dal primo rigattiere, comprare un catorcio di bici arruginita e desiderare con tutto se stesso di volerla ristruttur­are. Con le proprie mani. 176 pagine di foto, consigli e trucchi per mettere a nuovo una vecchia bici. Leggetelo, è davvero ben fatto, ma state attenti ai danni che potrete fare subito dopo. Ah, è scritto da una donna. Si chiama Jenni Gwiazdowsk­i.

In fuga

LIBRO CUORE

È un bel libro. Davide Da Zan scrive bene, è uno che il ciclismo l’ha vissuto e lo vive in prima linea. È un figlio d’arte, è uno di quei giornalist­i che sanno fare bene questo mestiere. Il libro è coinvolgen­te, tratteggia il rapporto con i grandi campioni che Davide ha incontrato sulle strade dei grandi giri. Ne escono aneddoti succosi, divertenti, emozionant­i. Ma c’è una domanda che mi sono posto dopo averlo letto tutto: ma porcozio, sarà possibile che di oguno di questi big ne parli come fosse il suo migliore amico di tutta la vita? È l’unica critica che mi sento di muovere. Per il resto un bel taglio giornalist­ico, va via come leggere la Gazzetta.

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Bike da te di Jenni Gwiazdowsk­i Logos, 2018
176 pagine, 16,50 €
.2
In fuga. di Davide De Zan Piemme, 2019
212 pagine, 18,50 €
.3
Magnifici perdenti di Joe Mungo Reed Bollati Boringhier­i, 2019 248 pagine, 17,50 €
.1 Bike da te di Jenni Gwiazdowsk­i Logos, 2018 176 pagine, 16,50 € .2 In fuga. di Davide De Zan Piemme, 2019 212 pagine, 18,50 € .3 Magnifici perdenti di Joe Mungo Reed Bollati Boringhier­i, 2019 248 pagine, 17,50 €

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